Francesca Rettondini, l’intervista di Alfonso Stani a lei e ai suoi animaletti

Salve a tutti, per chi non mi conoscesse sono Alfonso Stani ed oggi ho deciso di intervistare mia cugina Francesca Rettondini e i suoi animali. Sì, avete capito bene, oltre ad intervistare mia cugina farò delle domande anche ai suoi animaletti e vi garantisco che mi hanno risposto egregiamente.

Sedetevi comodi e leggete quella che è la vita dietro le quinte di questa straordinaria attrice e conduttrice nonché imprenditrice.

Ciao Francesca, sappiamo molto di te essendo tu un personaggio pubblico ma io che ti conosco da sempre in quanto sei mia cugina ho il privilegio di sapere qualcosina in più degli altri e ho notato che poco si sa di quella che è la tua vita privata. Non preoccuparti, non voglio farti un’intervista scandalistica o di pettegolezzo ma vorrei far conoscere al mondo uno dei tuoi lati più sensibili ossia il tuo amore per gli animali. Da quello che so nessuno ti ha mai chiesto nulla del genere e quindi vorrei sapere qualcosina su quelli che tu definisci sui tuoi veri figli anzi, i tuoi unici figli ossia le tue bambine pelose come ami definirle tu.

Racconta a Oltre le Colonne come vivi il tuo rapporto tra casa lavoro e le tue bambine a quattro zampe. Iniziamo con la prima domanda: quando è nato il tuo amore per gli animali?

Il mio amore per loro penso sia nato con me. Sin da bambina sono stata circondata da animali e quindi hanno sempre fatto parte della mia vita. Da piccola vivevo in una grande casa con una famiglia numerosa. All’epoca, avendo tanto terreno potevamo permetterci di avere un quantitativo enorme di gatti, all’incirca venticinque, che vivevano in giardino e che, inizialmente non essendo gatti domestici si riproducevano alla velocità della luce. Questi splendidi animaletti venivano accuditi da mia nonna. Ogni giorno lei, con tanto amore, preparava loro da mangiare con carne e riso. Al fianco di questi felini, restii inizialmente a farsi avvicinare da noi, c’era il nostro cane, un pastore maremmano, che non disdegnava di mangiare con loro e che era diventato il loro compagno di gioco. Io ero affascinata da quei gatti, dal loro modo di muoversi, di correre e di giocare e, in meno che non si dica, me ne sono innamorata. Crescendo mi sono dovuta allontanare da quella casa e mi sono trasferita a ventitré anni, a Roma. Ero spesso sola e sentivo la mancanza dei gatti e del nostro cane. Ho deciso quindi di prendere un cagnolino, uno Shah Tzu che si chiamava Lele. La nostra avventura è stata davvero speciale, ho imparato e scoperto tanto da lui. Alla sua morte avevo deciso di prendere un altro cane e mi sono innamorata follemente dei barboncini, del loro musetto e del loro carattere. Da quel momento i barboncini hanno riempito la mia vita. Ad oggi ne ho due, Chichi e Cacao, due bellissime femminucce. Vivendo nei pressi di Anzio in una casa con il giardino un bel giorno ho trovato una gattina che era stata abbandonata proprio nel mio fazzoletto di terra e non ho potuto fare a meno di accoglierla e affezionarmici e adesso, Titina questo il suo nome, fa parte della mia famiglia.

Come ti organizzi quando parti?

Sono super organizzata. Quando avevo solo Chichi, la portavo con me ovunque. Quando poi è arrivata Cacao le cose sono ovviamente cambiate non potendo viaggiare sempre con entrambe, pur essendo due cagnoline di un chilo e otto ciascuna. Sono due mini toy, in Italia si chiamano così mentre in America si chiamano tea cup (tazza da tea praticamente). Per le mie assenze ho risolto, essendoci anche Titina la gattina, facendo venire una persona a casa per tutta la durata della mia assenza. Nel caso in cui mi dovessi allontanare solo un giorno faccio venire una mia amica che si occupa di far loro compagnia, dargli le pappe, fare una passeggiata e due coccole.

Vorrei fare due domande alle tue bambine pelose, posso?

Certamente

Allora la domanda è per Chichi, Cacao e Titina, sentitevi libere di rispondere come volete. Potete raccontarci come sono le vostre giornate quando la vostra ‘umana’ vi lascia sole?

Dobbiamo dire che in linea di massima ci annoiamo molto. Io, ad esempio – racconta Cacao – amo uscire e, stare chiusa tra quattro mura anche se con le mie sorelle e i miei giochi, non mi piace molto. Amo il mare, la spiaggia, correre anche se di tanto in tanto la mia displasia mi crea qualche problemino e mi rende impossibile appoggiare una zampetta ma questo non mi impedisce di correre come una saetta, così dice la mia ‘mamma umana’. A me invece – prosegue Titina – piace vedere le farfalle che volano, rincorrerle e giocare. Non mi cambia molto se c’è Francesca. Le voglio un mondo di bene ma non è una gatta come me e non fa le cose che faccio io quindi, quasi quasi, è meglio quando lei non c’è, posso combinare qualche danno senza essere rimproverata immediatamente. Chichi, con un mezzo sorrisetto sotto i baffi, ha concluso affermando: Sì, loro si divertono, giocano e si rincorrono io invece mi annoio terribilmente. Io amo farmi coccolare e attirare l’attenzione e con le mie sorelle non posso farlo come lo faccio quando c’è Francesca. Io sono una smorfiosetta e ho il ruolo indiscusso di capofamiglia.

Ancora un paio di domande per voi: quali sono i vostri piatti preferiti

Chichi ha risposto immediatamente affermando: “io sono la principessa e capofamiglia e quindi detto legge. Al momento di mangiare, qualsiasi cosa possa essere, devo essere la prima e faccio in modo e maniera che le altre due non possano avvicinarsi alla ciotola coprendola con la testa e con il corpo. Se non ho finito di mangiare io non mangia nessuno”. Cacao invece da buona forchetta ha affermato che non ha un piatto preferito purché si mangi va tutto bene. Titina impettita come solo un gatto puo’ fare ha proseguito dicendo: “Cani! Loro di cibo ne capiscono poco mica come me che ho un palato molto raffinato”.

Siete dispettose?

Dispettose? Noi? Assolutamente no, siamo degli angioletti – Titina e Chichi si sono girate all’unisono verso Cacao e, in coro hanno detto che l’unica dispettosa in casa è lei. Chichi, accoccolata su una poltrona con le zampine accavallate come una vera signora e il musetto sollevato quasi a sfidare la sorella ha proseguito dicendo: lei abbaia sempre, per qualsiasi cosa lei abbaia. Deve farsi sentire, deve attirare l’attenzione. Abbaia quando vuole uscire, quando ha fame, quando siamo fuori, quando sale in macchina, durante il viaggio, quando sente il rumore di una freccia, quando la macchina rallenta o accellera lei abbaia. Vorrei proprio sapere cosa ha poi tanto da abbaiare in questo modo. Ma la devo accettare per quello che è, è mia sorella.

Vi piacerebbe che la vostra mamma umana adottasse un altro animaletto?

Ma vuoi scherzare? Siamo già in tante e poi abbiamo fatto fatica ad accettare Titina, l’ultima arrivata figuriamoci se possiamo dare il benvenuto ad un altro membro della famiglia. Dopo la fatica che abbiamo fatto a stabilire le regole tra di noi tra un abbaio e un soffio. No, no, stiamo bene così, te lo garantiamo.

Ora Francesca torno da te. Che cosa ne pensi delle adozioni nei canili e nei gattili?

Certo che sono propensa. Mia sorella ad esempio si occupa, con altre volontarie, dei gatti nelle colonie, porta loro il cibo, controlla che stiano bene, li sterilizzano e fanno in modo che vengano adottati attraverso un percorso ben preciso. Ci sono dei controlli, delle valutazioni da fare sia da parte di chi da in adozione e di chi decide di accogliere in casa una nuova vita con tutto quello che comporta soprattutto da cucciolo e da anziano. L’adozione è una cosa seria ed è per la vita. Auguro a tutti di adottare un cane o un gatto perché riempiono la vita con tantissimo amore.

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