La moda al bivio. Sfide per un tessile sostenibile
Talk ad ingresso gratuito con interventi di:
F. Berto, E. Cancila, A. Cavicchi, G. Picerno, G. Ungherese, M. Zoli
Sabato 9 marzo, ore 17.00
È possibile ridurre l’impatto della moda e del tessile sull’ambiente? Come distinguere le pratiche virtuose dal greenwashing? La parola a Greenpeace, a esperti e imprese del settore.
Nell’ambito del progetto: CHANGES. Il cambiamento come urgenza della sostenibilità.
Gradita la prenotazione.
È possibile ridurre l’impatto del comparto tessile sull’ambiente? Come distinguere le pratiche virtuose dal greenwashing? Questi e molti altri i temi al centro del talk La moda al bivio. Sfide per un tessile sostenibile, organizzato dalla Fondazione Dino Zoli di Forlì con la partecipazione di Greenpeace, di esperti e di imprese del settore.
L’incontro, in programma sabato 9 marzo alle ore 17.00, è parte del progetto CHANGES. Il cambiamento come urgenza della sostenibilità, realizzato con il sostegno di Dino Zoli Textile e finanziato dall’Unione europea nell’ambito del fondo NextGenerationEu. La partecipazione è gratuita; gradita la prenotazione (T. +39 0543 755711 in orario di ufficio, info@fondazionedinozoli.com).
Interverranno: Flavio Berto, CEO di Berto; Enrico Cancila, Responsabile Area Sviluppo Sostenibile ART-ER; Andrea Cavicchi, presidente del Consorzio Italiano Detox; Giuseppe Picerno, Head of Innovation and Sustainability Manteco; Giuseppe Ungherese, Greenpeace; Monica Zoli, vicepresidente Dino Zoli Group. A moderare la serata sarà Raffaele Lupoli, Direttore editoriale di EconomiaCircolare.com.
L’industria tessile rappresenta il settimo PIL globale e la terza potenza in termini di emissioni di gas serra, dopo USA e Cina. Oggi si acquista circa il 60% di abiti in più rispetto a vent’anni fa e il valore del mercato supera i 1.700 miliardi di dollari (2021). Un settore tanto trainante quanto impattante, sempre più impegnato in un ripensamento di abitudini, processi e prodotti, all’insegna della sostenibilità: riorganizzare la produzione e le collezioni in un’ottica di attenzione all’ambiente, oltre ad essere un processo che richiede tempo, rischia di essere destinato all’insuccesso se non accompagnato da un sostanziale cambiamento culturale, sociale ed economico. Un cambiamento sostenuto da aziende importanti sul territorio nazionale. Tra queste, anche la Dino Zoli Textile, capostipite di Dino Zoli Group, che produce e commercializza tessuto per rivestire mobili imbottiti. Da diversi anni l’azienda punta su ricerca e innovazione, proponendo prodotti realizzati con materiali riciclati e riciclabili, non per fare fronte ad una richiesta del mercato, ma nella consapevolezza che questa sia l’unica strada percorribile per il prossimo futuro.
Al termine dell’incontro, sarà possibile visitare la mostra Utopiche seduzioni. Dai nuovi materiali alla Recycled Art. Da Piero Manzoni alle ultime generazioni, attraverso una visita guidata condotta da Nadia Stefanel, direttrice della Fondazione Dino Zoli e co-curatrice dell’esposizione insieme a Matteo Galbiati. Prestiti importanti, opere provenienti dalla collezione permanente della Fondazione e un attento monitoraggio della ricerca artistica contemporanea conducono il visitatore attraverso cinquant’anni di riflessioni sui materiali, animate da diverse sensibilità e principi estetici.
Seguirà un ultimo momento di approfondimento sabato 23 marzo 2024, alle ore 17.00, con Riflessioni sulla mobilità: il futuro da costruire oggi.
Il progetto CHANGES e la mostra Utopiche seduzioni sono realizzati con il patrocinio di Comune di Forlì, Regione Emilia-Romagna e Confindustria Romagna, il sostegno di Dino Zoli Textile, la sponsorizzazione tecnica di DZ Engineering e la partnership di Consorzio Italiano Detox, TerraMedia e Banelli Srl. L’Accademia di Belle Arti di Brescia SantaGiulia ha attivato un tirocinio per gli studenti del corso di Comunicazione espositiva, che hanno schedato le opere in esposizione e realizzato i pannelli introduttivi.
La Fondazione Dino Zoli è aperta al pubblico da martedì a giovedì con orario 9.30-12.30, venerdì, sabato e domenica ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30, chiuso lunedì e festivi. Ingresso libero. Per informazioni: www.fondazionedinozoli.com.
Flavio Berto è CEO di Berto Industria Tessile. Rappresenta la quarta generazione della famiglia che nel 1887 ha fondato l’azienda a Bovolenta, in provincia di Padova. Dopo il padre Giuseppe Berto (terza generazione), Flavio ha preso in mano le redini dell’azienda dedicando molte risorse per mantenere l’intera produzione negli stabilimenti storici ed è ancora oggi tra i protagonisti della filiera italiana del Denim. Nel corso degli anni, tutti i processi di produzione sono stati riprogettati e migliorati per garantirne la massima efficienza, secondo un approccio sostenibile che si fonda sul risparmio energetico, sul recupero delle acque, sulla costante ricerca di materiali ecologici e di processi naturali.
Enrico Cancila, economista esperto di gestione dell’ambiente, ha lavorato sia con imprese che con enti pubblici coordinando e gestendo progetti di rilevanza nazionale ed internazionale sui temi connessi al rapporto fra economia ed ambiente. Ha collaborato con la Commissione Europea, con il Ministero dell’Ambiente e con varie Regioni Italiane ed è componente dei principali gruppi di lavoro sui temi inerenti economia circolare e lotta ai cambiamenti climatici. Attualmente è area manager dell’area sviluppo sostenibile di ART-ER Attrattività Ricerca Territorio, Società Consortile dell’Emilia-Romagna. L’area si dedica allo sviluppo dei temi legati alla transizione energetica ed ecologica. Sulla gestione dell’ambiente e sulla green economy è coautore di pubblicazioni e di articoli ed ha tenuto lezioni in varie Università e nei principali corsi di specializzazione italiani.
Andrea Cavicchi è architetto, imprenditore tessile e presidente del Consorzio Italiano Implementazione Detox, che si occupa di tutte le attività di coordinamento, guida e supporto per le aziende impegnate in Detox, campagna lanciata da Greenpeace nel 2011 per invitare l’industria della moda ad impegnarsi per eliminare le sostanze pericolose per l’uomo e per l’ambiente a monte della filiera produttiva. Grazie alla collaborazione con i migliori laboratori di ricerche tessili, effettua ricerche per lo sviluppo degli strumenti di conoscenza dei processi produttivi, nell’ottica di perseguire una piena sostenibilità della attività di impresa dal punto di vista economico, ambientale e sociale. Le aziende che hanno sottoscritto l’impegno Detox, attraverso un comune percorso, rappresentano varie parti della filiera manifatturiera tessile. Oggi il consorzio conta 37 aziende socie in varie parti d’Italia.
Giuseppe Picerno si è laureato in Chimica presso l’Università di Firenze, dopo il diploma da perito chimico tintore presso Itis Buzzi di Prato. In Manteco, riveste il ruolo di Head of Innovation and Sustainability, focalizzando la propria attività in innovazione sostenibile di prodotto e di sistema. Definisce, misura e rendiconta KPI aziendali relativi alla sostenibilità. Si è approcciato al tema della sostenibilità attraverso la valutazione del rischio chimico nelle acque di scarico dei processi a umido. Ha condotto importanti calcoli di life cycle assessment e biodegradabilità marina, i cui risultati sono stati pubblicati su riviste scientifiche.
Giuseppe Ungherese è responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace Italia dal 2015. Laureato in scienze naturali e con un dottorato di ricerca in ecologia, da ricercatore ha studiato per anni gli impatti di sostanze tossiche e pericolose negli ecosistemi. Da anni lavora sulla sostenibilità di numerose filiere produttive (tessile-moda, plastiche etc.) e sull’economia circolare. Ha scritto Non tutto il mare è perduto. Viaggio lungo le coste italiane alla scoperta di un ecosistema soffocato da plastiche e microplastiche. Responsabilità e soluzioni (Casti editore, 2021) e PFAS. Gli inquinanti eterni e invisibili nell’acqua. Storie di diritti negati e cittadinanza attiva (Altreconomia, 2024).
Monica Zoli, laureata in Economia e Commercio a Bologna, entra molto presto a lavorare in Dino Zoli Textile, capostipite delle aziende di Dino Zoli Group, dove attualmente segue l’area commerciale. Dal 2011 è Amministratore Unico di DZ Engineering, azienda del Gruppo che opera in ambito illuminotecnico e telecomunicazioni per motorsport, impianti sportivi, musei e siti di valore artistico-culturale. Dal 2017 indirizza l’attività della Fondazione Dino Zoli, rafforzando il connubio fra Arte e Impresa e orientando le iniziative anche verso i temi ambientali e sociali che le stanno a cuore. È impegnata da oltre 20 anni in attività di volontariato in ambito socio-sanitario.