Cantautrice ma soprattutto radici che arrivano dal mondo della regia e della sceneggiatura e questo lo vediamo tanto dentro il video ufficiale del singolo “Rainbow” dentro cui campeggia anche la partecipazione di Andrea Gagliano. Parliamo di Elisa Scuto, parliamo di una canzone dai forti tratti internazionali e da una narrazione che affoga dentro l’amore e le sue discese. Un brano realizzato con la direzione artistica di Matteo D’Alessandro presso i famosi The Cave Studio di Catania.
Sai che devo scegliere la mia chiave di lettura? Questo brano mi lascia in bilico e non so decidere se respirare rinascita o chiudermi in una sconfitta… tu che ne pensi?
Assolutamente. Questa sensazione di sentirsi in bilico è in effetti ciò che volevo trasmettere con questo brano. È stato concepito proprio per evocare emozioni complesse e contrastanti che rappresentassero questa esperienza, che contiene sia momenti di rinascita che di delusione. La mia intenzione è stata quella di permettere al pubblico di percepire questa dualità e di sentirsi libero di interpretare e immedesimarsi nel brano secondo la propria percezione. La musica è una forma di espressione soggettiva che può essere vissuta e interpretata in modi diversi da ogni ascoltatore.
Come e in che modo hai curato la regia di questo video?
Curare la regia di questo video è stata una vera sfida, considerando che ero impegnata come protagonista nelle riprese e non potevo essere davanti e dietro la telecamera contemporaneamente. Non potendo gestire personalmente gli aspetti tecnici, come avrei voluto, ho avuto bisogno di affidarmi a qualcuno. Trovare la collaborazione giusta non è stato semplice, anzi! Fortunatamente, ho trovato in Leonardo Calanna una persona capace di comprendere e mettere in pratica la mia visione e lo ringrazio infinitamente per essere riuscito a realizzare il video!
Come hai lavorato anche con Andrea Gagliano?
Conosco Andrea da diversi anni e in passato avevamo progettato una collaborazione che purtroppo non si era concretizzata. Questo progetto ci ha dato finalmente la possibilità di lavorare insieme, e ci siamo divertiti molto. Ho avuto modo di apprezzare appieno le sue capacità e il suo talento. Sarebbe un piacere poter collaborare nuovamente con lui in futuro.
Cinema e musica, per usare etichette così ampie, sono mondi assai distanti proprio per il mezzo con cui si fa narrazione. Se ti chiedessi in quale dei due ti senti più a tuo agio?
Sinceramente, mi sento a mio agio in entrambi i mondi. Mi considero una persona ricca di sfaccettature (che sia un pregio o un difetto, ancora non l’ho capito!). Mi piace navigare tra le due realtà, esplorando e sfruttando le diverse opportunità che offrono per esprimere le mie idee e le mie emozioni, dando vita a ciò che la mia fantasia è in grado di creare. Spero che il mio lavoro possa coinvolgere il pubblico e trasmettergli emozioni e pensieri.
Lavorare ai The Cave Studio cosa ha significato per te e per il brano in se? E nello specifico come ti sei confrontata con Matteo D’Alessandro per non perdere la tua vera identità?
Lavorare ai The Cave Studio è stata un’esperienza significativa anche grazie all’atmosfera emozionale che ha contribuito a creare durante le registrazioni. Di Matteo D’Alessandro non mi stancherò mai di dire quanto ho apprezzato il suo straordinario talento nel comprendere e rispettare la mia identità artistica. La sua capacità di interpretare con tatto e precisione la mia visione dettagliata e meticolosa è stata fondamentale e rassicurante, consentendomi di esprimere appieno me stessa senza dover difendere la mia identità artistica.