Dell’umana dimensione. Arti e visioni contemporanee lungo la Via Emilia

Sabato 4 maggio 2024, alle ore 17.00, presso la Sala dei Contrari della Rocca di Vignola, in provincia di Modena, sarà inaugurata la mostra collettiva “Dell’umana dimensione. Arte e Visioni contemporanee lungo la Via Emilia” con opere di Enrica Berselli, Giulia Bonora, Bartolomeo Cesi, Jingge Dong, Francesca Dondoglio, Paolo Migliazza, Marika Ricchi e Giacomo Vitturini. La sala dei Contrari e le sale della Rocca di Vignola, dove è allestita l’esposizione, sono state concesse gratuitamente in uso dalla Fondazione di Vignola.

Curata da Ricognizioni Sull’Arte, Alessandro Mescoli, Massimiliano Piccinini, Sergio Bianchi, Andrea Barillaro e Federica Sala, con la collaborazione di Marcello Bertolla e Giorgia Cantelli, la mostra si propone di valorizzare il lavoro di artisti affermati e in via di affermazione, scelti tra accademie, collezionisti e gallerie di tutta Italia, con una particolare attenzione al territorio, alle eccellenze vicinali ed all’attività di scouting.

L’arte è da sempre un grande veicolo di conoscenza e promozione del territorio. La mostra, che si snoderà presso le sale del piano terra della Rocca di Vignola, è stata pensata e costruita ad hoc per questi spazi che custodiscono storia e raccontano storie, così come le opere che in esse saranno collocate. Il valore di questa operazione, che si sviluppa sui territori dell’Unione Terre di Castelli e non solo, risiede nella capacità di unire luoghi e persone che hanno in questi mesi collaborato, attraverso una rete di buoni intenti e di azioni positive, con l’obiettivo più ampio di educazione al bello, alla conoscenza e al superamento dei limiti.

Jingge Dong, Lines of Coexistence, 2023, olio su tela, 220 x 315 cm, courtesy of image Jingge Dong

«Il percorso espositivo – spiega il team curatoriale – inizia con l’allestimento di Francesca Dondoglio, la quale traccia concettualmente attraverso il suo trittico, realizzato a pastelli ed acrilico su carta appositamente per le sale affrescate della Rocca, la linea verticale che collega l’uomo alla sua dimensione più sensibile, uno slancio verso l’alto, verso la dimensione più spirituale. L’artista torinese attua questa conversione mettendo in evidenza i contrasti simbolici ed interiori generati dall’accostamento del colore rosso e blu; rispettivamente corpo e spirito, terreno e ultraterreno. Giulia Bonora, artista ferrarese di stanza a Bologna, utilizza abitualmente il medium ceramico per evidenziare temi come la ferita, la guarigione, il rapporto con il proprio corpo e con il cibo, completando spesso le proprie ricerche con l’ausilio del disegno e della performance. Con i suoi vasi di ceramica porta l’attenzione del visitatore sullo spazio interiore. Contenitore, ventre, incubatore, ma anche strumento di cura, rifacendosi alla tradizione degli albarelli da erborista. Figura archetipica, il vaso è ricco di significati simbolici che si dipanano dal proteggere celando al conservare, fino al racconto del mito. Jingge Dong, attraverso una ricercata pittura presenta un dipinto dalle dimensioni museali che parla dei mutamenti della società e della possibilità di unire mondi all’apparenza lontanissimi come quello dell’Oriente e dell’Occidente. Di forte valenza estetica e concettuale, l’opera trae la forza dall’armonico contrasto che si sviluppa tra la superficie pittorica ed i pattern ripetuti delle antiche volte affrescate. Il pittore cinese, ma veneziano d’adozione, ha costruito la seduzione del proprio lavoro intorno ad una particolare tecnica pittorica che lascia svelare secondo un adagio visivo tutti i soggetti che popolano le sue tele e carte. Marika Ricchi sposta l’attenzione sull’importanza che il gioco determina nella formazione dell’individuo, sugli aspetti legati al benessere psicologico, cognitivi e psicopedagogici. La scultrice romagnola. ma di stanza nella provincia reggiana. amplifica la dimensione del gioco proponendo due sculture in marmo rappresentanti una trottola ed il gioco dello Shanghai. Le opere sono allestite a terra per ricondurle alla dimensione fanciullesca, pur portando all’attenzione del visitatore gli aspetti antropologici che legano da millenni l’uomo al gioco. Enrica Berselli, scultrice e pittrice modenese si presenta attraverso una terna artistica che all’interno di una sorta di “triangolazione allestitiva” accompagna il visitatore di fronte alle tre pratiche con cui l’artista modenese si confronta abitualmente. Brani frequenti nei lavori della Berselli sono l’ibridazione tra specie afferenti a regni diversi come tra l’uomo ed i vegetali, oppure tra elementi anatomici umani ed elementi comparati. Esplorandole sale della Rocca si passa poi alle opere di Paolo Migliazza. Lo scultore presenta per questa mostra un allestimento particolare, pensato appositamente, pur non tradendo la sua ormai nota cifra stilistica. L’artista bolognese coniuga attraverso una rigorosa ricerca anatomica il tema dell’incompiuto e del frammento. Alle sculture di figure fanciullesche, l’autore affianca ora anche corpi frammentati, arti, volumi come relitti. Proprio questi ultimi, per sottrazione, lasciano intuire la loro posizione all’interno dell’ambiente. Come nel caso de “La deposizione del re”, dove l’assenza diventa più importante rispetto alla presenza nel restituire la personale interpretazione dell’autore circa questo noto tema del Sacro. Lontano da ogni re-invenzione figurale ed interpretativa, la presenza del Corpo deposto viene pacatamente sottolineata dalla sua assenza fisica (se non per il calco) e dalla posizione occupata nello spazio, che si rifà alla tradizione iconografica antica. Ed infine, tra i contemporanei, Giacomo Vitturini, artista marchigiano in via d’affermazione, è invitato in questa mostra per rappresentare attraverso la tradizione italiana del disegno (da Sironi a Bonechi, a Galliani) lo scambio di relazioni che intercorrono tra l’uomo e l’ambiente. Un paesaggio e una figura femminile che, messi in relazione attraverso la luce, integrano un’arcadia emiliana con l’interiorità di una scena privata e diaristica. Nella raffinata scena dell’interno intimo e privato, si raccolgono numerosi gli attributi ed i simboli di una contemporanea annunciazione. Funzionale la scelta di inserire, per creare un’antitesi visiva alla contemporaneità, un’opera di stampo manierista del pittore Bartolomeo Cesi, vissuto tra il XVI ed il XVII secolo. Il piccolo capolavoro dell’artista bolognese rappresentate il tema de “L’incoronazione di Spine”, è di proprietà di Ossimoro Galleria d’Arte di Spilamberto (MO).

Il progetto è parte della rassegna “Dell’umana dimensione”, di cui porta il nome, ed è promosso dall’Associazione culturale Ricognizioni sull’arte per riportare l’uomo al centro dell’interesse artistico ed umanistico, attraverso l’analisi delle sue peculiarità. Centrale è il tema identitario, analizzato attraverso le tre principali dimensioni che caratterizzano l’essere umano: fisica (figurazione, anatomia, rapporti tra uomo e uomo, tra uomo e ambiente ed il transumano), mentale (ragionamento, razionalità e, attraverso le emozioni, la nascita di una tensione che differenzia l’uomo dalla macchina e dall’animale), spirituale (lo slancio verso l’alto, il silenzio, il rapporto con il divino, il misticismo, il mito classico ed il sacro). Un progetto di rete che, fino a settembre 2024, coinvolgerà 54 artisti, 25 curatori e critici d’arte e numerosi musei, luoghi storici e di particolare pregio, gallerie e spazi privati nelle provincie di Piacenza, Reggio Emilia, Modena, Bologna e Ravenna, ripercorrendo la traiettoria tracciata dalla via Emilia, fondamentale asse viario, ma anche direttrice di scambio culturale, di sperimentazione e conoscenza. La rassegna “Dell’umana dimensione” gode del patrocinio della Regione Emilia-Romagna e dei Comuni di Pavullo nel Frignano, Vignola, Castelnuovo Rangone e Piacenza per la sede di Palazzo Farnese. Si ringrazia la famiglia Levoni.

L’esposizione di Vignola è accompagnata da un catalogo edito da BLURB BOOKS, curato da Marcello Bertolla con testi di Giorgia Bergantin, Marcello Bertolla, Alberto Mattia Martini, Roberto Mastroianni, Alessandro Mescoli, Amerigo Turchi, Enrico Ghetti e con la documentazione fotografica delle opere a cura di Mauro Terzi. Il volume sarà disponibile e acquistabile on-line da sabato 1 giugno alle ore 17.00 sul sito web dell’editore. Verrà inoltre realizzato un video documentario con la regia e le riprese di Mauro Terzi e Monica Ghetti.

Per informazioni sulla mostra: www.comune.vignola.mo.it. Per orari e prenotazioni: www.roccadivignola.it. Per informazioni generali sulla rassegna: T. +39 059 783519,  M. +39 339 3921900, ricognizionisullarte@gmail.com, www.ricognizionisullarte.it, www.facebook.com/ricognizionisullarte, www.instagram.com/ricognizionisullarte.

Articolo precedenteNuova vita al sottoprodotto cartone grazie a Cartoneco
Articolo successivoAl Festival Atlante Sonoro c’è Frankie con Enigma