Il Cinema Caravaggio di Roma, il “cinema salotto” capitolino del quartiere Pinciano-Parioli, ha ospitato lunedì 6 giugno la prèmiere del film “I GALLI DELLA LOGGIA” di Bruno Memoli.
Nata come pellicola low budget, il film si trasforma in un miracolo produttivo indipendente. È un “film creato dal nulla, con un travaglio di riprese durato due anni ed una post-produzione di altri cinque, realizzato con mezzi di fortuna e sfiorando mille volte il naufragio del progetto!”.
La commedia – prodotta da Salvatore Fusco e dallo stesso Memoli – prende le mosse dalle vicende di un malcapitato garzone di una vineria di lusso, incriminato in un processo per detenzione di cannabis e che sogna di trasferirsi in Giamaica. Per la sua ultima consegna, il protagonista entra in contatto – attraverso un cuoco – nei loschi affari di una loggia massonica riunita in un castello e scopre, in modo del tutto casuale, che il Gran Maestro Venerabile della loggia è proprio il giudice che dovrà condannarlo…
“Volevo realizzare un film ‘fresco’, un B-Movie, come amo chiamarlo, con una sua precisa dignità ma che – al tempo stesso – non fosse banale. Vorrei che il mio cinema fosse così: leggerissimo e, a suo modo, impegnato” ha spiegato Memoli, già al fianco di Nanni Moretti, Paolo Sorrentino, Antonio Capuano, Gianni Amelio, Mario Martone e Gabriele Salvatores.
In effetti il lungometraggio di Memoli intreccia l’umorismo nonsense con il tema della legalizzazione della cannabis, trattato come contenuto accessorio ma non secondario. Il viaggio all’interno della sgangherata loggia massonica avviene attraverso lo sguardo stupefatto del fattorino ed è il preludio di una notte a sorpresa.
Nella realizzazione dell’opera il regista ha ricoperto il ruolo di sceneggiatore, produttore, organizzatore, scenografo, montatore e attore, mettendo in campo la sua vulcanica versatilità: “Sono oltre cinquanta le mansioni che ho svolto in questo mini-kolossal con 15 attori in scena! Sempre con l’imperativo di impedire agli affanni di finire nelle immagini” spiega il cineasta campano.
Si tratta, a tutti gli effetti, di un mini-kolossal parodistico, in cui il regista ha costruito personalmente anche il teatro di posa, dopo aver pianificato un innovativo progetto scenografico strutturato su 24 maxi-pareti mobili intercambiabili: queste pareti mobili hanno dato luogo a stanze, archi e corridoi.
Il cast vede nel ruolo del Venerabile della loggia massonica presente nel film , il regista stesso insieme con gli altri protagonisti e tra questi – Luciano Bovenzi nel ruolo di Rolando Spinetti, Pina Ranauro che veste il ruolo di Ira Hitlers, Vincenzo Merolla nei panni del cuoco, Marilù Armani nel ruolo della Contessa Diana Muratti, Giuseppe de Chiara che interpreta il personaggio del Barone Gustavo Maria Saccenzi, Armando Carino nel ruolo del Cardinale Anacleto Casanova e Riccardo Cafaro, nei panni dell’agente segreto Chicco Carnevale.
Il pregio di questo film è quello anzitutto di far ridere attraverso giochi di parole o meglio di “bisticci di parole” come ama affermare l’Autore. Altro pregio è quello di essere una opera corale, una commedia italiana che vola con leggerezza tra i pregiudizi, gli stereotipi e le contraddizioni del nostro tempo e dell’essere umano. “Volevo un agglomerato di facce, di vite, di ritmo e di leggerezza. Un ‘finto giallo’, una scusa per giocare con i suoni musicali del parlato, senza privarsi di qualche impatto fragoroso e una buona densità di gag” ha avuto modo di dichiarare Memoli. Un film quindi che strizza l’occhio al giallo, ma se ne discosta con ironia e senza prendersi troppo sul serio. In oltre 80 minuti di proiezione la ricca carrellata di caricature umane dai tratti surreali e talvolta grotteschi, regala allo spettatore una spensierata e canzonatoria riflessione sulla vita.I GALLI DELLA LOGGIA