Torna in scena Ginez, disco che ormai ha dalla sua svariati mesi di vita, un’estate di concerti alle spalle e quel tempo buono per decantarlo e rifletterci su come si deve. Il suo Bulbo della Ventola, questa volta ricco anche di innesti pregiati di voci e strumentisti raffinati, sforna un disco come “Sambuca Sunrise” che forse avrebbe dovuto lavorare di più per scrollarsi via di dosso certe etichette. Ne parleremo, come parleremo anche di distrazione di massa, di qualunquismo, parleremo di questo tempo brutto per la musica. Ad ascoltare dischi come questo si rischia di svegliarsi un poco dal torpore…
Oggi la musica ha sempre meno spazio fuori dai percorsi commerciali e di moda. È motivo di sconfitta per un artista che cerca il contenuto espressivo?
Credo che la sconfitta sia inflitta alla cultura in generale. Il fatto che moltissime espressioni musicali, restino al di fuori di quello che viene proposto al pubblico indubbiamente è sinonimo di sterilità culturale. Ormai sappiamo tutti molto bene che quello che viene dato in pasto alle grandi masse è soltanto business. L’ artista può sentirsi sconfitto, solo se il suo ego gli impone la necessità di farsi ascoltare da tutti. In fondo non è necessario essere in classifica per essere soddisfatti del proprio lavoro.
Quanti ti avranno paragonato a Capossela? Ed ecco tornare il concetto di estetica, di moda, di apparenze. Facendo delle allegorie, da questo paragone parti per costruire una risposta di personalità o scappi pensando che altrove ci sia un pubblico migliore?
Ammetto che il fatto di essere paragonato continuamente a Capossela mi disturba un po’ , però capisco molto bene che il pubblico e il sistema in generale hanno sempre bisogno di filoni o caselle a cui affidarsi. Per il resto abbiamo sempre cercato di creare cose che innanzitutto sentissimo il più possibile nostre, senza preoccuparci minimamente a chi potessero piacere e a chi no. Mi sembra di averlo già sottolineato varie volte.
Ci aspettavamo un video ufficiale: o sbaglio?
Anche io me lo aspettavo, ma per ora non è ancora arrivato. Mi auguro che presto possa succedere.
È passato del tempo dalla sua uscita… è passata una estate intera. Che storia ha raccontato e raccolto questo lavoro secondo te? Quel che meritava o no?
Siamo talmente abituati ad assorbire tutto così in fretta, che ci immaginiamo che sia passato un sacco di tempo. Come potrai aver ben intuito, la nostra non è musica da play list. Non siamo quelli da una botta e via. Ci è voluto tempo a concepire e produrre questo album e sinceramente lascio agli altri dare delle interpretazioni. Io personalmente ho bisogno di molto più tempo per metabolizzare le cose. Direi che al prossimo disco risponderò un po’ più approfonditamente a questa domanda.