Forelock: nuove direzioni e nuova vita da seguire

Uno sfogo personale che spinge dal centro del vivere di ogni giorno per arrivare alla luce e celebrare la ragione stessa d’esistenza. Dentro un suono Dub prodotto e pubblicato da La Tempesta Dub e questo disco che nel titolo scrive il suo vero e proprio manifesto: “Follow Me”.  Parliamo con Alfredo Puglia, con Forelock, parliamo di questo lavoro che spezza un poco le abitudini ma sempre al centro pone la vita stessa… ricami melodici dentro cui la lirica si mescola con il suono confezionato ad arte da ULTRANOIZE (Federico Mazzolo, beat maker friulano), e mixato dal guru del Dub italiano Paolo Baldini. Una chiacchierata assai raffinata che dimostra quanta vita c’è dietro un suono che si ancora con stile ad una scuola classica ormai lontana di generazioni.

Noi partiamo sempre chiedendo della bellezza. La bellezza che vada oltre la solita vetrina di scena. Per Forelock cos’è per davvero la bellezza?
Io sono un grande fan della bellezza! (Direi anche che in generale è difficile non esserlo)
Ognuno ha maturato negli anni la sua idea di bellezza, per me il “bello” è qualcosa che illumina e sbaraglia i filtri della mia persona. Ovviamente lo devo poter osservare, ascoltare ecc, quindi saranno i miei occhi e le mie orecchie ad approcciarsi per primi con questo ipotetico bello. Dal mio punto di vista però per la musica il discorso è un po’ complicato. Nato e cresciuto in una famiglia di musicisti, ho passato la vita ad ascoltare e fare musica. I canoni di bellezza si sono modificati nel tempo e continuano a farlo. Perciò capita che continuamente qualcosa oggi mi colpisca ma è la stessa che in passato non sarei stato mai in grado di cogliere. Forse la percezione e la ricerca della bellezza si affina con il crescere e con l’esperienza essere colpito dal bello diventa un po’ più difficile. Questa è una cosa che ho notato negli ultimi tempi e per questo cerco tante volte, quando ascolto musica, di rimodulare quegli schemi che mi schermano da qualcosa di indubbiamente molto bello.
Poi ci sono i casi molto rari dove schemi o non schemi vieni folgorato da qualcosa. Mi è successo pochi giorni fa rientrando da una settimana di date mentre ascoltavo in maniera distratta un live Tiny Desk che ospitava un’artista pazzesca (che non conoscevo) di nome Maro. Ecco devo dire che era da un po’ che non provavo un senso di sbaragliamento dei sensi così forte. Lascio perdere l’aspetto fisico estetico dell’artista (indubbiamente bellissima), ma ciò che mi ha colpito è stata l’eleganza, il coinvolgimento e la sincerità di ciò che presentava. Ho notato che quando una musica fatta bene vanta dentro di sé eleganza, coinvolgimento e soprattutto sincerità, per me la sua bellezza diventa tale da totalizzarne l’attenzione ed io non riesco a fare a meno di questa sensazione.

E in questo disco di dub, di tempi in levare, di suono digitale… la bellezza dove l’hai cercata e in cosa senti di averla raggiunta?
Ecco questa domanda cade a pennello rispetto a ciò che dicevo prima.
Per anni ho urlato, dentro e fuori dal palco, che secondo me la musica reggae fosse la musica più bella del mondo. “Follow Me” è stato fondamentale per me e per il mio modo di scrivere e fare musica. Avevo bisogno di slegarmi da certi canoni che erano diventati degli obblighi da rispettare per far si che ciò che faccio potesse essere considerato bello. Questi obblighi erano dentro la mia testa e mi riferisco al cercare di rimanere saldi sul proprio genere senza far entrare troppe contaminazioni per non snaturare ciò che era la reggae music quando è nata. Tutti questi ragionamenti sono caduti con Follow Me dove ho cercato solo di confrontarmi con quella sensazione di sincerità che quando scrivo mi guida. Quindi molla la zavorra di “obblighi” e lascia andare a tutto ciò che nel tempo mi ha influenzato ed è stato in grado di sbaragliare i miei filtri. Tra queste cose ovviamente ci sono le sonorità dub, il levare, una certa ricerca di suono digitale e non. Tutti condimenti che mi sono serviti per sostenere la sincerità che sta dentro le storie che racconto nei testi di queste 5 canzoni.
Non so se ho raggiunto una bellezza contemplabile da tanti ma sicuramente mi sento bello ad aver assecondato un desiderio puro e sincero!

Ma anche suono di periferia… o sbaglio? C’è tanto del mondo urbano ai confini?
Fin dalle prime bozze ho sentito l’esigenza di trasbordare su ambienti sonori diversi ma comunque vicini. La musica reggae ha dato il via ad un sacco di movimenti che oggi colorano il pop nel mondo. L’urban colma ormai il mio gusto musicale. Durante il periodo della pandemia ho passato dei mesi ad ascoltare musica da tutto il mondo e soprattutto un certo tipo di urban. Ci trovo dentro tanti appigli che mi fanno sentire immerso dentro il contesto e il periodo storico in cui vivo. Ho lavorato con altre persone (Ultranoise e Dubfiles) per inseguire questo sound e devo dire che sono molto felice del risultato.

Seguirti… dove? Non potevo non chiedertelo…
Grazie della domanda! Seguimi in questo mondo musicale un po’ diverso da quello a cui chi mi ascolta era abituato.
Dentro questo mondo ci sono dei racconti e dei concetti diversi ma tutti uniti dallo stesso stimolo positivo. Oggi sento tanta musica (obiettivamente bella ed intrigante) ma piena di concetti negativi, autocelebrativi e troppo poco esortano al bello e al bene. Io non sono un santone ma credo che la musica abbia una responsabilità enorme su come il mondo si muova e ciò che muove oggi il mondo secondo me rischia di oscurare il bello dietro un certo tipo di estetica e la sola cura del “packaging”. Sono un fan del contenuto, della storia infinita che leggi e ti coinvolge come se l’avessi vissuta tu in prima persona, delle parole giuste coi suoni giusti che sono in grado di accendere le persone e far volare coi pensieri in altre dimensioni. Insomma, se ci troviamo d’accordo tra queste piccole cose vuol dire che sei già li dove volevo portarti col mio “seguimi”.

Nonostante il futuro delle macchine: possiamo dire che l’amore resta a governare l’uomo e la sua bellezza?
Io uso la macchina per ampliare lo spettro di ricerca (musicale) che altrimenti sarebbe delimitato alle miriadi di possibilità organiche (che in realtà già sono infinite).
Le macchine sono una conseguenza e un estensione del nostro lavoro. Le macchine sono al nostro servizio e lo saranno sempre. Sinché le tratteremo come un artigiano tratta i suoi utensili e non come detentrici di risposte pronte e già certificate, saremo noi a governarle.
Un po’ mi preoccupa la poca voglia e il tentativo di vedere la macchina come un Dio.
Noto sempre di più che esiste una porzione di popolazione che col tempo sta trasformandosi in macchina. Ci si limita alle cose che si conosce e si da per scontato che il resto non esista. Non si cerca più il confronto vero ma a guidare le dinamiche sociali sono altre cose… Non so, il mondo dove vivo è pieno di bello secondo me e mi dispiace quando a governare l’uomo non sia l’amore ma tutto il resto. Conseguenza dell’uso morboso dei social e dell’appiattimento del bello per soddisfare algoritmi ci hanno portato oggi ad essere un po’ più sterili secondo me. Nonostante ciò sono fiducioso perché continuo a trovare intorno a me persone coscienti e qualcuno fabbrica talmente tanto bello da diventare un trascinatore per gli altri.

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