Anticipato dal singolo Lo sceriffo della mia città, Sempre dalla parte del torto è il nuovo album della Banda POPolare dell’Emilia Rossa, in uscita venerdì 7 luglio 2023 con Maninalto! Records. Il disco è stato interamente finanziato tramite una campagna di crowdfunding di successo, che ha raggiunto in meno di tre settimane il 100% dell’obiettivo stabilito, raccogliendo donazioni da 280 sostenitori, a testimonianza della capacità del gruppo di creare un legame forte con i propri fan e una comunità di persone attive a supporto della band.
Il disco, quarto album del gruppo, vede una tracklist composta da dieci canzoni con ospiti importanti, come ‘O Zulù, i Modena City Ramblers, i Gang, Kento e Marcello Coleman, fra i tanti amici e sostenitori di lungo corso della Banda. Il titolo, Sempre dalla parte del torto, rappresenta la convinzione della band che oggi, più che mai, sia necessario schierarsi dalla parte degli sfruttati e degli oppressi, “contro questo sistema capitalista barbaro e spietato. Schierarsi dalla parte di chi viene escluso anche dalla narrazione del circuito della cosiddetta musica mainstream, che impone produzioni omologate e sottomesse alla logica di mercato delle multinazionali del settore. Una logica basata sul profitto, sulla propaganda e la diffusione di una ideologia individualista e disimpegnata o, peggio ancora, fuorviante quando non apertamente reazionaria”, spiega la Banda.
“Schierarsi dalla parte di chi cerca di produrre cultura, pensiero critico e partecipazione. Per esprimere il concetto abbiamo voluto rafforzare un potentissimo aforisma di Bertolt Brecht che diventa allo stesso tempo un omaggio all’opera del grande Claudio Lolli: “Dalla parte del torto”. Ed è per questo che vi chiediamo di schierarvi e di stare con noi… sempre dalla parte del torto, sempre dalla parte di chi non accetta l’omologazione, combatte l’oppressione e semina cultura”.
Il 25 aprile 2011 nasce la Banda POPolare dell’Emilia Rossa in piazza Grande a Modena. L’intento del progetto è stato fin dal primo momento fare politica rivoluzionaria, militante e anticapitalista attraverso una delle forme di comunicazione più diretta, efficace ed emozionate che esistano: la musica. Senza naturalmente rinunciare alla “balotta”, cioè al “fare festa” in modenese. Il nome e il simbolo della banda traggono palesemente origine da una distorsione un po’ sarcastica e un po’ warholiana del nome di quella famosa banca emiliano-romagnola che oggi rappresenta uno dei simboli del capitalismo e della degenerazione del cosiddetto “modello emiliano”. Un modello ormai NON più rosso manco a parole. La Banda è un gruppo proletario composto da delegati Rsu Fiom delle più importanti fabbriche metalmeccaniche di Modena, tra cui Ferrari e Maserati, e da musicisti professionisti che più precari di così non si può.
Definiscono il loro genere musicale col termine “internazionalista” perché vuole essere fuori da qualsiasi schema predefinito che non siano l’unità e solidarietà delle classi subalterne anche in ambito musicale e artistico oltre ogni frontiera. Fanno altresì tesoro di importanti ricerche in materia di canzoni popolari come quelle svolte da Gianni Bosio e dall’istituto De Martino negli anni sessanta. La sillaba “POP” di “POPolare” nel nome della Banda è un chiaro quanto umile riferimento e omaggio agli Area, band rivoluzionaria cui la banda non si rifà in termini di stile (“perché assolutamente inimitabili e non più riproducibili”) ma cui si rifà in quanto a spirito e a carica sovversiva e anticapitalista.
“Mai come in questa nostra epoca è necessario alzare la testa e difendere con orgoglio le tradizioni di lotta del movimento operaio anche dal punto di vista culturale e artistico. Per questo il nostro motto è quello di André Breton: <<Indipendenza dell’arte per la rivoluzione, La rivoluzione per la liberazione definitiva dell’arte>>”.