Il crogiuolo presenta Der Puff, frammenti cantati di corpi internati di Francesca Falchi al Teatro Due di Roma

Il crogiuolo presenta Der Puff, frammenti cantati di corpi internati di Francesca Falchi al Teatro Due di Roma – Venerdì 4 gennaio 2013 alle ore 21.00 (in replica  sabato 5 gennaio sempre alle ore 21.00 e domenica 6 gennaio alle ore 18.00) al Teatro Due Roma teatro stabile d’essai in Vicolo dei Due Macelli, 37 (Roma),   Rita Atzeri e Francesca Falchi presentano in PRIMA NAZIONALE Der puff-frammenti cantati di corpi internati di Francesca Falchi (una produzione Il crogiuolo).

 

 

Lo spettacolo è inserito nella III Edizione della rassegna Sguardi S-velati: punti di vista al femminile a cura di Ambra Postiglione e Annalisa Siciliano.

 

 

Un primo studio dello spettacolo ha partecipato alla XVIII edizione de Il garofano verde-scenari di teatro omossessuale a cura di Rodolfo Di Giammarco

 

 

INFO

Teatro Due Roma teatro stabile d’essai

Vicolo dei Due Macelli, 37

dal martedì al sabato h. 21.00

domenica h. 18.00

http://teatrodueroma.wordpress.com/sguardi-s-velati/iii-edizione/

 

Biglietti

intero 12,00€ – ridotto 10,00€

 

Promozioni: Esponendo al botteghino il biglietto di uno degli altri spettacoli in rassegna avrete diritto alla riduzione. Scaricate la Fidelity Card di Sguardi S-velati per ulteriori riduzioni.

 

Prenotazioni

06/6788.259 o teatrodueroma@virgilio.it.

I biglietti possono essere ritirati la sera stessa dello spettacolo a partire dalle 19.30 ed entro le 20.45.

La domenica dalle ore 16.30 alle ore 17.45

 

 

LO SPETTACOLO

 

Numerose furono le lesbiche, più o meno note che combatterono strenuamente il nazismo a rischio della propria vita, che furono costrette all’esilio o, che, ancora peggio subirono la prigionia dei campi di concentramento, trovandovi, in molti casi, la morte.

 

 

Lo spettacolo si propone di raccontare, utilizzando la forma del cabaret, le storie di queste donne, utilizzando come punto di partenza ideale Il Macinapepe (Die Pfeffermühle) di Mann-Giehese: le canzoni “lesbiche” dell’epoca si intrecceranno con brevi monologhi e dialoghi che esaltino la grevità dell’argomento, stemperata dalla levità dell’intrattenimento goliardico.

 

 

Le donne individuate non sono tutte note: alcune sono donne normali delle quali è rimasta una lieve traccia che ha fatto sì che la memoria del loro calvario spirituale e fisico non rimanesse confinata nell’oblio; altre sono artiste che hanno contribuito con il proprio lavoro a denunciare la situazione di bestialità nella quale la Germania era precipitata con l’avvento del nazismo e con il conseguente genocidio programmato del popolo ebraico.

 

 

Altre ancora sono state sfiorate dall’incubo nazista, che le ha comunque profondamente segnate e i cui orrori hanno raccontato fino alla fine dei loro giorni.

 

 

Da Frieda Belifante a Christa Winsloe, da Charlotte Salomon ad Hanna Hoch, da Henny Schermann ad Elli Smula, da Elisabeth Wust e Felice Schragenheim ad Annemarie Schwarzenbach e Claude Cahun, fino alle sopracitate Erika Mann, Therese Giehse e Claire Waldof e alle tante rimaste sconosciute.

 

 

Le biografie a volte complete a volte frammentarie di queste donne testimoniano la loro volontà di opporsi triplicemente ad un sistema che le sminuiva in quanto ebree, in quanto donne ed in quanto lesbiche e ad una situazione politica che ne condannava la condotta “morale” colpendole direttamente attraverso la deportazione o costringendole all’esilio.

 

 

La scelta di trattare questo argomento è stata dettata dalla volontà di mettere in luce una Storia/storia omessa: da un lato quella legata all’azione fattiva mirata alla salvezza del popolo ebraico ed al disvelamento dei piani nazisti nei confronti degli ebrei,  delle minoranze e dei “deviati” dall’altra quella del movimento lesbico che al momento dell’avvento del nazismo (come accadde anche in Italia durante il fascismo) venne costretto a “non esistere”

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