Feyra si racconta

Raccontaci brevemente quando e come hai iniziato a fare musica

Ho iniziato quando avevo 6 anni suonando il pianoforte e cantando i classici della musica italiana. Ricordo che i miei cavalli di battaglia erano “Marina” di Rocco Granata e “Luglio col bene che ti voglio” di Riccardo del Turco. Poi ho suonato le tastiere in vari gruppi e a 22 anni ho iniziato a scrivere le prime canzoni e ho fondato una big band.

Quali sono i temi di “Complesso d’inferiorità”?

I temi di complesso di inferiorità sono celati sotto l’ironia del testo. Parlo di insicurezze, di bassa autostima, di ostacoli quotidiani. Ma la vita è più bella quando ti accetti così come sei.

Cosa pensi dell’attuale situazione musicale? Si tornerà presto sul palco?

Con l’arrivo della pandemia la musica è comunque andata avanti con molte uscite discografiche. Oggi il panorama italiano è molto variegato e la scena indipendente è approdata nei grandi circuiti. Spero vivamente che si torni presto su un palco ma secondo me il ritorno alla normalità è un po’ lontano.
Siamo tutti in attesa di nuove regole che però non devono discriminare le piccole produzioni.

Quali sono i prossimi passi del tuo percorso musicale?

L’uscita di altri singoli che anticiperanno l’album e ritornare finalmente a “casa” cioè sul palco a cantare per la gente. Questo è l’augurio che faccio al mondo dello spettacolo.

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