Il dramma di chi è rimasto isolato – “Siamo per strada, sommersi dalla neve e non riusciamo nemmeno a scappare. Le automobili non possono muoversi per via della neve. Continuano a esserci scosse e la gente urla per strada. Cerco inutilmente di contattare mia madre che si trova in una struttura di Montereale”. Questa la straziante testimonianza di Serena Testa, una cittadina di Marruci frazione di Pizzoli in provincia dell’Aquila. Come lei altre centinaia di persone sono rimaste intrappolate nelle case e nelle roulotte e cercano di farsi largo nella neve a mani nude per poter scappare dall’inferno che stanno vivendo dopo le ultime scosse di mercoledì18 gennaio. “Siamo bloccati in casa perché fuori c’è un metro di neve e quindi non possiamo uscire né a piedi né in macchina. La casa ha retto ma sono state tre scosse molto forti, terribili che ci hanno riportato nell’incubo. E le scosse si susseguono. Abbiamo paura”. Racconta al telefono la situazione che sta vivendo nella sua casa di Capitignano (L’Aquila), con la moglie e la figlia, il funzionario della Regione Abruzzo Pio Fulvi. “In casa sono cadute bottiglie e suppellettili, ho visto la macchina ballare, non finiva mai – spiega Fulvi che abita nella periferia di Capitignano, uno dei comuni epicentro del terremoto di mercoledì- chissà quando verranno a liberarci visto che il mezzo del comune è fuori uso. Mi risulta il sindaco ha chiesto l’intervento di Anas ed esercito”. Fulvi spiega di aver ricevuto notizie “di gravi lesioni al santuario Madonna degli angeli, di un capannone industriale crollato e del tetto di una stalla crollato sul bestiame non solo per le scosse ma anche per la neve”.