Il fantasma del Campiello – Si narra che a Venezia vivesse, all’incirca alla fine del 600, il nobile Fosco Loredan il quale era sposato con la bella Elena, una delle figlie del fratello del doge Marino Grimani. La giovane era molto avvenente ed era corteggiatissima, il che suscitava non poco la gelosia del marito. Un giorno mentre il doge passeggiava tranquillamente per i vicoli e le calli nei pressi di Ponte di Rialto fu catturato dalle urla disperate di una donna. Incuriosito e allarmato seguì la voce fino a Campiello del Remer e, appena girato l’angolo si trovò faccia a faccia con una donna vestita di bianco che correva disperatamente inseguita da un uomo che brandiva un coltello. Con un balzo felino riuscì a bloccare l’uomo che, con sua sorpresa scoprì essere il Fosco. Gli chiese il motivo di quanto stesse accadendo e lui, per tutta risposta gli disse che la moglie lo tradiva e che meritava di morire. La bella Elena, tremante, negò disperatamente spiegando che l’uomo con cui il marito l’aveva vista altro non era che il cugino. Gli animi e le voci in pochi istanti tornarono ad animarsi poi, improvvisamente il fosco raggiunse la moglie e le tagliò la testa. Inorridito e furibondo Marino Grimani si trattenne da fare la stessa cosa al Fosco che lo implorava di graziarlo, di lasciarlo vivere e gli ordinò: “Prendi il corpo di Elena, caricatelo sulle spalle e la sua testa in mano, non lo abbandonerai né di giorno né di notte e lo porterai dal Papa a Roma. Sarà lui a stabilire il tuo destino”. E così, pur di aver salva la vita il fosco fece quanto gli era stato chiesto. A testa bassa andò a Roma a chiedere udienza al Papa. Attese per cinque lunghi mesi nella speranza di ottenere udienza e assoluzione ma fu tutto inutile. Fosco così dovette tornare a Venezia. Si recò dove aveva sgozzato la moglie e si gettò nel Canal Grande, lasciandosi annegare. Da allora, quando soffia la tramontana e c’è la luna piena, il corpo di Fosco riaffiora, tenendo tra le mani la testa di Elena…