La pizza e la sua storia – Alta, bassa, farcita o bianca, la pizza è, da sempre uno dei piatti presenti sulla nostre tavole. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi. I primi cenni storici scritti per quanto riguarda il termine “pizza” risalgono al latino volgare di Gaeta nel ‘997 per poi comparire successivamente a Roma, L’Aquila, Pesaro e, nel XVI secolo, a Napoli dove si riferiva ad un tipo di pane dalla forma schiacciata che si chiamava “pitta”.
Era un piatto dei poveri, bastavano pochi ingredienti per realizzare una pietanza sostanziosa e nutriente. Prima del XVII secolo la pizza era coperta con una specie di salsa bianca che poi fu sostituita con olio d’oliva, formaggio, pomodori e, in alcuni casi anche con il pesce. Nel giugno 1889, il re Umberto I con la regina Margherita erano in vacanza a Napoli nella reggia di Capodimonte. La regina, avendo saputo della squisitezza di questo piatto da qualche membro della corte mandò a chiamare il pizzaiolo Don Raffaele Esposito.
Quest’ultimo felice dell’opportunità che gli fu offerta si recò a corte con la moglie e prepararono più tipi di pizza. La Regina Margherita, le assaggiò tutte ma si entusiasmò per quella con mozzarella, pomodoro e basilico, cioè quella che aveva i colori della bandiera italiana. La sua scelta fu dovuta al sapore e non a motivi patriottici. Don Raffaele, non si fece scappare l’occasione e, per farsi pubblicità, dedicò alla regina questa pizza chiamandola “alla Margherita”.
La pizza, altro non è che una focaccia e quindi un tipo pane. Molto probabilmente deriva da prodotti simili noti sin dall’antichità le cui forme erano più o meno appiattite e che venivano condite in modo vario ma non il pomodoro che, fece il suo ingresso solo verso la fine del XVI secolo.
Il primo vero connubio tra la famosa pasta realizzata a forma di disco ed il pomodoro (inizialmente non visto di buon occhio) avvenne a metà del Settecento proprio nel Regno di Napoli.
Lentamente la focaccia di origine popolare arricchita con pomodoro si diffuse rapidamente in tutti i ceti sociali e in tutta Italia, ci fu così il boom di quei locali che oggi chiamiamo pizzerie che iniziarono a vendere il loro prodotto dapprima probabilmente nei forni dove veniva cotta e poi si mangiava per la strada poi, ai locali furono aggiunte delle panche e successivamente delle sedie con dei tavolini.
Sino ai primi del Novecento la pizza e le pizzerie rimangono circoscritti nel napoletano poi, con l’emigrazione e dopo la seconda guerra mondiale, si diffusero anche all’estero, adeguandosi ai gusti dei vari paesi.