Gli Urban Cairo raccontano le incomprensioni delle relazioni umane in “Dysphoria”

Gli Urban Cairo sono un trio formatosi ad Acqui Terme da Giuse (chitarra e voce), Cigo (basso e voce), Vasco (batteria). In un mondo in cui ci si ammala cercando disperatamente di apparire bravi in qualcosa gli Urban Cairo si propongono come alternativa alla monotonia sonora di questi anni senza volersi inventare nulla di nuovo ma proponendo un super-fuzz fatto di sincera rabbia verso una provincialità che non li rispecchia cercando una nuova dimensione in cui esistere e poter gridare a pieni polmoni. Il loro suono è compatto, leggero e pesante allo stesso tempo attraverso sonorità che spaziano dal post hardcore al garage rock arricchite da melodici sbalzi di rumore, distorsioni shoegaze e un approccio alla musica/vita in stile grunge. Nel 2019 pubblicano il primo album “Nowhere in Particular”.

“Dysphoria” è il nuovo singolo degli Urban Cairo, che anticipa l’uscita del secondo disco, pubblicato da Overdub Recordings e distribuito via Virgin Music/Universal, disponibile sulle piattaforme digitali di streaming e in rotazione radiofonica da venerdì 28 giugno 2024.

Come è iniziata la vostra avventura nel mondo della musica?
Alla normale maniera secondo noi: dopo un periodo in cameretta a strimpellare e suonare individualmente, giunge quel momento di provare a suonare le canzoni [male] che più ti piacciono assieme ai tuoi simili. Poi pian piano si cresce, si inizia a fare roba propria copiata da quelle canzoni che adori [facendole male] e così via…

C’è stato un momento decisivo in cui avete detto “questa è la nostra strada”?
Non c’è mai stato un momento preciso, sicuramente con l’ultimo album abbiamo trovato una quadra ai nostri pezzi che reputiamo più personale, con più influenze e meno cover/scimmiottamento di qualche pezzo che ci piace.

Come avete superato le sfide che avete incontrato e cosa avete imparato da esse?
Le affrontiamo. Principalmente dagli sbagli impariamo.

Quali consigli dareste a chi sta iniziando la sua carriera artistica?
Ci è successo in un paio di interviste che ci chiedessero consigli, ma noi rispondiamo sempre che siamo le persone meno consigliate a nostra volta per dare dei consigli.
Possiamo dirti che per noi, quello che conta nel fare musica oltre al classico “suonare e divertirsi” è anche “fare tanto tanto rumore”.

C’è un messaggio che sperate di trasmettere attraverso il vostro nuovo singolo?
Non qualcosa di mirato, se non sperare che chi ascolti questo singolo ci contatti per andare a suonare ahahah!

Avete intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei vostri prossimi progetti?
Generi non penso, a noi piace il genere che facciamo. Per noi sono le influenze che contano e che ci direzionano verso l’idea di suono che vogliamo tirare fuori dalle nostre canzoni, vediamo…

Articolo precedenteBeing your drums. Dal 30 settembre al 5 ottobre nelle Marche, il camp di batteria con Davide Sollazzi
Articolo successivoTeatro Tor Bella Monaca di Roma, gli spettacoli in scena dal 30 luglio al 4 agosto