Al Forum, che inizierà a Trento giovedì 10 novembre, si parlerà di “reputation society”
Il gigante del web, in arte Google, ha dedicato uno dei suoi tanti (e preziosi) servizi: “Me on the web”. Partito negli Stati uniti ma destinato a tutta la rete, il nuovo Gservice garantisce un ascolto di ciò che gli altri dicono di noi. Si tratta di un tema molto attuale perché la rete è capace di ascoltare, discutere ma, sopratutto, non dimentica. E così dopo anni è possibile che da qualche parte riemerga qualcosa di non gradito o, peggio ancora, di sconveniente se non imbarazzante. Di “reputation society” si parlerà venerdì prossimo, 11 novembre 2001 alle ore 11, nel corso dell’Internet Governance Forum che per tre giorni richiamerà nelle gallerie di Piedicastello esperti e professionisti per discutere dei temi più attuali della grande rete.
Si chiama “Me on the web”, il nuovo servizio che Google propone agli utenti del web (che per adesso è disponibile solo negli Stati Uniti) e che serve a controllare ciò che gli altri dicono di noi in Rete. Il fatto che il Gigante del Web abbia deciso di offrire un servizio di questo genere significa che oramai il tema della reputazione online è divenuto centrale per chiunque acceda alla Rete e vi partecipi.
La reputazione è un sistema di fiducia basato sui comportamenti (passati) di una persona, che consente di prendere decisioni orientate al futuro. Nel mondo online un esempio classico è quello della reputazione legata alle attività di e-commece. Nessuno comprerebbe un bene da un venditore che ha una pessima reputazione. Lo stesso vale nei rapporti sociali per la politica e nella produzione di informazione. Più una fonte o un autore hanno una elevata reputazione più sono credibili e più la loro informazione ha valore.
Di “reputation society” si parlerà venerdì prossimo, 11 novembre 2001 alle ore 11, alle Gallerie di Piedicastello durante l’edizione 2011 di Igf Italia. Oggi, come si scrive nella presentazione del panel, “la reputazione si sta affermando sempre più come una delle dimensioni cruciali di Internet e del web sociale, come meccanismo per mantenere ordine e stabilità nelle relazioni sociali mediate dalla rete.” Diventa insomma una parte importante del nostro curriculum, una etichetta che si portiamo dietro non solo sul web ma anche fuori.
Uno degli sviluppi maggiormente interessanti degli studi sulla reputazione online è rappresentato dalla possibilità di utilizzare i diversi sistemi di reputazione che operano autonomamente sulla rete all’interno dei vari siti per promuovere una ecologia interconnessa di sistemi di reputazione utile anche a fini sociali. La presenza di un meccanismo di questo tipo, secondo Hassan Masum and Yi–Cheng Zhang autori del “Manifesto per la Reputation Society”, potrebbe avere un’utile funzione di mediazione sociale in quanto limiterebbe i comportamenti socialmente riprovevoli e premierebbe i comportamenti positivi.:
Il panel sulla reputazione proposto all’IGF affronta in maniera articolata diversi aspetti della “reputation society”. Innanzitutto verrà illustrato come i sistemi di reputazione possono avere un importante risvolto di carattere sociale perché possono migliorare l’efficacia della partecipazione delle persone alla cosa pubblica, attraverso strumenti che applicati ad esempio all’operato di amministratori, di istituzioni e di enti di pubblica utilità consentano di valutarne l’operato.
Di questo aspetto in particolare parlerà Lucio Picci , autore del libro “Reputation-Based Governance”. Picci è docente di economia all’Università di Bologna e si occupa di economia dell’innovazione tecnologica e del modo in cui questa influisce sulla governance pubblica. La sua tesi di fondo è che le tecnologie che stanno alla base dei sistemi di reputazione maturati nell’ambito della Rete se opportunamente integrate e utilizzate possono migliorare in maniera significativa la governance pubblica. Assieme a Picci, interverranno nel panel altri esperti sul tema della reputazione online: Paolo Massa ricercatore alla Fondazione Bruno Kessler studioso delle reti sociali di Wikipedia e autore di numerosi articoli scientifici molto influenti sul tema della reputazione online e Stefano De Paoli, ricercatore alla Fondazione <ahref, studioso dei videogiochi online ed esperto della manipolazione sociale nelle comunità virtuali.