Drudi, la fantasia dei colori padrona della velocità – Nella splendida cornice di Palazzo delle Albere di Trento, un tempo adibita a villa-fortezza dai principi vescovi Madruzzo, sono di scena i colori della velocità su due ruote, firmati da Aldo Drudi. A qualsiasi appassionato di motomondiale o di moto in genere, il nome di Aldo Drudi evoca le gesta e le sembianze dei campioni più amati. La mostra, inaugurata oggi, è soprattutto l’omaggio, lungo 40 anni, del Festival dello Sport alla straordinaria carriera di questo artista che ha disegnato le grafiche dei caschi e delle tute dei più grandi piloti del Circus delle due ruote. Ad incominciare dal Dottore di Tavullia, Valentino Rossi. Nella mostra le creazioni di Drudi si alternano alle immagini, di rara bellezza e originalità, firmate da un altro personaggio del paddock: Gigi Sodano, sociologo di formazione ma fotografo di professione e passione. Ospite d’onore dell’inaugurazione, il 15 volte campione del mondo, Giacomo Agostini.
Il designer romagnolo Aldo Drudi è l’autore delle grafiche dei caschi di tanti piloti che corrono nel Motomondiale e in oltre 40 anni di attività ha disegnato gli “elmi” di alcuni tra i più grandi eroi del mondo delle corse. Un arte che negli anni ha finito per estendersi alle livree di molti team. L’ultima sua creazione è la livrea del Team Trentino Gresini MotoE. Il Trentino infatti è lo sponsor di una delle moto che correranno nel nuovo campionato del mondo di MotoE, la nuova classe elettrica ed ecologica che dalla prossima stagione si affiancherà alla MotoGp.
L’omaggio a Trento lo ha regalato Giacomo Agostini: “Proprio 50 anni fa partecipai alla Trento Bondone, arrivai secondo ma qui capii che le corse sarebbero state il mio mondo”. E Giacomo Agostini è stato colui che ha reso difficile il lavoro ad Aldo Drudi: “Lui aveva il casco con il tricolore e non ho mai potuto utilizzare la nostra bandiera nelle mie opere perché nel motociclismo questi sono i colori di Giacomo”.
Nella sua conversazione a Palazzo delle Albere, Drudi ha raccontato gli esordi con Graziano Rossi, il padre di Valentino, conosciuto sulle strade della Romagna, fino al ricordo di Marco Simoncelli: “Manca a tutti noi”.
Il soprannome “Patacca”, Gigi Sodano se l’è guadagnato invece nel 1999 quando fece cadere Valentino Rossi al Mugello: “La corsa era finita e Valentino era inseguito dai fan. Io mi ero messo in mezzo alla pista per riprenderlo. Lui pensò che io mi sarei spostato ed io feci lo stesso”. Il risultato fu che Valentino centrò Sodano e cadde dalla moto. “Quando si rialzò – ricorda Sodano – Valentino mi disse: ‘Ma va là, patacca!’”.
A Trento rimarrà esposta fino al 21 ottobre una parte importante della mostra “I colori del Motomondiale”, presentata per la prima volta a Milano in maggio: perché a essere esposti sono tutti i caschi realizzati da Drudi per Valentino Rossi nella sua carriera, oltre alle livree e alle tute speciali con le quali Yamaha ha corso in questi anni.