Gemini: un anno ricco di esperienze indimenticabili, ma Anagni ci emoziona sempre, facendoci crescere
Cosa ha significato, per i Gemini, il Festival di Minturno 2022?
Un’esperienza da segnare. C’erano tantissime persone nel pubblico: quando la platea è così piena sale l’adrenalina e si vorrebbe che quel momento non finisse mai. Abbiamo cantato “Sapore d’estate” e la reazione è stata molto positiva: il giorno dopo molta gente che fino a quel momento non conoscevamo ci hanno lasciato apprezzamenti appaganti anche sui social.
Sul palcoscenico c’erano anche tanti fenomeni della musica italiana.
Sì, ci siamo ritrovati a condividere le quinte anche con artisti di spessore come Fogli, Rettore, Leali, Zarrillo, Vallesi. Abbiamo avuto l’opportunità di vederli all’opera, chiacchierare con loro e confrontarci su alcuni temi musicali: quando sei al fianco di Big così importanti hai solo da imparare e ogni occasione diventa fondamentale.
Com’è stato il rapporto con certi Big in questo caso?
C’era un’aria molto amichevole, come dovrebbe accadere sempre. La musica deve poter appartenere a tutti e lì abbiamo respirato una grande energia. Conoscere certi cantanti, che prima di tutto sono persone come noi, ci carica anche per il futuro, rendendoci consapevoli del fatto che sviluppando il talento e continuando a lavorare, possiamo arrivare anche noi a certi risultati.
Quest’estate avete fatto diverse tappe anche nella vostra Anagni. Cosa rappresenta per voi?
Suonare “a casa nostra” è sempre un’emozione indescrivibile, che supera quella vissuta in tutte le altre città. Abbiamo molti sostenitori ad Anagni, ma proprio perché ci conoscono così bene diventa una piazza sempre un po’ più complicata: c’è il rischio di essere considerati “scontati”. Anche per questo abbiamo aspettato un po’ di anni prima di tornare a suonare qui e in tanti ci hanno fatto i complimenti per come siamo cresciuti artisticamente nel tempo.
Sentite il peso di una responsabilità nei confronti di Anagni?
In un certo senso sì, ma ce la assumiamo sempre volentieri. La musica non è la prima qualità conosciuta di questa città: Anagni è conosciuta come una città d’arte, famosa per le sue sculture, la pittura. Potere rappresentare l’ambiente della canzone, insieme ad altri musicisti della città con cui c’è grande affiatamento, è un motivo in più di orgoglio.
Se pensi ad Anagni, c’è una situazione che ti riporta immediatamente alla musica?
Il 19 agosto si festeggia il patrono, San Magno. Per tradizione, in piazza quella sera ci sono sempre stati grandi artisti: negli anni sono passati, tra gli altri, Battiato, Venditti, Tiromancino, Bennato, Pezzali, Loredana Berté, Curreri (con cui ci scambiammo i dischi). Per me, quindi, la musica è sempre stata innanzitutto quella della festa del santo patrono. Da piccolo, passavo tutta una settimana a imparare le canzoni di quei cantanti che sarebbero stati ospiti. Forse anche per questo ho assimilato un gusto vicino a un certo genere di pop e di cantautorato.
Facciamo un gioco: se dovessi suggerire a un turista Anagni, perché dovrebbe visitarla?
È un posto bellissimo ricco di storia: Anagni è la città dei Papi, famosa anche per il famoso “schiaffo”. E poi la parte superiore, dove c’è il Duomo con la statua di Bonifacio VIII, è spettacolare. Senza dimenticare, ovviamente, il Teatro Medievale. Insomma di storia ce n’è tanta: speriamo di fare molta strada per poterla far conoscere anche musicalmente!
Avete mai composto una canzone dedicata alla città?
No, ma in effetti potrebbe essere una buona idea, anche perché amiamo la nostra terra! Abbiamo composto l’inno della squadra di calcio: a settembre ci siamo esibiti alla festa biancorossa e devo ammettere che è stata, come sempre un’emozione vera.