Festa di Sant’Agostino 2017. Il card. Parolin: Agostino nelle Confessioni è l’icona del giovane migrante. Il 24 agosto nella basilica pavese di San Pietro in Ciel d’Oro, al termine della concelebrazione eucaristica presieduta da mons. Vittorio Lanzani, vescovo delegato della Fabbrica di San Pietro in Vaticano, verrà esposto alla venerazione dei fedeli il corpo di Sant’Agostino, che dal sec. VIII riposa a Pavia dove venne portato per volere del re longobardo Liutprando. Si apre così la Festa di Sant’Agostino 2017 che avrà il suo culmine il prossimo 28 agosto, memoria liturgica del Santo, con la solenne celebrazione presieduta dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato di Papa Francesco.
Proprio il cardinale Parolin, intervistato dal giornalista Antonello Sacchi, spiega “La nostra epoca, come è sotto gli occhi di tutti, si configura come una migrazione perenne, quasi ossessiva: vengono in Europa in particolare in Italia tanti dall’Africa come dall’Asia. In Italia la disoccupazione giovanile porta i giovani ad emigrare e, con loro, i genitori, che vanno a trovarli cioè li rincorrono. Agostino nelle Confessioni è l’icona del giovane migrante per una vita migliore (lui dall’Africa venne in Italia, a Roma, a Milano, e dopo cinque anni fece ritorno in patria alla sua Tagaste, ubicata ai confini dell’Impero romano). Lo segue la madre, suo fratello, sua sorella, alcuni parenti, alcuni amici. Durante le tappe migratorie erano sempre in cerca di un qualche aiuto, di un qualche amico, e pregavano sempre, cercavano Dio, la loro consolazione. Le Confessioni di Agostino sono, infatti, il libro di preghiera di un migrante“.
Domani, 24 agosto, 2per la seconda volta all’anno – la prima coincide con l’anniversario del battesimo di Agostino, avvenuto il 24 aprile 387 a Milano – verrà aperta la grata che protegge l’urna altomedievale all’interno della quale riposa sant’Agostino. L’apertura della grata è possibile solo grazie all’impiego contemporaneo di quattro chiavi, normalmente custodite dal priore agostiniano di San Pietro in Ciel d’Oro, dal vescovo di Pavia, dal sindaco di Pavia e dal capitolo della cattedrale pavese: questo a significare che Agostino, per la sua importanza nei secoli nell’ambito teologico, filosofico, civile e culturale, appartiene alla storia e alla contemporaneità di ogni cercatore di Verità.
Agostino voleva con ogni sua forza “essere felice”: a questo tendeva la ricerca che ha condotto tutta la vita. Una ricerca che lo ha spinto a cercare la Verità anche lontano dalla Chiesa salvo poi tornarvi perché aveva compreso che era per lui necessario spogliarsi dell’uomo vecchio e rivestirsi dell’uomo nuovo in Cristo, abbandonando ogni impudicizia e rivestendosi di grazia. Proprio “doctor gratiae” sarà il suo soprannome nel Medioevo, quella grazia divina che sola salva. Per essere felice, Agostino aveva compreso che doveva desiderare e possedere un bene eterno e non deperibile: Dio. Ecco perché quel ritorno a Colui dove riposa il cuore. Ecco perché Agostino è nostro contemporaneo: la ricerca della felicità, che coincide con quella della Verità, è propria di ogni persona in ogni epoca.
“La solennità di Sant’Agostino è come un ponticello romano che fa passare sopra le ferie estive per riprendere un altro tratto di strada” spiega don Gianluigi Corti, biblista e presidente del Comitato Pavia Città di sant’Agostino creato dalla Provincia Agostiniana d’Italia dell’Ordine di Sant’Agostino, dalla Diocesi di Pavia e dal Comune di Pavia all’indomani della visita di papa Benedetto XVI a Pavia nel 2007. “Cosa ci lasciamo alle spalle? Le iniziative per festeggiare i dieci anni dalla visita di Papa Benedetto il 22 aprile 2007 Celebrazioni, una bella mostra con foto dell’evento e frasi dai discorsi papali, un’ottima tavola rotonda con Elio Guerriero e Padre Nello Cipriani O.S.A. per il cui contenuto è aperto un cantiere per la pubblicazione. Soprattutto abbiamo ritrovato il vigore di questa espressione di Benedetto XVI: “E di qui parla ancora”. Così daremo voce alla presenza di Agostino con conversazioni teologico – filosofiche a quattro mani con gli amici della chiesa valdese nel quinto centenario della riforma. L’entusiasmo con cui gli amici valdesi si impegnano per una conoscenza condivisa di Agostino fa ben sperare per un lavoro comune sul grande filosofo-teologo d’Ippona Infine ci avviamo verso il 50 della settimana agostiniana voluta dal Beato Paolo VI. Come si vede Agostino potrebbe continuare a parlare da Pavia “in polifonia” e così l’armonia del suo pensiero ci può giungere in modo ancora più gradevole” conclude don Gianluigi Corti.
Il priore della comunità agostiniana pavese, Padre Antonio Baldoni OSA spiega: “In occasione della festa liturgica i coltivatori del suo pensiero, e anzitutto gli abitanti di Pavia, sono interpellati a riscoprirne anche la dimensione forse meno indagata, cioè la spiritualità. Il grande studioso di S. Agostino, P. Agostino Trapè, ha scritto un libro diventato un classico: Agostino: l’uomo, il pastore, il mistico. Sarebbe importante che l’aspetto mistico del vescovo di Ippona non fosse dato come acquisito, bensì portato a conoscenza di tutti: l’uomo di preghiera, dell’amore (Tardi ti ho amato!), del servizio generoso alla Chiesa, delle lacrime sparse pregando i salmi… Agostino non è un “oggetto” culturale da indagare: mi piace ricordare l’uomo innamorato di Cristo, il servo della Chiesa che considerava come Madre da onorare, oltre ad essere il filosofo e il sottile indagatore dei misteri della fede”.
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Comitato Pavia Città di Sant’Agostino
Costituito formalmente nel 2007 dal Comune di Pavia, dalla Diocesi di Pavia e dalla Provincia agostiniana d’Italia, con la partecipazione di numerose importanti istituzioni (Università di Pavia, Università cattolica di Milano, Istituto Patristico Augustinianum di Roma, Provincia di Pavia, Chiesa valdese di Pavia, Istituto per la Storia dell’Arte lombarda, Società per la Conservazione dei Monumenti dell’Arte cristiana in Pavia, Collegio S.Caterina di Pavia, Biblioteca Angelica di Roma, Progetti Società Cooperativa) il Comitato rappresenta un tentativo di rendere la città di Pavia, in tutte le sue articolazioni, ancora più consapevole dell’onore e della responsabilità che la storia, a partire da re Liutprando, le ha assegnato.
Fonte Antonello Sacchi