Ivan Sossan, noto semplicemente come Ivan, è un musicista e cantautore italiano. Si avvicina al mondo della musica da bambino attraverso lo studio del pianoforte e in età adulta intraprende lo studio del canto. Dalla collaborazione con Giuseppe Ferdinande Zito, cantante dei Jaspers, nasce una un progetto artistico solista che porta al primo EP che prende il titolo dal singolo “Come Beethoven”. I brani raccontano in maniera autoironica la generazione di fine anni ’80 e inizio ’90, ormai disincantata e sempre meno al passo coi tempi. In estate esce con il suo secondo singolo, una cover dell’intramontabile “Nessun dolore”, frutto del genio di Lucio Battisti e Mogol, rivisitata in una chiave rock dalle tinte decisamente più scure, in quello che oltre a un tributo vuole essere anche una reinterpretazione di questo grande classico.
Qual è stato il momento che ti ha fatto dire “voglio fare musica”?
La prima volta che ho ascoltato “life on mars?”, di David Bowie, avevo 9 anni. Il giro di piano mi ha folgorato e hi pensato che quello era quello che volevo fare.
Cosa può continuare a dire il brano “Nessun Dolore” a 45 anni di distanza?
Nessun dolore ha un testo che non morirà mai. È senza età. Descrive perfettamente una situazione in cui bene o male tutti passano almeno una volta nella vita. Fino a che esisteranno amori che nascono e finiscono questa canzone avrà qualcosa da dire.
Qual è l’aspetto della tua musica di cui sei più fiero?
Il fatto che faccio tutto a mio gusto personale senza pensare di dover compiacere qualcuno.
Qual è invece il tuo tallone d’Achille, l’aspetto su cui senti di dover migliorare?
Musicalmente penso di poter migliorare da qui all’infinito sia vocalmente che a livello di composizione. C’è sempre da imparare.
Come speri di continuare la tua esperienza musicale?
Continuando a fare musica che mi piace. Non guardo il tutto da un ottica commerciale quindi mi sento abbastanza libero.