Cibo e cultura: in un programma poliedrico che affronta la suggestiva interconnessione fra cibo e arti da 11 punti differenti di vista come quello di questa edizione di Di là dal fiume non poteva mancare il cinema. Il grande cinema di Marco Ferreri con il suo La grande abbuffata a cinquant’anni dalla sua uscita. Ma anche la grande documentaristica con Piero Cannizzaro e il suo Il cibo dell’anima (premiato pochi giorni fa al Cilento Fest) in programma il 29 agosto (volume 1) e il 31 agosto (volume 2) Un lavoro denso e intenso che mette in luce la profonda interconnessione fra cibo e spiritualità: basti pensare al pane e al vino nell’Eucarestia della religione cristiana, all’alimentazione vegetariana di certe religioni orientali, o all’uso del digiuno nel Ramadan. Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolico, incontro e integrazione, ma anche mezzo per capire meglio l’identità delle diverse culture, lo spaesamento e il disagio nel loro processo di integrazione.
E così nella giornata di apertura di martedì 29 agosto in programma alle 20.00 (ingresso gratuito presso ex Mattatoio – CAE/Testaccio Estate) Il cibo dell’anima: parlando di cibo si entra nel mondo di alcune tra le più importanti Comunità presenti nel nostro Paese, in primis della Comunità ebraica; il cibo diventa così il punto da cui partire per indagare sulla spiritualità, sulla socialità, sui suoni, colori, architetture, paesaggi di persone e storie, un filo rosso attraverso culture che possono anche trovare un palato, un gusto e un’esperienza comune.
Mentre giovedì 31 agosto in programma, dopo un interessante incontro nei seminterrati della Chiesa Santa Lucia del Gonfalone sullo spreco alimentare con l’associazione Avanzi Popolo e padre Franco Incampo, la proiezione di Cibo dell’Anima seconda parte di Cannizzaro: dopo aver raccontato la cucina ebraica, Cannizzaro si sposta tra le colline nella provincia di Macerata in un convento di clausura. Per la prima volta nella storia le suore di clausura aprono le porte per raccontare la loro vita, i loro pasti, momento prezioso di comunione, ma anche para liturgico.
Prima parte (durata 84’):
Storie Ebraiche, Storie dell’Islam, Storie Buddiste, Storie Sikh
Seconda parte (durata 78’):
Storie Valdesi, Storie di Clausura, Storie di Osho
Tra spiritualità e cibo c’è sempre stato un rapporto molto stretto, nonostante si mettano spesso in antagonismo i bisogni corporali con quelli spirituali. Basti pensare al pane e al vino nell’Eucarestia della religione cristiana o all’alimentazione vegetariana di certe religioni orientali o all’uso del digiuno nel ramadan.
Il cibo come storia e cultura, memoria e gusto, concetto rituale e simbolico, incontro e integrazione.
Conoscere piatti e abitudini alimentari può aiutare a capire meglio l’identità delle diverse culture. Ma può essere prezioso anche per comprendere lo spaesamento, il disagio e la necessità di dialogo dei molti immigrati con i quali ormai conviviamo.
Con il film IL CIBO DELL’ANIMA si vuole transitare attraverso il cibo per entrare nel mondo di alcune tra le più importanti Comunità Spirituali presenti nel nostro Paese.
In questo film-doc il cibo non è finalizzato a se stesso, ma diventa il punto da cui partire per indagare sulla spiritualità, sulla socialità, oltre che su suoni, colori, architetture, paesaggi delle varie comunità spirituali. Il cibo e le sue valenze diventano allora un filo rosso che si dipana attraverso culture che possono anche trovare un palato, un gusto e un’esperienza comune.
Piero Cannizzaro
Nato a Lodi, si traferisce a Milano dove si laurea alla facoltà di Scienze Politiche alla Statale di Milano.
Si è dedicato all’ideazione e alla regia di numerosi documentari sia per la radio che per la televisione, diffusi sulle principali piattaforme (Rai, Mediaset, Sky, Artè Fr.), realizzati sia in Italia che in Europa e negli altri continenti (America del Nord e del Sud, Medio Oriente, Siberia e Golfo Persico, Senegal, Costa d’Avorio, Guinea e Sud Africa)
La spiritualità, le isole, la musica, le città slow, il cibo, il tema dell’identità sono i principali temi di cui si è occupato e che sono infine confluiti nella dimensione del glocale.
Tra i suoi lavori ricordiamo La notte della taranta e dintorni, Ritorno a Kurumuny, Tradinnovazione: una musica glocal, Il cibo dell’anima, Città Slow, Ossigeno e Storie d’Africa.
I suoi lavori sono stati presentati in numerosi Istituti di Cultura nel mondo in rassegne e festival nazionali e internazionali tra cui Roma, Milano, Venezia, Torino, New York, Parigi, Londra, Istanbul e Lione.