I martedì dell’Avogaria: a Venezia va in scena “Sic Transit Gloria Mundi” di Alberto Rizzi con Chiara Mascalzoni – La rassegna al via il 12 novembre 2019 nello storico teatro veneziano con lo spettacolo pluripremiato ed irriverente “Sic Transit Gloria Mundi” di Alberto Rizzi con Chiara Mascalzoni
I MARTEDI’ DELL’AVOGARIA: A VENEZIA VA IN SCENA LA NUOVA DRAMMATURGIA ITALIANA
Sei appuntamenti con il meglio della drammaturgia contemporanea nazionale. Al via il 12 novembre 2019, ore 21.00, presso il Teatro a l’Avogaria di Venezia (Dorsoduro 1607, Corte Zappa) il nuovo ciclo de “I martedì” de l’Avogaria, rassegna che porta in laguna le produzioni più interessanti della nuova scena teatrale.
Una donna per Papa. Questa inedita prospettiva è al centro dello spettacolo di apertura: “Sic transit gloria mundi”. Un monologo irriverente, scritto e diretto da Alberto Rizzi con Chiara Mascalzoni per raccontare il ruolo della donna nel mondo occidentale attraverso la storia femminile nella chiesa cattolica con l’immaginaria e possibile, per quanto improbabile, elezione di una donna al soglio di Pietro. Una riflessione sull’esclusione delle donne dal sacerdozio, ma più in generale per analizzare le ragioni storiche, teologiche e religiose della sudditanza della donna all’uomo nella chiesa e nel cattolicesimo laico. Si passerà dal ruolo della donna nel passato della chiesa, per arrivare ad una biografia inventata della prima papa e infine una storia alternativa e possibile della chiesa attraverso le donne. Uno spettacolo che è una critica surreale ed estrema al maschilismo della chiesa e quindi al maschilismo del mondo laico. Con un linguaggio semplice, e una regia accattivante e originalissima, ha conquistato premi di settore nelle più importanti rassegne italiane (Endas, Premio Cervi, Doit Festival, Contemplazioni, Italia dei Visionari) e internazionali (New York festival, Avignone Off) oltre ai favori indiscussi della critica e l’affetto incondizionato del pubblico, tra cui quello dell’Avogaria che lo ha premiato come miglior rappresentazione dell’anno scorso.
Con “No kids” (19 novembre) di e con Manuela Fischietti, si parla della conflittualità fra due luoghi comuni: l’essere madre contro l’essere single, compagna, moglie, amante. Un viaggio che ha come oggetto la maternità e come punto di partenza la scoperta dell’essere incinta: un flusso di pensieri che rappresentano il mondo dentro e fuori la gravidanza. No Kids è la storia di una donna in balia dell’idiozia della TV, dell’asburgico tradizionalismo meridionale, dell’isolamento forzato dalle altre donne libere e in carriera. Un ipotetico prima, durante e dopo la gravidanza passando dal rifiuto della maternità alla sua accettazione, attraversando le degenerazioni possibili dell’essere madre.
Una libera riduzione di un classico di Shakespeare al centro di “House Macbeth” (26novembre) per la regia di Pier Vittorio Mannucci con Gledis Cinque e Nick Russo. Lo spettacolo si concentra sulla relazione tra Lord e Lady Macbeth, una coppia enigmatica e sfuggente il cui rapporto muta di colpo quando delle voci vomitate dall’inferno suggeriscono che Lord Macbeth possa farsi re. La prospettiva del potere incrina la loro relazione, e al tempo stesso la rafforza, unendoli nel perseguire l’obiettivo del trono, che a poco a poco si trasforma in un’abominevole ossessione. La loro vita diviene un racconto dell’orrore, un tormento continuo che li intrappola in una rete di delitti e accuse reciproche, dando vita a una notte della ragione dove la realtà si fa inconsistente, e incubi e spettri divengono orribilmente concreti; una realtà dove nulla è ciò che sembra, e dove chiunque può essere vittima e carnefice.
Dicembre (3) si apre con la più rappresentata fra le opere di Dario Fo e Franca Rame: “Coppia Aperta, quasi spalancata”: un atto unico dalla forte comicità e ironia che mette a nudo le dinamiche delle relazioni sentimentali, in un contesto grottesco ma mai inverosimile. Una libera riduzione con Giulia Pivetta Stefani e Valentino Bettega per la regia di Anna de March. La coppia moderna ha bisogno di aprirsi. Non ha bisogno di fedeltà assoluta. Crede nell’amore libero. Non può limitarsi al romantico duo, lui e lei insieme per sempre. Predilige il triangolo, il quadrilatero, il pentagono, o per lo meno le forme complesse. Non si vergogna. Parla, discute ed è favorevole al dibattito ideologico. La coppia moderna è una Coppia aperta. Se non fosse, che a volte vi si presentano delle odiose reticenze. Magari, ci si sente traditi, sottostimati, gelosi. L’uomo o la donna, potrebbero decidere di non indossare l’abito nuovo per la festa del nuovo millennio sessualmente disinibito, ma di ri-indossare il completo monocromatico e convenzionale riposto nell’armadio, per stravolgere il processo evolutivo e decidere di affermare nuovamente la propria posizione. In breve, incazzarsi.
“3Some” in scena il 10 dicembre, di Tommaso Fermariello per la regia di Martina Testa, racconta la storia d’amore di due ragazzi: Diego, youtuber di successo, e Pier, ansioso commesso di una libreria. Quando al primo viene diagnosticato un cancro le loro vicende prendono una piega grottesca e tragicomica. Diego infatti decide di non curarsi secondo la medicina tradizionale ma, dopo svariate ricerche su internet, sogna di andare in Russia in una costosissima clinica, la Clinica della Nuova Medicina Europea, dove promettono miracolose guarigioni. Nel frattempo si unisce a loro una ragazza, misteriosa, attraente e svampita, che va a vivere con loro e diventa parte integrante della coppia.
Chiude la rassegna il 17 dicembre, “Mangia!” scritto e interpretato da Anna Piscopo e diretto da Lamberto Carrozzi. Lo spettacolo narra del confuso e tragicomico flusso di coscienza di una ragazza sprovveduta che sogna di affrancarsi dall’emarginazione che vive nella provincia in cui è nata trovando un lavoro nella Capitale. La piece è una tragedia dai tratti grotteschi, vista e vissuta dagli occhi allegri di una giovane donna di paese che, ritrovandosi in una realtà più provinciale e meschina di quello che ha lasciato, reitera fino al fallimento le convinzioni e i comportamenti malati che le ha passato la madre e il contesto sociale di provenienza. È un racconto di formazione che narra la progressiva perdita dell’innocenza della protagonista e il suo finire in pasto a un mondo che non dà sconti ai più deboli.
L’Associazione Teatro a l’Avogaria, nasce nel 1969 dalla passione e dalla tenacia di Giovanni Poli, già fondatore del Teatro Universitario Ca’ Foscari di Venezia e dagli esordi si pone come laboratorio di ricerca che coniuga un metodo d’improvvisazione teatrale tra la Commedia dell’Arte e le Teorie dell’Avanguardia. In più di quarant’anni di attività ha prodotto oltre sessanta spettacoli tra cui la “Commedia degli Zanni”, rappresentata con successo sui più importanti palcoscenici internazionali. Riconosciuta come uno dei centri di formazione professionale di riferimento nel Triveneto, ogni anno organizza corsi, dedicati ad appassionati e professionisti, su discipline quali recitazione, Commedia dell’Arte, dizione, storia del teatro, canto, tecnica dell’interpretazione.
Gli spettacoli, alle ore 21.00, su prenotazione telefonica ai numeri 0410991967-335372889 o via mail all’indirizzo avogaria@gmail.com.
Info: http://www.teatro-avogaria.it/