Adriano Formoso, cantautore e ricercatore in neuroscienze, è una figura poliedrica che vive e lavora a Milano, dove integra la musica con la psicologia. Con un percorso musicale che spazia dal rock al blues fino alla musica etnica, ha pubblicato due album e ha recentemente lanciato il singolo “Zajal”, un’opera che celebra l’unione tra culture diverse.
Questo brano, presentato al Console libanese di Milano, nasce dall’urgenza di promuovere il dialogo e la pace in un momento storico critico. L’artista ci parlerà del legame tra “Zajal” e la sua ricerca sulla Neuropsicofonia, e dei suoi futuri progetti, invitando i lettori a riflettere sull’importanza della musica come strumento di cambiamento sociale.
Adriano, “Zajal” è il tuo ultimo singolo, che celebra l’unione tra culture diverse. Da dove nasce l’ispirazione per questo brano?
Dal desiderio di comporre una canzone che potesse fondere la tradizione poetica araba con il linguaggio della musica contemporanea e scegliendo per poterlo fare un momento storico in cui è necessario opporsi alla guerra in medioriente con la speranza che “Zajal” possa ispirare riflessioni per un dialogo aperto e un senso di comunità tra diverse culture.
Questo brano è stato presentato al Console libanese di Milano, Khalil Mohamad. Cosa ha significato per te questo momento?
Sorprendersi piacevolmente credo che sia uno dei doni più belli nel viaggio di una persona. Questo mi è accaduto quando ho ricevuto l’invito da parte del Console Generale del Libano grazie alla pubblicazione di Zajal. Parlando con il Console ho capito che potere può avere una canzone, da questo incontro è emersa la possibilità di fare delle esperienze artistiche il Libano appena finirà la guerra e poter utilizzare i proventi libanesi della mia musica per aiutare i civili operatori sociali e di pace a prendersi cura di bambini rimasti orfani nei bombardamenti e altro ancora.
La tua carriera ha sempre intrecciato musica e neuroscienze. Come si collega “Zajal” alla Neuropsicofonia e alla tua ricerca sulle relazioni tra musica e cervello?
Tutte le canzoni che scrivo sono legate ai fondamenti di base della Neuropsicofonia. Se ascoltate con attenzione le mie canzoni, noterete che dalla più ritmata alla più soft vengono suonate con strumenti accordati a 432 Hz e presentano sonorità e linee melodiche che, come osservato a livello sperimentale, riducono i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress.
La tua produzione musicale spazia tra generi diversi, dal rock al blues fino alla musica etnica. Qual è stato il percorso che ti ha portato a questo singolo?
Penso lo stesso percorso che mi ha portato alla realizzazione delle ultime canzoni. Ritengo sia stato fondamentale l’interazione con il pubblico e i feedback ricevuti negli ultimi anni che mi hanno permesso di capire come viene percepito il mio lavoro e quale parte della mia espressione artistica risuona di più con gli altri. Questo riscontro mi ha permesso di identificare meglio il mio “genere” non solo come un processo individuale, ma anche relazionale.
Oltre alla musica, sei molto attivo anche nel teatro, nella pittura e nella scrittura. Come riesci a integrare tutte queste forme d’arte nel tuo lavoro?
Trovo che nel mio caso siano ben integrate dalla stessa motivazione che è quella di entrare in relazione con gli altri attraverso la sensibilità comune di amare l’arte a vari livelli. Percepisco che modalità diverse di comunicare artisticamente mi consentano di esprimere il mio pensiero e la mia essenza.
Quali sono i tuoi prossimi progetti musicali?
Sto scrivendo un brano che vuole essere una riflessione sul decadimento dell’industria musicale in Italia e sulle persone mediocri e di malaffare che la rappresentano . Si intitola “Né rabbia né dolore” e spero possa essere la voce di molti artisti che pur meritevoli di un loro spazio di ascolto e considerazione, vivono serenamente malgrado siano da sempre ignorati da persone a cui guardano con commiserazione.
Un ultimo messaggio che vorresti lasciare ai nostri lettori?
Cari lettori, incontriamoci sabato 25 Gennaio alla prima data del 2025 del mio live Formoso Therapy Show al Teatro San Babila di Milano. Sarà un modo di condividere valori comuni, dell’ottima musica neuropsicofonica e tanti spunti per migliorare il nostro benessere psicologico e la motivazione a superare i momenti difficili della nostra esperienza esistenziale. Senza tutti noi nel ruolo di spettatori, ogni arte sarebbe solo un pensiero e non un’opera.