Doppia esposizione 6, il progetto speciale di Carlo Fei al Museo Pecci di Milano – Il Museo Pecci Milano, Ripa di Porta Ticinese, 113, spazio espositivo distaccato del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, dal 20 ottobre al 10 dicembre 2011 presenta il progetto speciale di Carlo Fei intitolato Doppia esposizione 6.
Il progetto espositivo per il Museo Pecci Milano rappresenta il sesto capitolo di una serie inaugurata da Fei presso lo spazio Zelle Arte Contemporanea di Palermo nel 2008, e sintetizzata nel concetto ambivalente di Doppia esposizione, intesa come proposta del suo lavoro fotografico e come intervento ambientale che assume a propria volta valore di opera.
Nella sede milanese del Museo Pecci la duplicità del progetto è sottolineata dalla collocazione dei lavori alle due estremità dello spazio espositivo, corrispondenti alle opposte polarità su cui Fei ha concentrato la propria ricerca dal 1998, e inoltre dalla presenza di due serie distinte di lavori, Project Val di Luce (2007-2010) e Papaveri (2011).
Project Val di Luce include il lavoro fotografico, con la sua prerogativa di fissare il momento, e una riflessione sulla “realtà” e sull’impossibilità di arrestare il flusso continuo di vita e morte. Lo sguardo sul paesaggio e la “natura” di tale sguardo, inteso come rivelazione dell’essenza astratta della fotografia in quanto negazione dell’elemento fenomenico, conduce Fei all’unione dialettica dell’apparenza e della sostanza (acqua, terra), della luce e dell’oscurità (Black Light), del positivo e del negativo (Né più né meno).
Il soggetto ripreso è un “pretesto”, come afferma Fei, per intraprendere un’indagine sull’idea stessa che sottende all’immagine: un attraversamento o shining, di cui il bagliore sfolgorante della luce è la metafora significativa; un’immersione nella totalità avvolgente dell’oscurità che sottrae il discorso sulla fotografia alla sua stessa presenza, evidenziata dalla simultanea disposizione degli elementi naturali dentro le forme simboliche del positivo e del negativo. L’esito finale della fotografia è l’irriconoscibilità della rappresentazione che sprofonda nell’abisso dilagante del nero e, d’altra parte, approda all’apparizione sfolgorante del bianco ripetuta all’infinito nel video Di oscuri siti (2010) della durata di appena 13 secondi.
Papaveri è l’ultima serie fotografica realizzata da Fei, in un personale tributo al testo musicale di Fabrizio De Andrè: “Dormi sepolto in un campo di grano, non è la rosa, non è il tulipano che ti fan veglia dall’ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi”.
Ciascun fiore si staglia nitido su fondo nero, ingigantito nella scala e inesorabilmente fissato al punto in cui l’immagine della vita e della morte che esso incarna coincidono e si confondono fra loro, per ribadire ancora una volta il concetto filosofico secondo cui “nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma”, evocato dall’espressione Né più né meno che comprende anche quest’ultima serie di fotografie.
Biografia dell’artista
Carlo Fei è nato nel 1955 a Firenze, dove vive e lavora. Laureato in pedagogia con una tesi sperimentale sull’utilizzo della fotografia di ritratto per casi di psicodiagnostica, ha compiuto anche studi musicali e fatto esperienza tecnica di laboratorio in chimica e fisica. Dalla fine degli anni settanta opera come fotografo professista nel mondo dell’arte, collaborando con gallerie, riviste, musei, istituzioni pubbliche e private fra cui il Centro Pecci di Prato, la Fondazione Pitti Discovery di Firenze, il Palazzo delle Papesse di Siena, il Museo Marino Marini di Firenze, la Galleria civica d’arte contemporanea di Modena. Dai primi anni Novanta ha sviluppato un autonomo percorso di ricerca artistica, presentato in mostre collettive e personali sia in Italia che all’estero.
Nel 2009 ha realizzato un multiplo in forma di scatola contente la serie di 12 stampe fotografiche di Project Val di Luce. Da questo è nato il successivo progetto editoriale Black Light, realizzato in collaborazione con il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci e pubblicato nel 2010 da SilvanaEditoriale, Milano. Il volume comprende 44 fotografie, una conversazione di Carlo Fei con Elio Grazioli e un contributo di Stefano Pezzato.
Entrambe le realizzazioni saranno presentate in occasione dell’esposizione al Museo Pecci Milano.