Intervista a Vivo

Valerio Vitolo, in arte VIVO, nasce a Salerno nel 1989. Già in adolescenza segue la via del producer, approcciandosi ai software di composizione musicale. Molto incline alla scrittura ed appassionato di libri e poesie, butta giù i primi acerbi prototipi di canzoni. Intorno ai vent’anni, diplomato al liceo artistico, scopre il sassofono, strumento che lo accompagnerà per tutta la vita. Si trasferisce a Napoli ed intraprende un percorso di studi classici al conservatorio. Deluso dai rigori degli ambienti accademici, abbandona gli studi per viaggiare e suonare per le strade di tutta Italia come busker. Durante i suoi viaggi prende nota di ogni emozione, riflessione e suggestione. Intorno ai trenta ritorna a vivere in provincia. La sua ricerca è finalizzata a raccogliere le sue esperienze da autore, produttore e strumentista, in un unico progetto. Nasce VIVO VIVO è un cantautore che si accompagna con strumenti elettronici, sintetizzatori e controller. Canta le sue canzoni su beat suonati live ed arricchiti da assoli di sassofono. Tra le sue influenze c’è la scuola cantautorale italiana. Attinge dalla tradizione e se ne discosta completamente, favorendo la sperimentazione. La musica etnica (in particolare quella araba), L’indie rock, il post punk, la techno, l’industrial, il free jazz e molto altro, sono i colori sulla tavolozza di VIVO. Ha all’ attivo quattro singoli ed il videoclip del brano “Pasquale Vive A Napoli”. Hanno partecipato alla registrazione dei brani, Mario Sernicola al basso, e Giovanni La Ferrara alle chitarre. Nel 2024 si aggiunge Pasquale Di Lascio alla batteria. Con la band al completo, si posiziona secondo classificato all’edizione 2024 del contest “Il Cilento”, al quale hanno preso parte 15 finalisti su circa 60 candidati, provenienti da tutta Italia. L’evento è stato trasmesso in diretta su Stile TV.

Come è iniziata la tua avventura nel mondo della musica?
Ero ancora un adolescente, erano gli anni dell’ hip-hop underground, i graffiti, la breack dance. Ho iniziato in quel contesto lì, ma poi ho preso direzioni totalmente diverse

C’è stato un momento decisivo in cui hai detto “questa è la mia strada”?
Non c’è stato un vero e proprio momento in cui si è delineato questo pensiero. Romanticamente, potrei dire che è una scelta che si conferma di giorno in giorno.

Come hai superato le sfide che hai incontrato e cosa hai imparato da esse?
Sicuramente l’ostinazione ha giocato un ruolo importante.

Come hai visto evolvere il tuo stile musicale e artistico nel corso degli anni?
Beh, il mio stile si è evoluto tanto ed ha preso direzioni completamente diverse con il passare del tempo. Come dicevo, ho iniziato con l’hip-hop, da ragazzino. Poi, intorno ai vent’anni, ho iniziato a suonare il sax (in quegli anni ho ascoltato squintalate di jazz e black
music). Poi mi sono iscritto in conservatorio intorno ai 26, per poi mollarlo e andare in giro per l’Italia a fare il busker. E proprio in quegli anni ho iniziato a viaggiare, mi sono avvicinato maggiormente alla canzone d’autore, al rock, alla musica elettronica. In quegli anni ho scritto i primi acerbi prototipi di canzoni.

Quali consigli daresti a chi sta iniziando la sua carriera artistica?
Di sforzarsi enormemente di essere brutalmente onesto, verso sé stesso in primis. Smascherarsi è importante per trovare la propria vera voce.

C’è un messaggio o un’emozione che speri di trasmettere attraverso questo singolo?
Tutta la gamma di emozioni in cui ci si può imbattere ascoltando Blatte, il mio ultimo album, fuori da Novembre su tutte le piattaforme.

Hai intenzione di esplorare nuovi generi musicali nei tuoi prossimi progetti?
Assolutamente sì, l’esplorazione è il mio dominio!

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