Dieci brani inediti e un gioco:
partire da canzoni storiche immaginandone una evoluzione
Il risultato: un lavoro delicatamente provocatorio che entra nelle pieghe più profonde dell’animo umano. Sonorità talvolta sperimentali con un gusto vintage e low fi
Partire da canzoni storiche e immaginarne una evoluzione. Come sarebbero certi brani oggi, alla luce di una nuova sensibilità e di un punto di vista che, negli anni, è necessariamente cambiato?
E’ il gioco alla base di “Imenotteri e Cosmi”, il terzo album di Nico Maraja, musicista, cantautore e scrittore. Dieci inediti che prendono spunto da alcuni capisaldi della tradizione cantautorale italiana per poi essere ricostruiti e reinterpretati. Cosa che l’artista lecchese di origine e romano di adozione, fa con un tratto unico e distintivo, attraverso le sue tipiche atmosfere oniriche e rarefatte.
“Uno scherzo infantile e irriverente – spiega l’autore – che vuole però diventare un cambio di prospettiva, un provare a vivere e sentire le cose (o le canzoni) a proprio modo”.
Così, ad esempio, “Io che amo mille cose” ribalta il concetto del brano di Sergio Endrigo (Io che amo solo te); l’ “Acquarello” di Toquinho diventa un quadro “Ad olio”, non più spensierato, ma tormentato e fragile; “Imenotteri e Cosmi” insegue “Il mondo” di Jimmy Fontana” e “In un dipinto blu” il sogno di Modugno acquista colori più terreni per assomigliare a “La passeggiata” di Marc Chagall.
Dieci brani inediti per un album che vuole essere delicatamente provocatorio fin da titolo: Imenotteri e Cosmi, un dialogo tra esseri piccoli come insetti e realtà grandi come cosmi, che entra nelle pieghe più profonde dell’animo umano. Il tutto vestito di sonorità talvolta sperimentali con un gusto vintage e low fi.
Nico Maraja è uscito da poco con il suo secondo libro (Dell’amore e altre forature – Edizione Ediciclo) e scrive colonne sonore per spettacoli teatrali.
“Imenotteri e cosmi” è disponibile da oggi su tutte le piattaforme di streaming e negli store digitali e dal 10 dicembre in vinile.
TRACCIA DOPO TRACCIA (Guida all’ascolto)
1) IN UN DIPINTO BLU
Chagall, Puccini e Modugno.
Da qui parte il grande gioco di questo album.
Il sipario si apre su un’armonia chiaramente pucciniana. L’autore racconta qualcosa che è pronto a giurare sia successa davvero: come Mary Poppins è cascato in un dipinto. C’è dentro il cielo blu del sogno di Modugno, ma la scena che si trova a vivere sembra molto di più “La passeggiata” di Marc Chagall.
Un brano breve, introduttivo, un incrocio fra classicismo e sonorità sperimentali.
2) RAGGIO DI SOLE
Un gioco di contrasti: una chitarra sospesa che sostiene un testo fra il parlato e il cantato, prima che tutto si trasformi in uno strumentale dal sapore grunge rock. E’ la storia di un incontro inaspettato ma illuminante, un incontro umano che porta a rivelazioni più alte…
Il brano è un esperimento, una poesia che si trasforma in musica.
3) AD OLIO
Di nuovo dentro un dipinto.
Il brano prende spunto dall’“Acquarello” di Toquinho che diventa un quadro ad olio.
Il mondo disegnato, però, maschera un sentire più tormentato e triste, fatto di fragilità, paure e ipocrisie. Se il protagonista, inizialmente, si trova a dipingere un foglio grande come il mondo, alla fine si rende conto che in realtà il suo mondo è grande come un foglio.
Arrangiamento acustico accompagnato da elettronica minimale e ossessiva e un gioco di incastri vocali.
4) PRISCILLA
Il brano, come tutto l’album, guarda alla grande musica del passato, in questo caso d’Oltreoceano. Si ispira, infatti, alla “Maria” di West Side Story, ma il riferimento è solo ideologico. Di quella canzone prende in prestito solo il modo di raccontare del suono di un nome che affascina e fa innamorare. E se da un lato Nico pensa alle Americhe – vestendo il brano con un sound caraibico e una elettronica leggera e garbata che fa da sfondo ritmico – dall’altro lo radica profondamente in Italia, ed in particolare a Roma: Priscilla è il diminutivo femminile del nome latino Priscus. (IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=PBXj8OfYFK8). Il video, che si rifà alle atmosfere newyorkesi della metà degli anni cinquanta, propone un Nico Maraja buffamente immedesimato in quel contesto e innamorato di una ipotetica Priscilla, una donna forse inesistente. “Sicuramente inafferrabile e indefinibile”, spiega lui.
5) I LUNGHI VIAGGI DEI MISTICETI
E’ il brano meno “canzone” di tutto il disco, che gioca sul confine tra musica e poesia, come se volesse provare a testare dove finisce una e comincia l’altra.
Un tappeto di pianoforte acustico e suoni di matrice industriale fanno da base a un canto dei synth che ricorda quello dei balenotteri (i misticeti, appunto) e a una narrazione in cui la funzione della parola oscilla fra il musicale e il semantico.
Non si capisce bene dove vogliano andare questi cetacei volanti, eppure da qualche parte parte sicuramente ci portano.
6) IO CHE AMO MILLE COSE
L’autore prova a rispondere a una delle più grandi celebrazioni dell’amore da parte della nostra storia della canzone, “Io che amo solo te”. Qui però dà voce alla fragilità, all’insicurezza, a chi in amore non riesce ad essere cosí certo e stabile, a chi lo vive con più tormento e a chi “sbaglia sempre tutto”. Una confessione intima e delicata di chi si sente inadatto, pur sapendo in fondo di saper amare a proprio modo.
Il brano parte soffuso e dolce per arrivare ad esplodere in un bridge beatlesiano che si sfalda in un solo di flicorno disordinato, per poi ritornare alla dolcezza iniziale. (IL VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=UJtlpcgSP7M). Il videoclip lo vede indossare i consueti panni del teatrante, ripercorrendo personaggi del proprio repertorio artistico, per scoprirsi stanco di tutto ciò, del proprio stare in scena e del proprio “perdersi in mille cose”. Le riprese, in un lungo piano sequenza, propongono una sorta di moderno e onirico “Vesti la giubba”, dove il tormento sentimentale e la necessità di fare arte si incontrano di nuovo sulle assi di un palcoscenico.
7) IL MARE D’INVERNO
La scena è quella di una spiaggia invernale dove il romanticismo lascia spazio una poetica surreale e degradata. Un dialogo criptico, cinico e assurdo tra personaggi bizzarri. Storie tristi di violenze e speranze nascoste in misteriose tasche.
Alla base uno swing cafone e aggressivo. Fiati, pianoforte e chitarre si sbizzarriscono in improvvisazioni alla Captain Beefheart, fino a un delicato intermezzo in cui in un piccolo flash riecheggia una citazione del “Mare d’inverno” di Enrico Ruggeri.
8) IMENOTTERI E COSMI
E’ il brano che ha dato vita al gioco che caratterizza tutto l’album.
Si apre con una riflessione notturna che cita quella di apertura de “Il mondo” di Jimmy Fontana per poi, allo stesso modo, riflettere sul movimento della Terra.
Su un pianoforte di matrice impressionista, che potrebbe ricordare Debussy, si sviluppa un confronto tra gli imenotteri, insetti piccolissimi, e i movimenti cosmici. C’è la scienza e c’è la spiritualità.
Poi il brano si trasforma: prima un buffo andamento swing, poi in una sezione operistica/prog per poi tornare al pianoforte che, sul finire, cita il tema del brano Fra’ Martino.
9) ANNA AMORE SOCIAL
Anna e Marco. Oggi.
In un ritrovarsi che è soltanto virtuale in una chat di qualche social. Forse durante il lockdown.
Una dedica dolce e delicata che celebra il romanticismo di un incontro mai avvenuto e che forse mai avverrà e che tuttavia ha qualcosa di speciale.
Chitarre e synth dal sapore anni ‘70 accompagnano questa breve canzone che porta l’album verso la chiusura.
10) SENZA TE
Come in apertura, questo è un brano brevissimo e sognante dalle tinte classicheggianti e sperimentali allo stesso tempo. Il testo celebra un’assenza. E’ una dedica a qualcuno che non c’è più, ma che ogni tanto qualcosa riporta qui “da noi”.
CREDITI
Testi e Musiche di Nico Maraja
Nico Maraja – Voce, Pianoforte, Cori, Korg Stage Vintage, Novation Mininova, Farfisa Synthorchestra, Korg M1, Chitarra Danelectro, campioni, arrangiamenti
Fabrizio Rota – Batteria
Simone Massimi – Basso elettrico, Contrabbasso elettrico
Pier Panzeri – Chitarre
Alessio Baldi – Chitarre, arrangiamenti
Antonino Vitali – Tromba, Flicorno, Trombone, arrangiamenti fiati
Simone Moscato – Cori
Marco Fumarola – Cori
Serena Vitaliano – Cori, voce in “Imenotteri e Cosmi”
Registrato presso “Casa Noteum Studio”, Foggia
“Da Vinci Studio”, Roma
Mix “Riccardo Gioggi Studio”, Ciampino
Master realizzato da Fabrizio De Carolis, “Reference Studio”
Grafiche Giulia Maccacaro e Attilio “Tiglio” Esposito
Fotografie Viviana Berardi
Regia Videoclip Mattia Montesano
NICO MARAJA
Musicista e cantautore di Lecco, vive a Roma. Ha pubblicato tre album di canzoni inedite, due di colonne sonore di spettacoli teatrali e due libri. Nell’estate del 2017 ha compiuto un tour artistico musicale in bicicletta raccontato in un cortometraggio realizzato da Valerio Perini (intitolato ‘Nico & le cicloavventure’) e in un libro pubblicato da Teka Edizioni.
La sua carriera inizia nel 2007, quando partecipa come autore e arrangiatore al progetto “Il Circo delle Quinte” che propone una narrazione sonora sulla proiezione del film “La strada” di Fellini. Lo spettacolo viene presentato live il 27 aprile 2008 ad Amman, in Giordania, all’Ambasciata Italiana alla presenza della Famiglia Reale.
Nel giugno 2010 si classifica terzo al Festival degli Autori di Sanremo (sez. Emergenti) con la canzone “Il Ratto (ritratto)” .
Nel 2011 vince il “Premio Teatro Canzone” al Festival Musica Controcorrente con la canzone “Diana” ed è finalista al Festival di Solarolo, a Botteghe d’autore e al Premio Stefano Rosso.
Nell’agosto 2014 partecipa ad “Una voce per il mediterraneo” promosso da Red Ronnie e Franco Battiato, mentre a settembre apre lo show di Enzo Gragnaniello.
Il 21 dicembre 2012 pubblica il primo album, “Diana” (Edizioni Universitas), che propone un viaggio immaginario fra le emozioni dell’uomo ed è premiato a dicembre 2014 con una “Targa D’Autore Controcorrente”.
Nel febbraio 2014 esce invece il singolo “Tu non mi basti mai”, un omaggio a Lucio Dalla pensato e realizzato insieme a Davide Mottola, e seguito poi da “Anna e Marco”.
A marzo 2015 Sony e Eataly inseriscono “Il Ratto” nella compilation Eataly Live Project, mentre a novembre “Il gioco dell’assenza” viene inserita nella compilation “Non esiste solo De Gregori”.
A giugno 2015 è finalista al Premio “Squarciare i silenzi”. Nel 2016 riceve il riconoscimento “personalità artistica” al premio Premio Poggio Bustone e la menzione per il miglior testo al Premio Daolio. Nello stesso anno gli viene conferito un premio nell’ambito di “Roma Videoclip” per il suo “Leopardi (Luna blu)”, per la regia di Marco Mari. Nel 2017, sempre nell’ambito della stessa manifestazione, riceve il riconoscimento “Special award anteprima” cinema musica sport per la clip tratta dal cortometraggio “Nico e le cicloavventure” di Valerio Perini.
Nell’estate 2021 riceve, come cantautore, il Premio Lusenstock, nell’ambito dell’omonimo festival organizzato da Alberto Fortis ad Alpe Lusentina (Domodossola).