HELLE: il divenire sintesi, acustica, trasparente

Questo terzo disco personale di Lisa Brunetti in arte Helle somiglia al morbido planare di una consapevolezza. “La colpa” è – forse – l’epilogo di una parabola che non scende a compromessi con la moda e anzi al destruttura fino ad ignorarla. La scrittura abbandona le forme del pop sfacciatamente abusate e si concentra sulla narrazione. Il suono diviene culla del semplice, dell’ovvio anche – che non è da intendersi come banale ma come ricerca del vero. “La colpa” non suona dentro il fascino ma ha fascino dentro un modo di essere e di pensare al tutto. Va ascoltato con l’immersione di un breve racconto, di un breve romanzo, di un libro a tutti gli effetti. Non è la forma che dobbiamo pretendere e non è la scusa delle mancate abitudini che ci salveranno dalla responsabilità di non aver saputo ascoltare. Anzi capire oserei dire… brava Helle: la semplicità richiede coraggio.

Parlami di questa immagine di copertina: siamo in un tempo passato o almeno questo sembra… vero?
L’immagine dovrebbe evocare la giovinezza di Giada, la spensieratezza malinconica di una purezza ormai perduta. L’ho scelta perché amavo l’idea che la donna ritratta stesse fuggendo disperatamente dal buio: in realtà mi hanno scattato la foto mentre ballavo a modo mio – ahimè, non m’è stato concesso nemmeno il dono della danza – della musica classica. È stata scattata a Genova, in un palazzo meraviglioso, dalla fotografa Alma Vassallo.

Da chi hai pescato come ispirazione? C’è tanto classicismo dentro la tua narrazione o sbaglio?
Non sbagli, sono molto appassionata. Non si finisce mai di studiare e imparare. Alcune storie e miti raccontati e tramandati nelle ere passate mi affascinano terribilmente. Per ora mi sono sempre e solo limitata ad alcune citazioni: non ho mai avuto l’intenzione di dedicarmi totalmente ad un tema mitologico, ultimamente invece ci sto riflettendo su. Già la cornice narrativa de “La Liberazione” è stata ispirata dalla vicenda di Ofelia, nella tragedia dell’Amleto di Shakespeare, perciò chissà… Magari un giorno entrerò maggiormente nel dettaglio. Grazie mille per l’interesse.

Articolo precedenteDa Felice Giani a Luigi Serra la mostra prorogata fino al 28 luglio, in aggiunta tre nuove visite guidate. Palazzo Fava a Bologna
Articolo successivo“Chimera” di Giorgia Giacometti: la celebrazione della metamorfosi femminile in una sensuale e vincente chiave glam-rock