Goran Bregović torna con From Sarajevo in prima italiana – Martedì 2 luglio, alle 21, al Pala De André il concerto per orchestra sinfonica, tre violini solisti e voci
Se l’intreccio di culture e religioni diverse è da sempre uno dei cardini tematici della programmazione di Ravenna Festival, allora è del tutto naturale – e significativo – dare spazio all’inesauribile vitalità “meticcia” di Goran Bregović, l’eclettico e vulcanico artista balcanico che martedì 2 luglio torna al Pala de André, alle 21, dove si è esibito vent’anni fa, di nuovo con la sua Wedding and Funeral Orchestra, ma in questa occasione anche con l’Orchestra Corelli diretta da Jacopo Rivani, con una band gitana di fiati, un manipolo di voci maschili, due voix bulgares e i tre violini solisti Mirjana Neskovic, Zeid Zouari e Gershon Leizerson: un organico più che mai composito pensato per dare vita a From Sarajevo. La serata si realizza con il contributo di DECO Industrie.
Uno spettacolo musicale che richiamando già dal titolo Sarajevo, la città d’origine di Bregović – nonché quella che nel 1997 fu la prima tappa del progetto delle Vie dell’amicizia che Ravenna Festival continua ancora oggi a tracciare nella martoriata geografia del nostro tempo -, riporta l’attenzione proprio sull’orribile ferita che ai confini dell’Occidente ha sanguinato per buona parte degli anni Novanta e che ancora non appare del tutto sanata. Prima romana, poi bizantina, per secoli ottomana, diventata austro-ungarica, jugoslava e infine bosniaca, abitata da ebrei, musulmani, cristiani ortodossi e cattolici, “Sarajevo non è più solo il nome di una città – sottolinea Bregović – ma è anche la metafora dei nostri tempi, un luogo dove un giorno si vive da buoni vicini e il giorno dopo ci si fa la guerra. Quando penso alla società, penso ad uno spartito, alle note, all’armonia che si crea tra loro e, anche se mi rendo conto che la mia è una visione utopistica, sarebbe bello che anche per gli esseri umani fosse così. La musica non può cambiare il mondo ma qualcosa può fare per migliorarlo”.
In From Sarajevo la diversità viene sottolineata, esaltata e al tempo stesso annullata dai tre violini solisti a cui sono affidate rispettivamente la stesura di tre “lettere” musicali: Mirjana Neskovic, cristiana, di origine serba e di formazione classico-accademica, più volte violino solista con la Filarmonica di Belgrado; Zeid Zouari, musulmano, nato a Tunisi, specialista di musica araba ma permeabile a influenze jazz e rock; e ancora Gershon Leizerson, ebreo israeliano, esponente di spicco, anche come compositore, nel repertorio klezmer. In quella che sembra assumere il tono di una sorta di allegoria delle tre religioni che sono contemporaneamente, come sottolinea lo stesso Bregović “il più grande tesoro e la più grande maledizione di Sarajevo”.
Ed è proprio su quel grumo di diversità e anche contraddizioni che è stata Sarajevo, ma anche su tutta quella costellazione di terre e popoli riuniti per decenni sotto il nome di Jugoslavia, che risiede la travolgente forza comunicativa di Goran Bregović, nelle performance live, ma anche nelle colonne sonore che ha composto per i film di Emir Kusturica (celeberrime quelle per Il tempo dei gitani e perUnderground) e di Radu Mihaelanu (Train de vie). Una vitalità esplosiva che trova le sue radici negli esordi da cantautore e chitarrista rock, con la popolarità raggiunta già negli anni Settanta con la sua band Bijelo Dugme, e poi si rinnova nella lotta al più acceso nazionalismo attingendo a piene mani dall’inesauribile scrigno del folklore balcanico.
Così, l’eclettico “concerto” risulta imperniato sul dialogo tra l’originale compagine orchestrale generata dall’innesto della sua Orchestra per matrimoni e funerali in una vera e propria formazione sinfonica qual è l’Orchestra Corelli completata da voci maschili e due voix bulgares, con il violino uno e “trino” dei solisti. Al centro di tutto siede lo stesso Bregović, con la sua chitarra, a guidare nel suo imprevedibile percorso questa nuova “follia”, nella quale egli riesce a reinventare ancora una volta la sua idea di musica al tempo stesso balcanica e cosmopolita. Come scrive Alessandro Rigolli nell’interessante programma di sala, “Una giostra che continua imperterrita a rincorrere il prossimo giro, la prossima corsa, fatta di ironia, sarcasmo, gioia, malinconia, di quella disperata vitalità che irrora le vene di chi cerca, tra le mille contraddizioni del passato e del presente, la propria via di pace, sia essa rivolta a Oriente come a Occidente.
Info e prevendite: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: da 12 euro (ridotti 10) a 54 euro (ridotti 50)
I giovani al festival: fino a 14 anni, 5 euro (ad esclusione del I settore); da 14 a 18 anni e universitari (under 30), 50% tariffe ridotte.
Il servizio navetta gratuito per il Palazzo de André, realizzato con il contributo di Tecno Allarmi Sistemi, percorrerà 2 volte la tratta Stazione – Palazzo M. De André, con partenza da Piazza Farini, alle ore 20.15 e 20.30. Al termine dello spettacolo due corse riporteranno gli spettatori al capolinea.