Festival Time in Jazz, al via la XXXI edizione del festival – Prende il via mercoledì 7 agosto la trentaduesima edizione di Time in Jazz, il festival ideato e diretto da Paolo Fresu, in programma fino a venerdì 16 tra il paese natale del trombettista, Berchidda (Ss), e gli altri centri e località del nord Sardegna, dall’entroterra alla costa, in cui si snoderanno le dieci giornate della manifestazione: Ardara, Arzachena, Bortigiadas, Budoni, Cheremule, Erula, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Mores, Nulvi, Olbia, Ploaghe, Porto Rotondo, Posada, San Pantaleo, San Teodoro, Telti, Tempio Pausania, Tula.
Un’edizione che si riconosce sotto il titolo “Nel mezzo del mezzo”, come “un’isola, la Sardegna, che sta idealmente tra l’Africa e l’Europa”, spiega Fresu nella sua presentazione: una “Terra di mezzo” in quell’“oceano contemporaneo delle nuove migrazioni degli anni Duemila” che è il Mediterraneo. Per il musicista di Berchidda è dunque in questo essere “nel mezzo” che va letta questa edizione del Festival internazionale Time in Jazz: “Una manifestazione storica che osserva e che ascolta porgendo attenzione alle migrazioni sonore e culturali di questi anni tese tra passato e presente, suoni acustici ed elettronica, mainstream e ricerca oltre che trasformazioni in essere e violente convulsioni socio-politiche. Sempre più sentiamo la responsabilità di dover ribadire il ruolo centrale della storia musicale italiana da innestare nel più vasto linguaggio del jazz che naviga in altrettanti mari e oceani da cento anni a questa parte”.
Ed è un’edizione particolarmente ricca e assortita, quella ai nastri di partenza, con una fitta serie di eventi musicali che si susseguiranno dal mattino alla notte in spazi e scenari differenti: la grande arena allestita, come sempre, nella piazza centrale di Berchidda, Piazza del Popolo, teatro dei concerti serali in programma dall’11 a Ferragosto, e i siti degli altri centri in cui il festival fa tappa con i suoi concerti. E, accanto alla musica, un ampio ventaglio di iniziative diverse: presentazioni di libri e novità editoriali, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, laboratori e spettacoli per bambini, la consueta rassegna di film documentari curata dal regista Gianfranco Cabiddu, e altro ancora.
La musica al via mercoledì 7 agosto
Come sempre, è la musica a tenere banco nelle dieci giornate del festival, con un programma che spazia tra stili e modi diversi di intendere il jazz, e un cast che annovera musicisti internazionali come Nils Petter Molvær, Jaques Morelenbaum, Omar Sosa e Yilian Cañizares, accanto a una nutrita schiera di artisti affermati e talenti emergenti della scena nazionale: Gegè Munari, Danilo Rea, Claudio Fasoli, Ramberto Ciammarughi, Monica Demuru con Natalio Mangalavite, Franca Masu e Sade Mangiaracina, Dino Rubino, Francesco Ponticelli, Simone Graziano, Giovanni Falzone, Sebastiano Dessanay, Daniele di Bonaventura e, naturalmente, Paolo Fresu.
Jazz (e dintorni), ma non solo: ecco allora nel cartellone la regina della canzone italiana, Ornella Vanoni, il liscio “trasversale” e contaminato dell’Orchestra Mirko Casadei, il duo Fantafolk di Vanni Masala e Andrea Pisu, i dj set di DJ Rocca. E ancora, la Funky Jazz Orkestra, street band di casa proprio a Berchidda, diretta dal trombettista Antonio Meloni, cui è affidato il compito di aprire il festival con la sua trascinante miscela di brani tra funky, jazz, pop, rock e arrangiamenti originali, nell’immancabile “concertazione navale” a bordo di un traghetto della Corsica Ferries–Sardinia Ferries in viaggio dal “continente” alla Sardegna: un evento reso possibile per il quattordicesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della Compagnia delle navi gialle. Partenza dal porto di Livorno mercoledì 7 agosto alle 10.30 con arrivo a Golfo Aranci alle 17. Altra musica a bordo della stessa motonave, la Mega Express 2, con “Seascape 3rd” della clarinettista e compositrice sarda Zoe Pia in trio con Mauro Ottolini (trombone e conchiglie) e Roberto De Nittis (pianoforte e toy piano): un’anteprima della seconda edizione di Pedras et Sonus – Jazz Festival Parte Montis, di cui Zoe Pia è la direttrice artistica, in programma dal 17 al 22 agosto in vari centri della Marmilla, sub-regione in provincia di Oristano; un ideale incontro in musica in mezzo al mare fra i due festival sardi.
La giornata inaugurale offrirà anche uno dei momenti più significativi di questa edizione numero trentadue di Time in Jazz: nel ventennale della scomparsa di Fabrizio De André, il festival ritorna a far tappa a L’Agnata, la tenuta nei pressi di Tempio Pausania che a metà anni Settanta divenne la dimora del grande cantautore genovese. Protagonista dell’omaggio a “Faber”, Danilo Rea (e ospiti a sorpresa) in una serata – con inizio alle 18, e già col tutto esaurito – che rinnova quello che è stato un “must” di tante edizioni di Time in Jazz (dal 2005 al 2011, con una ripresa due estati fa) e che negli anni ha visto esibirsi a L’Agnata, oltre allo stesso pianista romano, Maria Pia De Vito e Rita Marcotulli, il compianto Gianmaria Testa con Paolo Fresu e Lella Costa, Ornella Vanoni, Morgan, Teresa De Sio, Cristiano De André.
La giornata inaugurale si chiude a Golfo Aranci con la cantante (e attrice) Monica Demuru e il pianista Natalio Mangalavite, in concerto alle 21.30 nella Piazzetta in legno del lungomare con il loro progetto “Madera Balza”(pubblicato anche su disco lo scorso ottobre): brani che spaziano tra repertorio di tradizione folk, pop, cantautorale, jazz (da De André e Conte a Victor Jara, a Piazzolla, De Moraes e Jobim), e creazioni originali ispirate a due dei temi guida del festival Time in Jazz 2015 e 2016, le Ali e i Piedi. Tutto questo sempre all’insegna di una forma canzone fortemente narrativa e aperta all’improvvisazione, sintesi delle rispettive provenienze latine di Monica Demuru e Natalio Mangalavite – Sardegna e Argentina – anche se lontane tra loro.
Giovedì 8
Un’intera giornata sulla costa per Time in Jazz, giovedì 8, che si apre alle 11 a San Teodoro, con il sassofonista Claudio Fasoli, nome di primo piano della scena musicale nazionale dai tempi del gruppo Perigeo, qui in trio con Michele Calgaro alla chitarra elettrica e Gianni Bertoncini alla batteria e all’elettronica: un trio nato alla fine degli anni Novanta per sperimentare le possibilità espressive di un piccolo organico senza il tradizionale supporto del contrabbasso.
Una cinquantina di chilometri separano San Teodoro dal borgo di San Pantaleo, dove è di scena alle 18 un altro trio, quello del pianista fiorentino Simone Graziano con Francesco Ponticelli al contrabbasso e al synth, e Enrico Morello alla batteria. Chiarezza di idee, riferimenti contemporanei, scrittura elegante e sofisticata sono gli ingredienti che caratterizzano questo progetto recente, tra i più innovativi della scena jazz italiana, che tra il nome dal disco del settembre 2017, “Snailspace”.
Chiusura di giornata in rosa, alle 21.30, sulla spiaggia di Porto Ottiolu, nei pressi di Budoni, con la cantante algherese Franca Masu e la pianista siciliana Sade Mangiaracina. Personalità versatile la prima, capace di fondere in uno stile personalissimo fado, musica napoletana, sarda, tango, morna e reminiscenze arabe; anima pienamente jazz la seconda, musicista brillante e forte della sua originale cifra stilistica. Il percorso musicale che hanno scelto di condividere, esalta temi d’autore famosi e in gran parte riconducibili a film importanti fondendo la cultura mediterranea con l’anima più romantica ed emozionale del Sud del mondo.
Venerdì 9 agosto
La terza giornata prende il via alle 11 nel parco eolico di Sa Turrina Manna, nei pressi di Tula, con il primo dei due piano solo di Ramberto Ciammarughi in programma al festival (il secondo sarà domenica 11 mattina a Bortigiadas). Attivo dai primi anni Ottanta, il musicista di Assisi firma una produzione originale, “Invenzioni – pensieri – canzoni”, un concerto basato su brani originali e pezzi noti riletti con libertà espressiva e libere improvvisazioni; “tutto contenuto in un’unica ‘arcata drammaturgica’”, dichiara Ciammarughi, “un unico respiro, come in uno spettacolo teatrale”.
La rotta del festival fa scalo alle 18 in Anglona, a Erula, nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, dove il pubblico ritrova Claudio Fasoli, stavolta alla guida del Samadhi Quartet, con Michelangelo Decorato al pianoforte, Andrea Lamacchia alla chitarra e Marco Zanoli alla batteria. Una formazione che promette emozioni sul piano dell’intensità espressiva e della imprevedibilità degli sviluppi tematici e improvvisativi, con un repertorio basato su recenti composizioni del leader sassofonista, suonate con freschezza e spirito di ricerca.
Si respira aria di mare, in serata (ore 21.30), alla Torre costiera di Porto Rotondo (Olbia): Sade Mangiaracina, reduce dal duo con Franca Masu della sera prima, si propone in questa occasione in trio con Marco Bardoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. La pianista siciliana (di Castelvetrano, classe 1986) presenta il suo disco “Le mie donne“, pubblicato un anno fa dall’etichetta Tǔk Music di Paolo Fresu: otto ritratti in musica di grandi figure femminili, otto brani originali composti e arrangiati da lei stessa, che mettono in evidenza l’anima mediterranea di Sade Mangiaracina inserita nel contesto della musica improvvisata.
Sabato 10
Si resta sulla costa, l’indomani mattina, alla Pineta di Orvile, poco fuori Posada, per un’altra produzione originale di Time in Jazz: il debutto, alle 11, di uno Special Duo formato dal pianista Dino Rubino e il contrabbassista Francesco Ponticelli, entrambi legati a Paolo Fresu e alla sua etichetta, qui alle prese con un repertorio che si annuncia all’insegna della varietà dei generi, folk, gospel, musica originale e jazz, cercando soprattutto un dialogo umano e musicale da condividere col pubblico.
Nuova puntata in Anglona nel tardo pomeriggio (ore 18), a Nulvi, nel suggestivo contesto del tempio nuragico a pozzo di Irru, per assistere alla prima volta di un altro inedito duo, quello del pianista Simone Graziano e il sassofonista Claudio Fasoli.
L’ultimo impegno della quarta giornata riporta Time in Jazz verso la costa, ad Arzachena: tra le rocce della località Li Conchi, alle 21.30, suona il quartetto di Francesco Ponticelli, formazione attiva dal 2010 che, insieme al contrabbassista, riunisce alcuni dei più freschi e creativi musicisti della nuova scena jazz italiana: Dan Kinzelman (sax e clarinetti), Enrico Zanisi (piano), Enrico Morello (batteria). Due dischi all’attivo (entrambi per la Tuk Music), “Ellipses” (del 2014) e “Kon-Tiki” (2017), per questo quartetto che ricerca incessantemente un’alchimia tra la forza delle composizioni e la libertà dell’improvvisazione.
Domenica 11
Seconda tappa del festival in Gallura, domenica 11, a Bortigiadas, e secondo piano solo di Ramberto Ciammarughi, impegnato dalle 11 nella Chiesa della Santissima Trinità in una nuova produzione originale del festival: il titolo,“Ciammarughi Plays Fresu Plays Ciammarughi”, rivela il contenuto del concerto, basato su composizioni originali sia del pianista umbro che del trombettista sardo, due musicisti, due universi espressivi che si incontrano di nuovo, dopo molti anni, nella fase di una piena maturità.
La Cappella estiva Madonna del mare a Loiri Porto San Paolo ospita alle 18 il “Modus Operandi“ del trombettista Giovanni Falzone e il batterista Alessandro Rossi, un duo che si muove senza barriere di genere e senza pregiudizi nei confronti della musica, esplorando tutti i luoghi emozionali che è capace di originare. Musica che mantiene un legame stretto col jazz, e che mescolando strumentazione elettronica al suono acustico degli strumenti, genera una sonorità sempre fresca e sorprendente, enfatizzata dalla mancanza di uno strumento armonico, privilegiando così la melodia e il ritmo.
In serata i riflettori si accendono per la prima volta sul palco centrale del festival, quello allestito nella Piazza del Popolo a Berchidda. Ed è un evento davvero speciale quello in programma con inizio alle 21.30: “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker“, produzione del Teatro Stabile di Bolzano nata dalla fusione e dalla sovrapposizione tra la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu alla tromba e al flicorno con Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e le voci evocative di un cast composto da Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone. Parole, immagini e musica per rievocare uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, Chet Baker, jazzista tanto maledetto quanto leggendario, in questo spettacolo che approda per la prima volta in Sardegna, reduce da una stagione che ha registrato ovunque un grande successo di pubblico.
Ripetendo l’esperienza dell’anno scorso, tutte le serate in piazza del Popolo avranno un dopoconcerto all’insegna deidj set d’autore nella piazzetta adiacente il palco: protagonista DJ Rocca (al secolo Luca Roccatagliati), producer e musicista attivo da metà anni Novanta, già dj resident di un locale di culto per la club culture qual è stato il Maffia di Reggio Emilia e con un bagaglio di esperienze che conta singoli, remix e album per alcune delle migliori etichette internazionali e collaborazioni con Howie B, Zed Bias, Dimitri From Paris, Daniele Baldelli, i Jazzanova e Franco D’Andrea.
Lunedì 12
La giornata di lunedì 12 prende le mosse alle 11 dalla Chiesa di San Giovanni Battista nella campagna intorno a Mores, con il contrabbassista Sebastiano Dessanay e il suo progetto artistico 377 che lo vede impegnato ad attraversare la Sardegna in bicicletta: 377 paesi (tutti i comuni dell’isola) in 377 giorni per un viaggio partito lo scorso ottobre dal quale verrà fuori un personalissimo ritratto dell’isola. A Time in Jazz, insieme al trombettista Fulvio Sigurtà e al fisarmonicista Fausto Beccalossi, Sebastiano Dessanay presenta in anteprima assoluta alcune composizioni nate in itinere durante il viaggio insieme ad altre composizioni del contrabbassista sardo, che in questa occasione suonerà anche il suo strumento di viaggio, l’ukulele basso.
Nel pomeriggio, a Olbia, torna in azione il trombettista Giovanni Falzone, stavolta alla testa del suo quintetto con Filippo Vignato al trombone, Fausto Beccalossi alla fisarmonica, Giulio Corini al contrabbasso e Alessandro Rossi alla batteria: alle 18, nella Chiesa di San Paolo, presenta “Pianeti affini“, un progetto (anche su disco) ispirato all’omonima opera pittorica dello stesso Falzone e al fascino dell’immensità dell’universo. “A seguito di questo primo dipinto” spiega il trombettista “è subito scaturito il desiderio di associare una serie di composizioni e sviluppare un’intera Suite attorno a questo argomento. L’obbiettivo principale fin da subito è stato quello di non voler fare un lavoro didascalico su ciascun pianeta ma bensì quello di creare un parallelismo tra le affinità cosmiche e le affinità necessarie che devono nascere all’interno di un gruppo musicale quando si accinge a registrare un progetto, creando così un microcosmo fatto di intesa, relazioni umane e creatività“.
Alle 21.30, a Berchidda, il palco di Piazza del Popolo accoglie i primi ospiti internazionali di questa edizione del festival, il pianista Omar Sosa e la violinista Yilian Cañizares con il loro progetto “Aguas“ (pubblicato su disco lo scorso ottobre): una miscela coinvolgente e creativa di jazz, musica classica e delle radici afrocubane dei due artisti, qui affiancati dal percussionista venezuelano Gustavo Ovalles come special guest.
Martedì 13
Altro impegno per Omar Sosa l’indomani mattina (martedì 13), atteso alle 11 in un piano solo alla chiesetta campestre di San Bachisio in agro di Telti. Poliglotta musicale, capace con la sua arte di unire i continenti, il pianista nato a Camagüey cinquantaquattro anni fa, si esprime in un linguaggio jazzistico globale, stilisticamente unico, che celebra la diversità delle anime della musica delle Americhe e oltre, coltivando sempre un’intima connessione con le sue radici afrocubane.
Dalla Cuba di Omar Sosa al Brasile di Jaques Morelenbaum, in concerto alle 18 nel Convento dei Cappuccini a Ploaghe. Tra i più importanti rappresentanti della musica brasiliana nel mondo, il violoncellista conta una miriade di collaborazioni con artisti di fama internazionale, testimoniate da centinaia di dischi in cui risulta di volta in volta arrangiatore, produttore, compositore o strumentista: collaborazioni con grandi artisti brasiliani, come Antonio Carlos Jobim, Caetano Veloso, Gal Costa, Gilberto Gil, Maria Bethania, Chico Buarque, Milton Nascimento, ma anche con altri musicisti come la compianta Cesaria Evora, Ryuichi Sakamoto, Sting, lo stesso Omar Sosa.
Altri suoni e atmosfere, in serata a Berchidda, con l’atteso ritorno a Time in Jazz, dopo diciotto anni, di Nils Petter Molvaer, già tra i protagonisti della memorabile edizione del festival dedicata alle trombe, nell’agosto 2001. Classe 1960, profeta, pioniere e ambasciatore nel mondo delle nuove tendenze del jazz nordico, capace di unire generi e stili differenti – jazz, ambient, house, elettronica, hip hop, rock – e rimodellarli con naturalezza in originali paesaggi sonori di profonda intensità, il trombettista norvegese sarà sul palco di piazza del Popolo a partire dalle 21.30 con l’inconfondibile suono del suo strumento, alla testa di un gruppo con Johan Lindstrøm alla chitarra, Jo Berger Myhreal basso e Erland Dahlen alla batteria.
Mercoledì 14
Ci sarà modo di ascoltare ancora la tromba di Nils Petter Molvaer l’indomani, mercoledì 14, in un’esibizione solitaria, alle 11 nel suggestivo scenario offerto dalla chiesa romanica di Nostra Signora del Regno, a Ardara: una nuova occasione per apprezzare il musicista norvegese, capace di spaziare tra le diverse influenze musicali che compongono il caleidoscopio del suo stile con una cifra personale e sempre riconoscibile.
Nel pomeriggio – alle 18 nell’area archeologica di Museddu, poco fuori Cheremule – ritorna invece a Time in Jazz, a distanza di un anno, il decano dei batteristi jazz italiani, Gegè Munari, in quintetto con il trombettista Francesco Lento, il sassofonista Marco Ferri, il pianista Domenico Sanna e il contrabbassista Vincenzo Florio, giovani compagni d’avventura con cui ha anche inciso un disco live nel 2015. Il repertorio si concentra su uno dei periodi più belli della storia del Jazz americano, l’era del Blue Note Sound degli anni ’60 di Lee Morgan, Herbie Hancock, Miles Davis. Classe 1934, attivo dai primi anni Sessanta, tra le sue numerose collaborazioni, il batterista campano conta quelle con Gato Barbieri, Enrico Rava, Franco D’Andrea, Martial Solal, Lee Konitz e Enrico Pieranunzi, oltre ad aver accompagnato artisti come Liza Minelli, Mirelle Martieu, Jerry Lewis.
Riflettori nuovamente puntati su Paolo Fresu, la sera del 14 agosto, a Berchidda, stavolta impegnato in una produzione originale del festival, in trio con il bandoneonista Daniele di Bonaventura (col quale condivide da anni un riuscito sodalizio artistico) e il violoncellista brasiliano Jaques Morelenbaum (una collaborazione nata sulla scia dell’album “Alma” di Paolo Fresu e Omar Sosa, uscito nel 2012 per la Tuk Music). Alle 21.30 sul palco di Piazza del Popolo.
Giovedì 15, Ferragosto
A Time in Jazz, come da tradizione, la giornata di Ferragosto si snoda anche quest’anno tra le chiesette di San Michele e Santa Caterina, nella campagna poco fuori da Berchidda, con una successione di appuntamenti in programma dal mattino al tardo pomeriggio.
Il primo, dedicato ai più piccoli, è alle 10 intorno alla chiesa di San Michele dove ritorna il regista, attore e autore Giancarlo Biffi con l’intrepido e coraggioso gufetto Rosmarino, protagonista del racconto “Rosmarino ma tu mi vuoi?“, una tenera storia d’amore e gelosia fraterna per piccoli lettori, pubblicata su carta da edizioni Segnavia; in azione, con Biffi, Paolo Fresu alla tromba, Sonia Peana al violino e la voce di Catia Gori.
Un’ora più tardi, alle 11, sempre a San Michele, si parla di Il Jazz va a Scuola, l’associazione nata lo scorso febbraio, a un anno esatto dalla costituzione della Federazione Nazionale Il Jazz Italiano presieduta da Paolo Fresu, con l’obiettivo di promuovere, sviluppare, diffondere e valorizzare nella scuola il linguaggio del jazz, le pratiche dell’improvvisazione e dell’invenzione e la conoscenza degli aspetti socioculturali e musicali di questi ambiti. Un progetto che prosegue e amplia il grande lavoro avviato negli ultimi anni dal mondo del jazz italiano che gravita intorno all’associazione I-Jazz. Il Jazz va a Scuola è presieduta dalla cantante Ada Montellanico che insieme al vicepresidente Mario Piatti interverrà all’incontro.
A seguire, musica con il quintetto di Gegè Munari e la seconda parte del suo “Blue Note Project“, prima del trasferimento nella vicina chiesetta di Santa Caterina per l’immancabile pranzo tipico berchiddese.
Il pomeriggio si apre alle 17 con la presentazione di “Tanto per cambiare“, un saggio di Enrico Parsi (Pacini Editore, 2019) dedicato a Time in Jazz, il cui contenuto è ben sintetizzato nel sottotitolo: “Paolo Fresu, Berchidda e altre storie di economia civile“.
Poi, alle 18, sempre alla Chiesa di Santa Caterina, altro immancabile appuntamento del ferragosto di Time in Jazz, quello con i suoni della tradizione: di scena quest’anno il duo Fantafolk di Andrea Pisu e Vanni Masala, due riconosciuti maestri dei rispettivi strumenti, le launeddas e l’organetto diatonico, impegnati da alcuni anni in un percorso di sperimentazione che, partendo dagli schemi ritmici dei balli sardi, si apre a diverse influenze esterne creando una musica coinvolgente e dal forte carattere personale.
La serata di Ferragosto in Piazza del Popolo è come sempre divisa in due set: il primo vede quest’anno al centro dei riflettori un’autentica icona della canzone italiana, Ornella Vanoni. Tra le sue più recenti imprese, la partecipazione al Festival di Sanremo 2018 (insieme a Bungaro e Pacifico) con il brano “Imparare ad amarsi”, che le valgono il premio Sergio Endrigo “Migliore Interpretazione” e il premio Dopofestival “Baglioni D’Oro” alla migliore canzone; nello stesso periodo esce la raccolta antologica “Un Pugno di Stelle” (Sony Music) che racchiude le canzoni più importanti hanno accompagnato la sua carriera, mentre lo scorso settembre l’etichetta Tuk Music di Paolo Fresu ha ripubblicato “Argilla”, l’album del 1997 in cui Ornella Vanoni è affiancata, tra gli altri, dallo stesso trombettista sardo. Ad accompagnarla, invece, sul palco di Time in Jazz saranno Fabio Valdemarin al pianoforte, Nicola Oliva alla chitarra, Nicola Di Camillo al basso e Paolo Muscovi alla batteria.
Poi, nella seconda parte della serata (con ingresso gratuito), tolte transenne e poltroncine, spazio alla consueta festa di Ferragosto: a menare le danze, quest’anno, sarà l’Orchestra Casadei che, guidata dal 2000 da Mirko Casadei, intreccia suoni e sapori di generi musicali di svariate provenienze; il liscio, marchio della dinastia romagnola, diventa trasversale, contamina e si fa contaminare, incrociando reggae, ska, taranta, altri ritmi e generi. Esperienze che arrivano anche dagli incontri live che hanno visto Mirko Casadei in jam session con artisti come Goran Bregovic, Frankie hi-nrg mc, Roy Paci Aretuska, Eugenio Bennato, Massimo Bubola, Gloria Gaynor, Kid Creole, Morgan, i Modena City Ramblers e, lo scorso anno, l’Orchestra della Notte della Taranta e Paolo Fresu.
Venerdì 16 agosto
L’ultima giornata del festival si apre alle 12 al Museo del Vino di Berchidda, con l’immancabile presentazione della bottiglia da collezione di Time in Jazz, realizzata in collaborazione con le tenute Aini e Atlantis, seguita poi da quella del libro “Time in jazz Diary” del fotografo Roberto Cifarelli (presente al festival anche con due mostre personali).
Alla stessa ora, ma all’aeroporto di Olbia, parte “Air bandoneon”, un concerto in solo di Daniele di Bonaventura: e sarà una bella occasione per apprezzare a pieno lo strumento principe del tango, il bandoneon, che nel musicista marchigiano trova uno dei suoi maggiori interpreti sulla scena internazionale. Classe 1966, forte di una una solida preparazione musicale, coltivata fin da bambino, Daniele di Bonaventura ha sviluppato una feconda produzione artistica e collaborazioni che spaziano dalla musica classica a quella contemporanea, dal jazz al tango, dalla musica etnica alla world music, con sconfinamenti nel campo del cinema, del teatro e della danza.
Reduce da questa esibizione, proposta da Time in Jazz in partnership con l’Aeroporto Olbia Costa Smeralda, Daniele di Bonaventura sarà poi protagonista con Paolo Fresu dell’ultimo atto del festival, che anche quest’anno va in scena nel prezioso contesto naturalistico dello Stagno di San Teodoro. È un felice sodalizio artistico, quello fra il trombettista sardo e il bandoneonista marchigiano, cementato negli anni attraverso tanti concerti e progetti (in particolare quelli con il coro corso A Filetta) e culminato nell’album “In maggiore” pubblicato nel 2015 dalla prestigiosa etichetta ECM.
Altri eventi
Se la musica fa la parte del leone, Time in Jazz conferma però anche in questa edizione l’apertura verso altre forme espressive come la letteratura, il cinema, e l’ascolto del mondo in cui viviamo, con un’attenzione speciale riservata alle tematiche ambientali e sociali.
Sul tema di questa edizione si sviluppa “Stare nel Mezzo”, la rassegna di film e documentari a cura del regista Gianfranco Cabiddu, che presenta una selezione di opere con il comune denominatore di raccontare l’uomo nel momento di “mezzo”, nell’incertezza del transito migratorio, nella precarietà del rifugiato, nell’alba di un nuovo destino di rinascita e speranza, nel terreno della vita concreta e del sogno. Condizione di “mezzo” è quella dei profughi di tutte le guerre, come quelli narrati da Barbara Cupisti nel suo trittico di documentari “Esuli”, tre storie che indagano sulle ragioni dell’esilio, ovvero le guerre, le persecuzioni politiche, razziali e religiose, i cambiamenti ambientali e il depauperamento delle risorse. “Mater Matera”, di Simone Aleandri, racconta invece l’unico capoluogo di provincia d’Italia senza stazione ferroviaria, la magica città lucana ancora in uno stato di semi-isolamento, un attimo prima di aprirsi al mondo diventando capitale europea della cultura 2019. In chiusura “As time goes by”, di Simone Aleandri, ritratto di Silvano Campeggi, in arte Nano, l’uomo che ha illustrato i sogni degli italiani dal dopoguerra fino agli anni ’60 in più di tremila manifesti cinematografici (da “Via col Vento” a “Casablanca”, a “Ben Hur” e “West Side Story”), alimentando i sogni di generazioni dai muri delle nostre città.
Spazio anche all’arte, alla Casara, edificio che nel nome rivela il suo precedente uso per la produzione e la vendita di prodotti caseari, di recente restaurato e trasformato nella sede dell’associazione Time in Jazz a Berchidda. Qui si potrà visitare la Collezione di Arte contemporanea, nata nel 1997 in seno al progetto PAV – progetto arti visive, che getta uno sguardo sulla ricerca e la sperimentazione artistica in Sardegna comprendendo anche opere di artisti nazionali e internazionali che hanno partecipato alle iniziative del festival nel corso degli anni.
La Casara ospita in questa edizione due mostre del fotografo Roberto Cifarelli, da anni in prima linea con il suo obiettivo per immortalare tutte le sfaccettature che compongono il variopinto caleidoscopio del festival; il racconto delle emozioni e dell’atmosfera che rendono speciale Time in Jazz, tra paesaggi suggestivi, profumi, suoni, arte e incontri è condensato nella selezione di immagini di “Time to Time 2018”, mentre i musicisti, con il loro sguardo, sono i protagonisti di “The Black Square”, un’esposizione di intensi ritratti in bianco e nero, che cercano di catturare l’anima di coloro che trasformano le proprie emozioni in musica.
E alla Casara, dall’11 al 15, trova spazio anche la consueta sezione del festival dedicata agli incontri con i libri e gli autori (tutti con inizio alle 19): tra gli ospiti, il sassofonista Claudio Fasoli, già di scena al festival con il suo quartetto e in trio, che domenica 11 presenta il suo libro “Inner sounds – nell’orbita del jazz e della musica libera“ (edito da AgenziaX nel 2017): un viaggio, attraverso la sua esperienza personale, nel jazz come stile di vita e musica in cui si incontrano, sempre all’insegna della libertà, altri generi e forme espressive come cinema, musica e arte. La vita senza regole del genio bellissimo e maledetto del jazz, Chet Baker, è invece al centro del romanzo “E nemmeno un rimpianto” (Mondadori 2011) di Roberto Cotroneo, protagonista dell’incontro di lunedì 12. Martedì 13 è poi la volta dello scrittore cagliaritano Flavio Soriga con il suo nuovissimo romanzo “Nelle mie vene”, uscito lo scorso maggio per Bompiani. “Non potho reposare. Il canto d’amore della Sardegna” è il saggio (libro più cd) dell’etnomusicologo Marco Lutzu, edito da Nota nel 2017, che ricostruisce la storia e la diffusione della popolarissima canzone composta un secolo fa da Giuseppe Rachel su un testo di Salvatore Sini; mercoledì 14, insieme a Lutzu parteciperanno all’incontro, condotto da Ottavio Nieddu, la cantante Ilaria Porceddu, Daniela Deidda (voce recitante) e il musicista Stefano Rachel, pronipote dell’autore della melodia di “Non potho reposare”. Completa la serie di presentazioni letterarie (giovedì 15) il “padrone di casa” Paolo Fresu, che lascia per una volta tromba e flicorno per impugnare la penna e firmare la raccolta di “Poesie jazz per cuori curiosi“, uscita l’anno scorso per Rizzoli.
Anche quest’anno proseguono le iniziative del festival di promozione e sensibilizzazione ambientale riunite sotto l’insegna Green Jazz, che dà voce ai temi del risparmio energetico, dell’uso delle energie alternative, della differenziazione dei rifiuti, dell’abbattimento delle emissioni di CO2, anche nell’intento di ridurre l’impatto del festival sull’ambiente. Time in Jazz fa inoltre parte, da ottobre 2017, del progetto triennale europeo LIFE GreenFEST – Green Festivals and Events through the Sustainable Tenders, che mira alla diffusione di buone pratiche per l’adozione di criteri ambientali minimi nel campo delle attività culturali finanziate, promosse o organizzate dalle pubbliche amministrazioni. Coordinatore del progetto è ANCI Lombardia, e tra gli associati, insieme all’Associazione Time in Jazz, figurano: Fondazione Ecosistemi, Comune di Bergamo, Comune di Cremona, Federculture, Comune di Fano, Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e Tecla.
L’incontro tra culture attraverso lo scambio e la condivisione di saperi, arti e mestieri è un tema molto caro a Time in Jazz, che già lo scorso anno ha sperimentato alcune attività laboratoriali per favorire l’integrazione dei cittadini stranieri. Quest’anno il festival propone Babel – Migrant Reloaded, una parata multietnica, spettacolo interdisciplinare e interculturale itinerante; un progetto nato dalla necessità della cooperativa Theatre en vol di Sassari e di Time in Jazz di dare uno spazio rilevante alla convivenza multiculturale, e realizzato grazie alla collaborazione con le comunità di accoglienza, le associazioni delle comunità migranti, l’associazione Alisso e l’African Union Sardegna. Si svolge attraverso dei laboratori integrati che mirano alla creazione di uno spettacolo itinerante interdisciplinare. Dopo la prima uscita in occasione di Africa Day, il 25 maggio scorso, il progetto curato dal Theatre en vol sbarca a Berchidda dove alcuni percussionisti africani, provenienti da Senegal, Gambia, Mali e Mozambico, guidati da Jacopo Cadeddu e da Michèle Kramers, incontrano la Funky Jazz Orkestra diretta da Antonio Meloni. La parata parte dall’esperienza maturata durante il progetto Caravan Next: Feed the Future – Art moving cities e il successivo lavoro con migranti in diversi contesti per dare espressione artistica e performativa ai valori quali il diritto di libertà di movimento, di libertà d’espressione e di dignità delle persone.
Time to Children
Uno spazio speciale è riservato ai progetti per i bambini, che si snoderanno in varie iniziative raccolte sotto il titolo “Time to Children“. Lunedì 12 inizieranno i progetti musicali, con due appuntamenti a cura dell’associazione Realtà di Debora Mancini: la mattina con il pianista e polistrumentista Daniele Longo in “Un pianoforte come cielo”, un concerto per bambini da 0 a 36 mesi, che verranno guidati in un viaggio sensoriale insieme ai loro genitori, alla scoperta della musica e dei suoni, attraverso l’esperienza viva dell’ascolto, della vista e del contatto. Nel pomeriggio Daniele Longo affiancherà invece l’attrice Debora Mancini in “Piano Leggendo”, un’esplorazione sensoriale guidata del pianoforte in tutti i suoi aspetti, per bambini dai 3 anni in su. Martedì 13, tre fiabe africane o “Nenen“ saranno raccontate dall’attore e musicista ivoriano Rufin Doh Zeyenouin in un laboratorio per bambini (8-12 anni) che coinvolgerà gli spettatori nell’interpretazione dei personaggi, con l’abbinamento di canzoni africane da imparare e eseguire sul momento.
Ancora il pubblico, in questo caso bambini e adulti, potrà partecipare mercoledì 14 agosto al “Drum Circle“ del percussionista Stefano Baroni: un cerchio di percussioni in cui chiunque può fare musica, lavorando sull’ascolto, sulla propria musicalità e su quella di gruppo attraverso delle semplici tecniche: un modo di fare musica insieme fortemente inclusivo, accessibile a persone di ogni età e cultura.
E ai bambini è dedicato anche il già citato appuntamento della mattina di Ferragosto, nella chiesetta di San Michele, con il regista, attore e autore Giancarlo Biffi e il suo racconto “Rosmarino ma tu mi vuoi?“.
La Pimpa, la popolare cagnolina a pois nata dalle matite di Altan, è la protagonista di una mostra educativa che la Biblioteca di Sardegna sta presentando, dallo scorso luglio e fino a ottobre, in diverse località dell’isola: oltre a Cargeghe e Tresnuraghes, e prima di far tappa a Jerzu (dal 23 al 30 agosto) e a Gavoi (dal 14 al 22 settembre), l’esposizione pianta le tende nella Ludoteca di Berchidda nei giorni del festival. Promossa da Franco Cosimo Panini Editore, e curata dall’associazione culturale Hamelin, la mostra propone attraverso pannelli interattivi, giochi e attività un viaggio nel mondo di Pimpa, dei suoi personaggi e delle sue storie a metà tra realtà e fantasia.
Biglietti e prevendite
Come di consueto, l’ingresso è a pagamento per i concerti che si tengono nell’arena allestita in Piazza del Popolo a Berchidda. Il biglietto intero nel primo settore costa 25 euro, il ridotto 22. Novanta euro è invece il prezzo dell’abbonamento intero, ottanta euro il ridotto. Nell’abbonamento non è compreso lo spettacolo “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker“, in programma l’11 agosto.
Biglietti e abbonamenti si possono acquistare online su circuito Vivaticket e nei punti vendita autorizzati. La segreteria di Time in Jazz risponde al numero telefonico 079703007 e all’indirizzo di posta elettronica info@timeinjazz.it. Aggiornamenti e altre notizie sono disponibili sul sito www.timeinjazz.it e alla pagina www.facebook.com/timeinjazz.
Partner e sponsor
La trentaduesima edizione di Time in Jazz è organizzata dall’associazione culturale Time in Jazz con il sostegno dell’Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport e dell’Assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio della Regione Autonoma della Sardegna, del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Comunità Montana Monte Acuto, delle Amministrazioni Comunali di Berchidda e degli altri centri coinvolti nel festival, e dell’Agenzia Regionale Forestas, con il contributo della Fondazione di Sardegna e del Banco di Sardegna – BPER Gruppo, di Unipol Gruppo, di Corsica Ferries–Sardinia Ferries e della SIAE. Supportano il festival anche il Consorzio di Porto Rotondo e Jaguar Land Rover, la cooperativa Latte Arborea, Geasar – Aeroporto Costa Smeralda, Faenza Group. Media partner Radio Monte Carlo, Spotify, Spreaker e Scuola Holden.
Time in Jazz fa parte dei progetti LIFE GreenFEST, dell’Associazione I-Jazz, della Federazione nazionale Il jazz italiano e del Sardinia Jazz Network.
La segreteria di Time in Jazz risponde al numero telefonico 079703007 e all’indirizzo di posta elettronica info@timeinjazz.it. Aggiornamenti e altre notizie sono disponibili sul sito www.timeinjazz.it e alla pagina www.facebook.com/timeinjazz.