La mano che compare con la luna piena – Roma, la città eterna dalle mille sfaccettature che affascina, intriga e strega. Roma, la città le cui fondamenta sin dalla nascita, affondano nei miti e nelle leggende continua ad essere un enigma per molti. Ogni angolo, ogni viuzza, ogni piazza ed ogni sassolino, ha una storia da raccontare, basta solo fermarsi e saper ascoltare. Voci reali o immaginarie sussurrano vicende incredibili che, parola dopo parola, hanno contribuito ad accrescere la fama di quella che viene definita una delle città più belle e dense di storia dell’intero globo. Intrighi, omicidi, invidie e gelosie sono gli ingredienti che, dai tempi dei tempi, hanno contribuito ad accrescerne il fascino. Tra i mille misteri che affollano la storia di Roma ne ho scelto uno in particolare che ha spinto molti a voler verificare quanto si racconta. Stiamo parlando della leggenda della mano della bella Costanza De Cupis, una nobildonna che aveva delle mani lunghe, affusolate, bianchissime e perfette e, questo, aveva scatenato l’invidia di moltissime donne. Quest’ultime non perdevano occasione di ammirarle e fermarla ogni volta che potevano per chiederle consigli sul tipo di unguenti da usare per rendere anche le loro belle come le sue. Si racconta che, nelle notti di luna piena, passeggiando lungo via dell’Anima a poca distanza da piazza Navona, sia possibile vedere, riflessa sul vetro di una delle finestre del palazzo dove la giovane aveva trascorso la sua breve vita, l’ombra di una mano bianchissima, delicata ed elegante. La leggenda narra che, la straordinarietà delle mani di Costanza suscitava immancabilmente l’interesse di chi aveva la fortuna di osservarle. La sua fama si diffuse rapidamente e, passando di bocca in bocca, giunse all’orecchio di uno scultore dell’epoca che, dopo averle ammirate a lungo, volle immortalarle su un calco in gesso. La notizia scatenò talmente tante gelosie ed invidie che ci fu addirittura qualcuno che predisse, alla fanciulla, che entro breve tempo gliene sarebbe stata amputata una. La povera Costanza si spaventò terribilmente e, da quel momento, iniziò a vivere nel terrore. Stava attenta a tutto: a come le muoveva, dove le appoggiava e a chi dava la mano. Un giorno, mentre ricamava, si punse un dito con l’ago. La ferita si infettò e, nonostante le cure, i medici furono costretti ad amputare la mano. La giovane, nonostante l’intervento drastico, morì pochi giorni dopo. Da quel momento, tutte le notti di luna piena, la bellissima mano di Costanza, compare riflessa sul vetro di una finestra del palazzo dove aveva vissuto e, credeteci qualcuno è riuscito a vederla.