Jerusalem Romeo Juliet, la tragedia in due atti, in prima nazionale al Teatro Argentina di Roma – Debutterà in prima nazionale al Teatro Argentina di Roma il prossimo 12 Ottobre, l’audace riattualizzazione del Romeo e Giulietta. Una tragedia in due atti, liberamente ispirata a ‘ The Tragedy of Romeo and Juliet ‘ di W. Shakespeare. Prodotta da Legge180Teatro in coll.ne con la COMPAGNIA GIOVANI Sofia Amendolea, firmata dal regista Fabio Omodei, per la drammaturgia di Paolo Alessandri.
Cogliendo con pieno rispetto l’universalità del messaggio Shakespeariano, è ambientata in un futuro post-apocalittico, molto lontano nel tempo e devastato da guerre sempre più deflagranti, che ha dato vita ad un nuovo Medioevo culturale. Un ‘futuro fantastico’ che, racconta sempre il regista Omodei, “… ci ha dato modo di entrare in profondità nel nostro Oggi.”
TRAGEDIA IN DUE ATTI
Liberamente ispirato a ‘ The Tragedy of Romeo and Juliet ‘ di W. Shakespeare con Angela Ieracitano, Daniele Flamini, Fabio Omodei, Marta Iacopini, Ramona Genna, Flavia Martino, Vincenzo Paolicelli, Roberto Bonfantini, Lucrezia Coletti, Ilaria Arcangeli, Valentina Marturini, Beatrice Pellegrino, Raffaella Mancini, regia Fabio Omodei, assistente alla regia Lodovico Zago, assistente alla Produzione Emma Aquino, drammaturgia Paolo Alessandri, costumi Monica Raponi, scene Elisabetta Mancini, luci Giovanni Modonesi, consulente Esterno Hebatallah Ramadan, immagini e video Elisabetta Mancini, organizzazione Monica Raponi
‘…da anni sognavo di raccontare quello che è forse il più esteso conflitto sociale e culturale dei nostri tempi…”- racconta il regista Omodei – “un conflitto spesso fazioso e privo di ‘lucidità’, esattamente come quello, magistralmente universale, che avviene tra Montecchi e Capuleti (…) un conflitto che si basa prevalentemente su pregiudizi culturali, e poco su veri dati di fatto.” Il drammaturgo Alessandri così anticipa alcuni dettagli della riscrittura: “Jerusalem è il simbolo per antonomasia del conflitto tra opposte fazioni, un conflitto che – se escludiamo gli interessi geopolitici in atto – dura da millenni. E si radica più nelle vene e nella carne, piuttosto che nel cervello, un conflitto tra “Noi”, e “Gli Altri” (…) che spesso ci fa dimenticare che ‘noi’, saremo sempre ‘gli altri’ di qualcuno.”
La Tragedia è ambientata in un futuro post-apocalittico, molto lontano nel tempo e devastato da guerre sempre più deflagranti, che ha dato vita ad un nuovo Medioevo culturale. Un ‘futuro fantastico’ che, racconta sempre il regista Omodei: “… ci ha dato modo di entrare in profondità nel nostro Oggi.”
AMBIENTAZIONE
ANNO 2091 “P.C.” (2091 anni dopo la “Prima Crociata”, storicamente datata nell’anno 1095/99 Dopo Cristo). L’incessante susseguirsi delle Guerre di Religione (Crociate per alcuni, Sacre Guerre per altri), ha devastato l’antico mondo conosciuto, dividendo il ‘Globo’ in due perfette metà – culturali, religiose e geografiche – il cui ‘Ombelico’ è JERUSALEM.
Le Guerre, sempre più deflagranti, hanno cancellato ogni coscienza dell’antico progresso scientifico, facendo regredire l’Uomo ad una nuova Era Buia in cui JERUSALEM, ‘Città Santa’ per entrambe le fazioni, è la contesa Capitale dei due Mondi. Dopo l’Ultima Guerra – la XIX – un Governatore ‘superpartes’ ha imposto la Tregua. Ma gli uomini del Pricipe – FIGLI DELL’OVEST (ex Montecchi) – ed i seguaci dello Sceicco – FRATELLI D’ORIENTE (ex Capuleti) – incuranti, portano avanti il loro Odio Millenario.
“Un uomo ha il suo Dio, e lui sa che Dio, è uno soltanto. Un altro Uomo, ha un altro Dio, e anche quest’altro Uomo sa che Dio è uno soltanto.” …. L’Uomo e l’Altro Uomo si incontrano e, sapendo che Dio è uno soltanto, voi direte arriveranno presto a risolvere l’equazione Teosofica in modo rapido e indolore: “Se Dio è uno, e se il tuo Dio è diverso dal mio, vorrà dire che abbiamo dato due nomi diversi all’Unico Dio”… Giusto?
Cogliendo con pieno rispetto l’universalità del messaggio Shakespeariano, l’Opera si pone infatti l’ambizioso obiettivo di portare il pubblico ad una riflessione ‘specifica’, che possa contribuire a veicolare un vero e proprio ‘messaggio di pace’ che si radica, a piene radici, tra le pieghe dei contraddittori conflitti culturali dei nostri giorni.
La Guerra non può generare l’Amore. Tutti perdono. Nessuno si salva.
Chi ha commesso l’Errore? “Desideravamo questo. Giusto”?
Prima nazionale
12 ottobre 2019 ore 21.00
Teatro Argentina
Largo di Torre Argentina, 52 – Roma
Biglietti: intero 20 euro – ridotto 15 euro