Si intitola La perla è la malattia della conchiglia la mostra curata da Roberto Gramiccia e visitabile a Roma, alla Kou Gallery di via della Barchetta 13 dal 6 giugno all’ 1 luglio 2026.
Alcuni dei più raffinati artisti della scena nazionale affrontano il tema della fragilità a partire dalla straordinaria metafora della perla, simbolo di rinascita e forza generativa.
Non molti sanno che le perle non sono il prodotto di un processo fisiologico ma di un evento patologico che interessa l’ostrica quando in essa si introduce un granello di sabbia o un parassita. Se questo accade, le cellule della madreperla, per proteggere il corpo indifeso del mollusco, ricoprono l’intruso con strati multipli di materia perlacea; lo incapsulano, quindi, generando una perla che appare come l’esito di un processo di isolamento dell’agente esterno e di levigata cicatrizzazione della “ferita” prodotta da esso.
Risulta chiaro pertanto che la perla mai vedrebbe la luce in una condizione di ermetica impermeabilità della conchiglia rispetto agli agenti esterni, rispetto agli “intrusi”. Detto altrimenti: la sua vulnerabilità è la precondizione necessaria e indispensabile per la genesi della perla stessa. La traduzione metaforica di questo fenomeno è di abbagliante evidenza: la fragilità, a determinate condizioni, è alla base del prodursi di fenomeni di straordinaria importanza per la vita dei singoli e delle collettività. Essa non solo non va considerata unicamente un vincolo ma ha a che vedere con il dipanarsi della storia di ciascuno di noi. È la matrice stessa dei nostri successi personali e collettivi. Lo è, particolarmente, in arte.
È a questo angolo visuale che si sono ispirati i criteri utilizzati nella scelta degli artisti che partecipano a questa mostra. Ciascuno, a suo modo, interessato a proporre un proprio punto di vista sul mondo e non solo sulla pittura. Questi “Magnifici sette” sono: Arcangelo, Giancarla Frare, Alessandra Giovannoni, Pierluigi Isola, Claudio Palmieri, Salvatore Pulvirenti, Vincenzo Scolamiero. Autori nel pieno della propria maturità, con lunghe e diversamente prestigiose storie alle spalle, che condividono una comune sensibilità per il tema della fragilità.