Il Giardino dei Pini, l’intervista alla band

“Take time for yourself” è un brano che invita a prendersi del tempo per sé stessi e per stare con i propri amici, ribellandosi alla vita frenetica. Le ore dei nostri giorni sono scandite da innumerevoli impegni, trasformando la nostra esistenza in una continua corsa contro il tempo. La musica della canzone è caratterizzata dalla contrapposizione di un ritmo incalzante e funky nelle strofe, mentre le sonorità aperte e distese del bridge e del ritornello rappresentano il desiderio di rilassarsi, mettendo da parte impegni e preoccupazioni.

Come è iniziata la vostra avventura nel mondo della musica?

Il nostro viaggio è iniziato dai saggi della scuola di musica.

La maggior parte dei membri della formazione originale si esibiva singolarmente durante la festa alla fine dell’anno, ma capitava anche che suonassimo in gruppo canzoni che conoscevamo tutti.

Da lì abbiamo deciso di creare un gruppo e cominciare questo percorso.

C’è stato un momento decisivo in cui avete detto “questa è la nostra strada”?

Fin da subito abbiamo avuto l’opportunità di suonare sia in locali che in teatri.

L’emozione dei concerti, in particolare quelli nei teatri, dove il calore del pubblico ti avvolge, è stata molto forte: un misto di soddisfazione, felicità e adrenalina.

Queste sensazioni hanno lasciato un segno dentro di noi e sono state senza dubbio uno dei fattori che ci hanno motivato a proseguire su questa strada. 

Come avete superato le sfide che avete incontrato e cosa avete imparato da esse?

Di fronte alle sfide e alle difficoltà abbiamo sempre cercato di restare uniti; anche nei momenti di discussione, confrontandoci e cercando la soluzione migliore per tutti.

Uno dei tanti insegnamenti che queste situazioni ci hanno lasciato è che da certi momenti si esce più forti e compatti solo se si è onesti con noi stessi, con gli altri e facendo ognuno i sacrifici necessari per il bene del gruppo. 

Come avete visto evolvere il vostro stile musicale e artistico nel corso degli anni?

I primi pezzi che abbiamo suonato sono stati quelli della musica Black e RnB degli anni 70/80, in particolare di artisti quali Kool and the Gang e Stevie Wonder.

Con il tempo ci siamo aperti anche alla musica italiana, in particolare Claudio Baglioni e Pino Daniele, inserendo in scaletta alcune loro canzoni.

Tutti questi grandissimi artisti, ciascuno con le proprie peculiarità, hanno influenzato la scrittura dei nostri primi inediti e continuano a ispirarci ancora oggi con la nuova formazione, caratterizzata da un sound con sfumature più rock.

Quali consigli dareste a chi sta iniziando la propria carriera artistica?

Innanzitutto di divertirsi e di godersi questo viaggio cercando di rimanere sempre se stesso, nonostante l’attuale mercato discografico tenda a uniformare i diversi aspetti di ogni artista verso canzoni e sonorità molto simili tra loro.

Di non scoraggiarsi nei momenti di difficoltà, perché sono quelli che ci fanno crescere e ci permettono di conoscere meglio noi stessi portando spesso con sé idee per nuove canzoni.

Infine consigliamo di fare tante esperienze diverse per poter capire come comportarsi in ogni situazione e contesto. 

C’è un messaggio o un’emozione che sperate di trasmettere attraverso il nuovo singolo “Take time for yourself”?

Questo brano ha lo scopo di far riflettere l’ascoltatore sulla frenesia dei nostri giorni e invitarlo a prendersi del tempo per se stesso.

Siamo sempre pieni di impegni, la nostra quotidianità è scandita da appuntamenti e ogni tanto forse sarebbe meglio fermarci a pensare se questa è la vita che fa per noi oppure dovremmo rinunciare a qualcosa per passare più tempo con amici, parenti e rilassarci.La musica è caratterizzata dalla contrapposizione di un ritmo incalzante e funky nelle strofe con le sonorità più aperte e distese del bridge e del ritornello, rispettivamente immagine della velocità del nostro tempo e della voglia di lasciare andare gli impegni e le preoccupazioni.

Avete intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei vostri prossimi progetti?

L’idea è quella di mantenere il genere e il sound che abbiamo adesso, ma nella musica non si sa mai, anche solo cambiando qualche suono ci si può avvicinare più ad un genere che ad un altro.

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