A Palazzo Bossi Bocchi, sede di Fondazione Cariparma è visitabile fino al 22 dicembre l’esposizione “Il Pinocchio d’Artista di Mimmo Paladino. Tra schizzi, parole e note”, realizzata anche grazie al patrocinio di Fondazione Nazionale Carlo Collodi e alla collaborazione con Sinapsi group, corredata da 13 iniziative collaterali ideate sui temi della mostra.
Il burattino di legno, nato dalla penna di Carlo Lorenzini, alias Collodi, è un fulgido esempio del successo della letteratura italiana nel mondo. Capolavoro immortale, il romanzo per ragazzi è stato tradotto in 192 versioni tra lingue e dialetti ed è stato pubblicato con 669 traduzioni. Dopo la Bibbia è il volume più conosciuto al mondo e il suo protagonista è diventato un’icona universale, riuscendo ad affascinare lettori e lettrici di tutte le culture e di tutte le età.
L’esposizione vuole essere una contaminazione di generi e di esperienze diverse: letteratura, arte e musica che si intrecciano a più livelli, per dar vita ad identità più ricche e stratificate. L’obiettivo è coinvolgere un pubblico ampio e multigenerazionale e continuare sulla strada della valorizzazione di uno dei filoni principali delle Collezioni d’Arte di Fondazione Cariparma: il Libro d’Artista, appartenente alla Collezione Mingardi. Grazie alle generose donazioni di Corrado Mingardi, avvenute nel 2016 e nel 2018, oggi Fondazione Cariparma possiede la più importante collezione italiana di questi volumi: 200 opere conservate presso la Biblioteca di Busseto.
L’esposizione prende avvio dal libro d’artista Pinocchio, di Domenico Paladino – noto come Mimmo Paladino – uno tra i maggiori artisti della Transavanguardia. Due cofanetti in legno contengono le 26 grandi tavole sciolte, tutte stampate a tiratura limitata e firmate dall’artista.
Le tavole – create nel 2004 dal celebre artista, in una originale reinterpretazione della fiaba di Collodi – sono state realizzate secondo tecniche e stili differenti (acqueforti, acquetinte, serigrafie e collage di frammenti di legno e carta, oro e rame in foglia e acquerello) e risultano di eccezionale vivacità cromatica e compositiva. L’opera testimonia degli intensi rapporti che la ricerca di Paladino da sempre ha avuto con poesia e letteratura. L’insieme ripercorre i temi forti del racconto collodiano, in una ricerca visiva sospesa tra archetipo e simbolo contemporaneo.
In queste affascinanti carte, la vena poetica e la sottile sensibilità dell’artista uniscono caratteri della fantasia fanciullesca in cui bene e male, tristezza e gioia si avvicendano e scambiano in un girotondo di sogno e realtà.
In mostra, accanto alle tavole di Paladino sono esposte una trentina di edizioni del romanzo di Collodi stampate in Italia dall’inizio del ‘900 ai giorni nostri e conservate nella Biblioteca di Busseto di Fondazione Cariparma, a testimonianza della fortuna critica dell’edizione che uscì per la prima volta a puntate sul “Giornale per i bambini” nel 1881, dal 7 luglio al 27 ottobre, con il titolo Storia di un burattino e che terminava con la morte di Pinocchio impiccato alla quercia grande dagli assassini. L’insistenza di editore e piccoli lettori fece sì che il 16 febbraio 1882 Collodi ricominciasse a pubblicarne il seguito con il titolo le Avventure di Pinocchio che si conclusero il 25 gennaio 1883, quasi contemporaneamente all’uscita della prima edizione del volume Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino dell’editore Felice Paggi, con le illustrazioni di Enrico Mazzanti, che ebbe la primogenitura nella creazione dell’immagine di Pinocchio.
A completare l’allestimento sono infine le oltre 70 sculture in legno robotizzate di “Pinocchio all’opera”, un progetto ideato e promosso da Fondazione Nazionale Carlo Collodi in collaborazione con Sinapsi Group. Il progetto si propone di avvicinare il pubblico al teatro musicale attraverso un intermediario familiare: Pinocchio. Grazie al suo portato innovativo “Pinocchio all’Opera” è stato premiato dal Ministero della Cultura come uno dei migliori progetti dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale 2018.
L’esposizione è composta da una serie di statue in legno realizzate dall’artista Mauro Olivotto, in arte “Lampo”, scultore delle Dolomiti bellunesi. I personaggi hanno le sembianze del burattino collodiano e rappresentano tutti gli elementi presenti in orchestra, ma anche le maestranze che lavorano dietro le quinte e 17 grandi personaggi che hanno fatto la storia della lirica italiana. Alcune delle sculture, robotizzate ad opera della Scuola di Robotica di Genova, si muovono e suonano arie tratte dalle più celebri opere del repertorio operistico. L’insieme è inoltre arricchita da 5 teatri d’opera riprodotti fedelmente in scala realizzati dall’artista Amedeo Piscino e da un pinocchio/Giuseppe Verdi, capace di rispondere alle domande del pubblico.
Nell’arco dell’esposizione, da settembre a dicembre 2024, la mostra sarà approfondita da percorsi didattici dedicati alle scuole (primarie e secondarie di primo grado) e da 13 appuntamenti collaterali.