Un’opera transrealista di Francesco Guadagnuolo che mette in corrispondenza il disastro del Titanic con la tragedia di Titan. Come nel 1912, oggi sembra la maledizione del Titanic che porta anche Titan ai diversi dubbi sulle modalità di realizzazione che in molti avevano espresso.
L’opera del Maestro Guadagnuolo rivela i due disastri e lo fa nel suo modo di lavorare sulla tela. In alto la grandiosità del transatlantico Titanic inserito in una fascia orizzontale rosso scuro con un alone rosso sangue del pericolo che lo porterà a scagliarsi contro un iceberg, verso la rotta di New York, aveva a bordo più di 2000 passeggeri, ne perirono circa 1500. Fu la più grande catastrofe navale accaduta fino a quel tempo, questo generò nel 1914 la Convenzione internazionale per la salvaguardia della vita umana in mare.
Osservando il dipinto, al centro un oblò del sottomarino Titan, nelle profondità marine, si vedono i lineamenti traslati dei cinque dell’equipaggio, mentre sono affascinati dalla visione della prua del Titanic facendo video e foto con telefonini, videocamere e tablet.
Il sommergibile Titan con a bordo le cinque persone era in immersione verso il mitico transatlantico inabissato il 15 aprile del 1912. Guadagnuolo ha voluto mettere in rilievo il relitto del Titanic che si scopre a 3.800 metri sul fondo dell’Atlantico, intorno a 600 chilometri dalla costa di Terranova, in Canada. Il Titan immergendosi, dopo quasi due ore, è scomparso dai radar facendo smarrire le sue tracce.
Quest’avventura è costata la vita dei cinque a bordo: Shahzada Dawood, uomo d’affari pakistano, congiuntamente a suo figlio Suleman. Il miliardario inglese Hamish Harding e l’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet, pilota di sottomarini conoscitore del Titanic.
L’opera pittorica di Guadagnuolo si presenta nella magnificenza metafisica del mare, in un profondo silenzio inquietante.
Sono tre gli elementi racchiusi in uno spazio-tempo transreale che ferma in un istante i due disastri Titanic e Titan.
Il primo elemento è preso dalla storia e riguarda il Titanic.
Il secondo elemento è preso dal mare simbolo di bellezza e nello stesso tempo di minaccia e paura.
Il terzo preso dalla cronaca riguarda Titan, il sottomarino quando trovandosi a 300 metri è imploso con il decesso immediato dei cinque del personale di bordo.
Guadagnuolo, con quest’opera, esprime la profondità incommensurabile del mare dimostrando, ancora una volta, la forza immane di potenza su cui nessuno può riuscire a dominarlo, seppur il mare da sempre ha sempre affascinato l’uomo, suscitando in lui grandi emozioni e spirito di avventure.
Il mare, in questa particolare opera d’arte, grava un’imponenza quasi mortale che ne fa un eco inspiegabile delle cinque anime sepolte che hanno raggiunto quelle del Titanic, facendone nella storiografia del mare, il loro simulacro nell’eternità. Ricordiamo che il mare è un’incognita ha una sua vita che non guarda in faccia nessuno e così che, rispettando le sue quiete profondità, potremo ricomporre le posizioni tra l’uomo e la natura.
L’opera di Guadagnuolo sarà esposta in un tour sull’arte transrealista dell’artista italiano in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e poi in Francia in ricordo delle vittime del Titan congiuntamente a quelle del Titanic.