Fuori da giovedì 13 ottobre 2022 il nuovo singolo del progetto siciliano dei Basiliscus P, dal titolo “Urban Safari” (Tuma Records / The Orchard). Dopo la sbornia di “Magenta”, la band messinese torna con un’altra anticipazione del prossimo disco in uscita, “Spuma”, presentando un brano interamente strumentale, un pezzo dal ritmo febbrile che ci porta a navigare con una zattera in una palude di fuzz e percussioni. “Urban Safari” è una passeggiata immaginaria in centro dove devi stare attento a schivare le auto e gli scooter e i clacson come se fossi Tarzan con le liane. Un safari urbano che non porta con sé nulla di buono.
Qual è stato il momento che vi ha fatto dire “vogliamo fare musica”?
Credo da quando siamo venuti al mondo, anche se non ce lo ricordiamo! Per noi è un istinto e bisogno primordiale, io personalmente ho memoria di mio zio che suonava la batteria e lo guardavo ammirato, e da qui ho cominciato a voler suonare quei tamburi e quei piatti
Raccontaci “Urban Safari” in qualche riga.
Un brano molto selvatico, che mescola tribalità con noise, e che non ha mai un momento in cui pensi “ok, ora continua così”, perché cambia in continuazione. Diciamo che è un brano nervoso, come noi.
Qual è l’aspetto della vostra musica di cui siete più fieri?
L’intesa che abbiamo tra di noi che si traduce in compattezza e potenza nel suono.
Qual è invece il vostro tallone d’Achille, l’aspetto su cui sentite di dover migliorare?
Ce ne sono tantissimi, uno è che curiamo poco l’aspetto scenico e/o estetico: sul palco siamo come nella vita di tutti i giorni.
Come sperate di continuare la vostra esperienza musicale?
Suonando sempre di più e invadendo i timpani di sempre più persone.