Si è conclusa sabato sera la XIX edizione del Premio Internazionale Massimo Urbani di Camerino. Degli oltre 100 partecipanti solo 10 coloro che sono riusciti ad approdare alla fase finale della manifestazione e a sottoporsi all’ascolto attento della giuria presieduta da Enrico Rava e composta da Massimo Manzi, Massimo Moriconi, Andrea Pozza, Maurizio Urbani, Paolo Piangiarelli e il direttore artistico del Premio Daniele Massimi.
A vincere l’edizione, ex equo, i giovanissimi gemelli Matteo e Giovanni Cutello rispettivamente tromba e sax alto. Classe 1998, di Chiaramonte Gulfi, provincia di Ragusa, hanno stregato i giurati e il pubblico del Teatro Marchetti.
«Il livello era complessivamente eccellente – racconta il fondatore storico del Premio, il talent scout Paolo Piangiarelli, – i due fratelli, appena 16 anni ma già sopra la media, sono due talenti naturali. Uno che suona come Giovanni Cutello, ha capito la lezione di Charlie Parker – spiega – e poi la tromba di Matteo, non ci sono parole, si tratta di due vere genialità».
Il secondo posto va a Alessio Pignorio, chitarrista napoletano di 25 anni. A seguire, sul gradino più basso del podio è salito un altro campano, il pianista Alessio Busanca di Castellammare di Stabia. Il premio della giuria critica composta da Libero Farnè di Musica Jazz, Giuseppe Segala di All About Jazz e Fabio Ciminiera di Jazz Convention se l’è aggiudicato Matteo Pastorino, clarinettista sardo, parigino d’adozione, classe 1989. La borsa di studio per Umbria Jazz è stata conquistata da Giovanni Luca Figliola, chitarrista di Guidonia (Roma), mentre quella per Nuoro Jazz è andata ad un altro chitarrista, Paride Pignotti di Grottammare (Ascoli Piceno).
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