Si tingono di giallo i “Diamanti della Narrativa” della casa editrice Aletti, con il romanzo della scrittrice siciliana Caterina Marchesini, dal titolo “Il caso del monastero”. Nata in provincia di Trapani, inizia a scrivere racconti e versi sin da giovanissima coltivando la sua passione, che – racconta l’autrice – si è fatta sempre più forte dopo la maturità classica, durante gli studi in Giurisprudenza. «La svolta è avvenuta con la stesura del mio primo libro Mistero al castello, insignito nel tempo di menzioni di merito, al quale è seguito adesso Il caso del monastero. In concomitanza, ho continuato a scrivere versi che stanno attualmente ricevendo anch’essi menzioni e riconoscimenti letterari».
Una pergamena ritrovata in archivio con la mappa dei sotterranei di un monastero seicentesco, l’inspiegabile sparizione dello storico chiamato ad esaminarla, un delitto, le indagini della Polizia, tanti personaggi complessi le cui storie si intrecciano in uno scenario ricco di suspense e colpi di scena, a tratti anche romantico. Con la narrazione che inizia un mercoledì 30 aprile e che non risparmia intrecci e congetture da leggere tutto d’un fiato. «Una trama – spiega la Marchesini – elaborata gradualmente, pagina dopo pagina, ispirazione dopo ispirazione, come in un mosaico le cui tessere, piano piano, si vanno ad incastrare le une con le altre, rendendo il quadro della vicenda sempre più definito». I capitoli sono scanditi dal calendario che sancisce l’inizio, l’evoluzione e la fine della storia. «Scrivendo – svela l’autrice – mi piace costruire il procedimento di indagine che ruota intorno a un delitto o alla risoluzione di un enigma, scandagliando i vari indizi e analizzando la personalità dei personaggi che man mano fanno ingresso sulla scena. I misteri e gli enigmi hanno, da immane memoria, un forte ascendente su di me».
Il romanzo, con la sua maturità stilistica e narrativa, rappresenta il risultato di un percorso che ha portato ad una maggiore consapevolezza culturale. «Da accanita lettrice – aggiunge la Marchesini – ho costantemente considerato i libri, di vario genere, dei “cari amici”. Abbastanza presto ho cominciato ad affiancare alla lettura la scrittura, componendo poesie e brevi racconti del mistero che custodisco ancora. Da ragazzina, specie d’estate, prediligevo i libri gialli e mi sono imbattuta prima nella penna di Agatha Christie e dopo ho subìto il fascino di Sherlock Holmes, il celebre investigatore londinese creato da Arthur Conan Doyle. Così – conclude l’autrice – è esplosa la mia passione per questo genere letterario».
Federica Grisolia