Appassionata, 1980
Pennarello e tecnica mista su tela da capote beige, 120 x 80 cm Torino e Milano, collezione privata
“Non si sa e non si deve sapere se si sta penetrando in un quadro, in un sogno, in una pagina di diario, nell’inventario dell’inconfessabile”. Lea Vergine
Chi è Appassionata? Come intelligentemente evidenziato da Lea Vergine, che ha scritto tra le pagine più belle e pregnanti su Carol Rama, è difficile darle un solo nome, un solo volto.
Appassionata è la protagonista di molti acquerelli degli anni trenta e quaranta e delle successive riprese figurative del decennio ottanta, tra cui questa bellissima tela.
In Appassionata confluiscono varie memorie dell’artista: un episodio di cronaca nera che colpì la sua immaginazione si intreccia con le tragedie familiari, in particolare il ricordo delle visite alla madre ricoverata in clinica psichiatrica a inizio anni trenta.
“Ero a Parigi e fu trovata questa ragazza nella Senna, una prostituta, senza né braccia né gambe. Era bellissima e il ritratto del suo volto fu affisso in tutta Parigi. – raccontava nel 1998 – Ho sempre messo insieme questa storia con quella di mia madre e, soprattutto, sovrappongo i due racconti con la mia esperienza personale, a tal punto che io sono queste storie” (A. Wilson Lloyd, Brushwork With a Certain Fine Madness, in “The New York Times”, sezione “Art and Architecture”, 1° novembre 1998, p. 48).
E ancora, nel 2003: “A Parigi ascoltai una notizia che mi ha segnato per tutta la vita: nella Senna era stata ritrovata una prostituta senza gambe, uccisa per gelosia da un amante. Per me è stata la prima impressione tragica che ho avuto dalla vita. Non potevo capire come una prostituta monca potesse essere amata fino all’omicidio”: M. Romani, Ritratto intimo di una leonessa d’oro, in “Avvenimenti”, 16, 23, 13 giugno 2003, p. 32.
Nell’opera qui in mostra l’Appassionata, che negli altri lavori appare mutilata, tronco inerte adagiato su letti di contenzione o carrozzine, è ritratta ancora munita di tutti gli arti; la coroncina di fiori che le adorna il capo nelle carte del primo periodo è ora sostituita da un morbido collo di volpe, in una stanza priva del tipico strumentario che connota nell’immaginario collettivo le cliniche psichiatriche della prima metà del novecento, ma che certo allude a ospedali e malattie. Pervade la stanza un senso di solitudine e afflizione; la donna, dallo sguardo triste, sembra infreddolita e si stringe alla pelliccia di volpe, animale ricorrente nell’immaginario dell’artista, anch’esso riferimento alla biografia familiare: dopo il tracollo finanziario la madre aprì infatti un laboratorio prima da modista e poi da pellicciaia.
Il capolavoro dell’artista torinese sarà esposto dal 12 dicembre 2023 al 20 gennaio 2024 a palazzo rhinoceros, in uno stretto dialogo con l’architettura progettata da Jean Nouvel, all’interno di uno degli appartamenti del palazzo normalmente non aperti ai visitatori, con un suggestivo allestimento volto a ricreare il nerofumo e l’atmosfera della casa di Carol Rama.
La mostra Carol Rama. Appassionata è il nuovo capitolo del fortunato ciclo espositivo della Fondazione Alda Fendi – Esperimenti che, sin dalla nascita di palazzo rhinoceros nel 2018, presenta al pubblico un capolavoro inedito nella Città Eterna, una sola e magnifica opera d’arte che si fa fulcro di un caleidoscopio di suggestioni, come già avvenuto con le opere di Michelangelo, El Greco e Picasso.
In occasione dell’inaugurazione, martedì 12 dicembre alle ore 17:30 rhinoceros ospita la presentazione del volume Carol Rama. Catalogo ragionato 1936-2005 (Skira editore), voluto dall’Archivio Carol Rama, con le curatrici del volume, Maria Cristina Mundici, Raffaella Roddolo e Maria Grazia Messina in dialogo con Alda Fendi e Raffaele Curi, che di Carol Rama è stato amico negli anni della gioventù.