Milano. «Volevo che questo lavoro fosse un oggetto d’arte. È un disco di amore e sentimenti che sono fatti di litigate e abbracci, come accadeva con i miei nonni».
Lo ha precisato Renzo Rubino a proposito del suo nuovo disco “Il silenzio fa boom” disponibile su tutte le piattaforme digitali e in vinile.
«È il nostro disco, pugliese, registrato in Puglia con musicisti pugliesi – ha puntualizzato il cantautore di Martina Franca – Arriva dopo sette anni dal precedente lavoro in studio “Il gelato dopo il mare” perché prima non sono riuscito a tirare fuori altri progetti, ma c’è stato “Porto Rubino” che mi ha dato grandi soddisfazioni».
Contemporaneamente all’album è in rotazione radiofonica “Patchouli (resta)”, il nuovo intenso singolo estratto dal disco, accompagnato da un video dal taglio onirico, nato da un’idea del regista e scrittore Donato Carrisi, ai vertici delle classifiche.
«Il valore del restare, come una essenza profumata, nonostante il tempo, Patchouli rappresenta la forza del rimanere attaccati nonostante le avversità – ha osservato l’artista – Una relazione inizia da l’avvinghiarsi in un abbraccio, probabilmente senza amore, aggrappati ai propri odori, e si protrae col tempo nei sentimenti, trasformandosi».
“Il silenzio fa boom” vede protagonista la Sbanda che accompagna Rubino nei dieci brani, una formazione unica nel suo genere come la banda di paese composta da persone comuni, come il barbiere, il panettiere, il barista o il macellaio, che si ritrovano a suonare per rigenerarsi dagli impegni quotidiani; un suono che affonda le sue radici nella tradizione musicale italiana, un patrimonio prezioso da salvaguardare e valorizzare.
«La passione per la banda arriva dalla festa patronale con la musica in lontananza quando ci si innamorava o si soffriva per amore – ha sostenuto Rubino – C’è tanta vita in questo disco legato alla festa e, di conseguenza, alla banda, mix di vari musicisti che mi ha colpito per la loro autenticità».
La scelta di Renzo Rubino di collaborare con la Sbanda non è dunque casuale: è un omaggio a questa tradizione e un modo per darle nuova vita.
Le registrazioni del disco, avvenute al Teatro Verdi di Martina Franca, si sono svolte in un clima di ritrovata familiarità: un’atmosfera che ha contribuito a creare un album caldo e vibrante, permeato da una forte energia collettiva.
«Accadono delle cose, i fallimenti durante il covid, e la vita ti porta a scrivere non per volontà ma perchè è ciò che succede, come la perdita di mio nonno – ha sottolineato – Sono venute fuori canzoni di gioia e ne vado fiero: la musica doveva tornare nella mia vita e mi sono dedicato a farla per bene. È un disco molto gioioso con bandisti prestati alla musica pop, fra una processione o un funerale, che restano per loro le priorità; ho deciso di tornare con autenticità».
Il titolo del disco non è arrivato per caso.
«Il silenzio fa boom è il momento esatto del silenzio che diventa esplosivo – ha confidato – È il momento in cui gli operatori ecologici puliscono le strade al mattino, è il momento esatto in cui due persone si stanno innamorando, è quel momento in cui prendi per la prima volta in braccio tuo nipote, è quel momento in cui sei colpito dalla meraviglia che ti lascia senza fiato». Il disco varia da “La Madonna della ninna nanna” che mette a dormire il malessere, a “Mal d chep” dal dialetto che si mescola con i sentimenti più puri che fanno venire il mal di testa, fino a “Porto Rubino” in chiusura, l’idea del mare e dei porti della Puglia, dello schiamazzare estivo, libero e selvaggio.