Il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo Da Vinci al Museo Statale delle Belle Arti A.S. Puškin di Mosca – Fino all’11 febbraio 2013, al Museo Statale delle Belle Arti “A.S. Puškin” di Mosca, sarà presentato il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo Da Vinci, in occasione del progetto «Exhibitaly – Eccellenze Italiane d’Oggi», la prima manifestazione di promozione del Made in Italy e del Sistema Paese, che si tiene in Russia. La città di Mosca ospita infatti un programma di prestigio per la promozione dei settori di eccellenza del Made in Italy: dal design alla moda, dall’innovazione alle tecnologie con l’inevitabile richiamo ai Maestri della cultura italiana.
L’esposizione è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Direzione Regionale per i Beni e per il Paesaggio del Piemonte, la Bibilioteca Reale di Torino, l’Ambasciata d’Italia a Mosca e il Museo Statale delle Belle Arti “A.S. Puškin”.
L’appuntamento al Museo Puskin con il genio della cultura italiana Leonardo da Vinci rappresenta un momento estremamente importante, tra le attività fino a ora promosse dal programma Exhibitaly, che testimonia e riconosce i veri contributi scientifici e artistici del Maestro, oltre che la sua originalità, nell’innovazione e nella tecnologia. Il Codice verrà esposto infatti in concomitanza con la rassegna dedicata alle eccellenze italiane della tecnologia Tech Me To The Future che avrà luogo al Krasny Oktyabr dal 5 dicembre 2012 al 6 gennaio 2013.
Il Codice ha un titolo convenzionale, anche se universalmente riconosciuto, perché Leonardo non gli diede alcuna intestazione. Leonardo compilò questo quaderno, composto da 18 carte e che ora costituisce il codice Varia 95 della Biblioteca Reale, cominciando a scrivere le sue osservazioni sul volo e a descriverne i movimenti in 167 disegni, partendo dall’ultimo foglio e con una scrittura che corre in senso contrario al normale. Leonardo tentò di realizzare uno dei sogni più perseguiti dall’uomo nell’antichità: il volo umano. Il codice contiene progetti di macchine volanti, appunti e disegni sul volo, sulla fisionomia degli uccelli, sulla resistenza dell’aria, sulle correnti e sui progetti di macchine volanti.
La presenza del Codice nel patrimonio della Biblioteca Reale di Torino si deve a due illustri collezionisti: il russo Fiodor Sabachnikoff, che nel 1893 donò a re Umberto I il manoscritto, e al ginevrino Henri Fatio, che dopo il 1920 completò l’omaggio aggiungendo al codice alcune carte mancanti. La collezione leonardiana dell’Istituto era iniziata nel 1839 con l’acquisto di re Carlo Alberto di tredici autografi, tra cui il celeberrimo Autoritratto, dal collezionista Giovanni Volpato.
Le peripezie dell’opera sono ben note: dalle mani di Francesco Melzi, allievo e erede di molte opere del maestro, il codice passò nel XVI secolo nelle mani di Pompeo Leoni, scultore e noto collezionista e responsabile dello smembramento di molti codici vinciani. Nel XVIII secolo il codice approdò alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, da dove fu trasferito, su ordine di Napoleone, all’Institut de France di Parigi. Nella metà dell‘800 il manoscritto venne trafugato da Guglielmo Libri e diviso in due lotti per poi essere ricomposto e donato a Casa Savoia.