Ci sono libri che, per quanto siano direttamente concepiti e custoditi all’interno di collane dedicate ai bambini, poi, sono destinati a diventare letture da cui tutti hanno qualcosa da imparare. Basti osservare all’esempio più noto, Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry o la fortunatissima saga di Harry Potter che ogni anno, continuano a esser venduti e regalati dai lettori e le lettrici di tutto il mondo.
“I Signori del Tempo” approda in libreria grazie all’editore Albatros e racconta l’incontro di due personaggi antitetici: il primo, il Signor Tempo Veloce – sempre preso dal suo lavoro e dai suoi problemi e dai programmi di cui non riesce a fare a meno, da non riuscire a gustarsi neanche il piacere di un pranzo; il secondo, il Signor Tempo Lento, che invece si gode la vita senza perdersi le piccole cose, con quello sguardo incantano proprio dell’infanzia.
Se l’illustre scrittrice Barbara Alberti, nella prefazione all’opera ribadisce più e più volte la capacità della letteratura di andare oltre i limiti e gli spazi della carta, l’opera prima di Piera Virdis ed Elisa Cucuru sembra avere tutti gli ingredienti per restare nel tempo.
L’incontro tra il Signor Tempo Veloce e il Signor Tempo Lento porterà nella vita del primo un modo inedito di guardare al proprio tempo: non sono la somma delle cose fatte e i traguardi raggiunti a determinare la qualità del vissuto, quanto piuttosto la capacità di saper gustare ogni momento che si vive. Una riflessione a mio avviso molto attuale, perché conduce il lettore verso una delle tematiche più dibattute dall’uomo contemporaneo: qual è il limite tra il lavoro e la vita privata? e a che cosa serve sostenere ritmi frenetici per star dietro a tutto, se poi non si è in grado di trasformare tutto questo spendersi in guadagni – che non siano solo denari e ricchezze, ma ciò che ogni attimo imprime nella vita di chi lo attraversa?
C’è una citazione dello scrittore ebraico David Grossman che mi è risuonata in testa durante il corso della lettura dei Signori del tempo che dice “La cosa più preziosa che puoi ricevere da chi ami è il suo tempo. Non sono le parole, non sono i fiori, i regali. È il tempo. Perché quello non torna indietro e quello che ha dato a te è solo tuo, non importa se è stata un’ora o una vita”. Trovo che queste parole condensino perfettamente gli intenti del duo di scrittrici sarde.
“I signori del tempo”: una favola in cui ogni singolo disegno dalla matita di Elisa Cucuru è in grado di vivificare il messaggio che l’opera intende comunicare.
È innegabile che la crasi tra la voce di Piera Virdis e le illustrazioni di Elisa Cucuru rappresenti uno dei punti di forza di questa piccola opera. Un’opera che si legge facilmente e per cui al lettore non è richiesto che un’oretta per portarla a termine; eppure, forse per l’intensità delle parole scelte da Virdis o per la potenza evocativa delle illustrazioni di Cucuru, I Signori del Tempo è una lettura che rimane addosso anche nei giorni successivi in cui la si è portata a termine. Difficile da dimenticare, e per la sua brevità, facile da rileggere, da sfogliare in cerca di coraggio, per ritrovare la voglia di guardare a un mondo ormai sopraffatto dalla velocità e dal suo essere istantaneo.
E non si può evitare di raccontare almeno in parte ciò che nasconde la scrittura di Virdis: uno stile poetico, costituito a partire da immagini semplici, come i piccoli pezzi di un puzzle che dentro la testa di chi legge si mettono insieme fino a dar vita a qualcosa di più grande: la consapevolezza. Quella consapevolezza di sapere che per quanto l’essere umano si affanni per star dietro a tutte le incombenze della vita, le cose importanti, quelle che contano, sono quelle a cui dedica pochi pensieri prima di mettersi a dormire.
Informazioni relative all’opera
Titolo: I Signori del Tempo
Autore: Piera Virdis ed Elisa Cucuru
Illustrazioni di Elisa Cucuru
Casa editrice: Gruppo Editoriale Albatros, il Filo
Pagine: 74
Genere: Albo illustrato, per bambini da 5 anni in su