Carlotta Vettori è una flautista toscana di grande talento. Da poco è uscita con il suo primo disco dal titolo Ruah. In questa intervista ci racconta qualcosa in più!
Quando e come è stato il tuo incontro con il flauto?
Il nostro incontro è stato “casuale”. Ero una bambina molto curiosa delle cose e alla proposta dei miei genitori :“Vuoi provare a suonare il pianoforte?” La risposta fu affermativa. Purtroppo il Maestro che mi fu presentato insegnava tutti gli strumenti a fiato, utilizzati in banda, come usava una volta, ma niente pianoforte. E alla “E. Chiti”, la banda in cui insegnava il Maestro Paolo Sauro, mancavano i flauti, così mi proposero questo strumento a me quasi sconosciuto. Da allora non l’ho più abbandonato. Non nego che mi sarebbe piaciuto studiare anche il pianoforte, così come il violoncello. Per ora continuo comunque a studiare il flauto 🙂
Dalla classica al jazz per arrivare alla free raccontaci del tuo viaggio nella musica
Ho iniziato con il percorso di Conservatorio (anche se ho fatto tutti gli esami da privatista) studiando così i grandi Maestri della musica classica. Ad un certo punto la vita mi ha presentato l’opportunità di lavorare nel teatro, come musicista e così ho iniziato a conoscere un nuovo modo di trattare il mondo dei suoni, ovvero “subordinandolo” alla parola. E che parole, le più belle poesie dei grandi poeti del Novecento italiano e non solo, interpretate dalla sublime Pamela Villoresi. Ho iniziato così a sperimentare l’improvvisazione e a scrivere le prime composizioni. La cosa mi ha appassionata sempre di più ho perciò iniziato lo studio del jazz, passando prima da seminari di musica rock e pop, per arrivare al biennio in discipline jazz al Conservatorio di Santa Cecilia. Contemporaneamente ho iniziato a frequentare ambienti di musica improvvisata ed avanguardia e qui il mio essere si è sentito completamente libero di esprimersi. Tengo a precisare che a me la musica, quella bella, quella che mi emoziona, piace tutta. Non escludo nessun genere, sono più per l’inclusione 🙂
Nel disco insieme a te anche altri musicisti chi sono e come avete lavorato in questo progetto?
Ho avuto la fortuna di avere insieme a me dei musicisti fantastici (me li sono cercati:)) che mi hanno sostenuto dal primo momento e hanno dimostrato interesse ed entusiasmo per il progetto. Lo scambio d’idee è stato alla base di ogni composizione. Molte sono state le proposte nate durante le prove e inserite nella registrazione definitiva. È nato un bell’interplay che credo si possa sentire soprattutto nei brani in cui l’improvvisazione fa da padrona.