I Katana Koala Kiwi si raccontano

Fuori su tutte le piattaforme digitali da venerdì 20 settembre 2024 (distr. Believe) il nuovo singolo dei Katana Koala Kiwi dal titolo “Gagarin”.

La band triestina fa ritorno sulla scena musicale con un pezzo pregno di influenze indie-rock che dice definitivamente addio all’estate, dedicato a tutti coloro che, giorno dopo giorno, si fanno strada nella vita alla ricerca della felicità.

Qual è stato il momento in cui avete deciso di diventare Katana Koala Kiwi?

PIETRO: Per il nome c’è un momento preciso in cui Ale ed io l’abbiamo scelto, dopo mesi (anni?) di incertezze. Per quanto riguarda noi come gruppo ci siamo amalgamati nel tempo e continuiamo tuttora a farlo. Sicuramente aiuta il fatto che siamo molto amici anche al di fuori della musica.

ALE: Probabilmente non l’abbiamo mai deciso davvero. Sicuramente è successo. Amo questi ragazzi. Per quanto mi riguarda avere un gruppo, come qualsiasi amicizia degna di essere chiamata tale, è un po’ come avere una relazione. L’Io esiste in funzione del noi.

Quando si lavora in gruppo capita di avere delle divergenze di punti di vista. È mai capitato a voi come band? E come ne siete venuti a capo?

PIETRO: Capita tutto il tempo, penso sia il bello di essere un gruppo, specialmente visto che abbiamo spesso tutti gusti e punti di vista abbastanza diversi. Per fortuna ci prendiamo il tempo di sviscerare le posizioni di ciascuno e molte volte capita di arrivare a idee interessanti che nessuno aveva inizialmente considerato.

ALE: Capita ovviamente molto spesso. Ma prima di una band siamo degli ottimi amici. Del tipo: “Abbiamo stesso sangue, no, non serve che mi spieghi. Te dimmi dove sei mi faccio tutta Roma a piedi”. (Cit.)

Qual è l’aspetto della vostra musica di cui siete più fieri?

PIETRO: Che ci fa stare bene.

ALE: Senza alcun dubbio.

Che cosa può raccontare “Gagarin” del vostro rapporto con la musica e con la vita?

PIETRO: Che spesso vediamo buio davanti a noi, ma ci lanciamo lo stesso.

ALE: A volte portiamo sulle spalle il peso di cose più grandi di noi. A volte percepiamo noi stessi più grandi di noi. A volte, forse, più che esplodere dovremmo semplicemente avere meno paura di chiedere aiuto.

Come sperate di continuare la vostra esperienza musicale?

PIETRO: Ci piacerebbe iniziare ad elevare il numero di concerti, anche uscendo dalla nostra zona e iniziando a girare l’Italia e l’Europa. Naturalmente anche la produzione musicale andrà avanti ma quella più che una speranza è una certezza.

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