La rosa, un fiore leggendario e afrodisiaco – Dillo con una rosa ….. , una frase fatta ma densa di significati. La rosa, infatti, viene regalata dagli innamorati, è coltivata per la sua bellezza, con i suoi petali ci si fa il bagno e si utilizzano in aggiunta anche sali o di bagni di schiuma; esistono sigilli e stemmi di importanti casate con una rosa impressa ma, questa straordinaria pianta, ha anche delle importanti proprietà ed è ottima anche per insaporire il vino e per preparare pietanze delicate nel sapore ma incredibilmente buone. Inizialmente gli chef la usavano solo per guarnire i piatti e per adornare i tavoli ma poi hanno scoperto che le essenze caratteristiche di questo fiore possono essere utilizzate anche come ingredienti.
Tra le varie specie, nella famiglia delle Rosacee, spiccano due tipi per le loro caratteristiche utilizzabili come spezia o nell’uso fitoterapeutico. La prima è la Rosa Damascena o Rosa Bulgara l’altra è la Rosa Centifolia, meglio conosciuta come Rosa di Provenza o Rosa del Marocco il cui fiore viene usato sia in erboristeria che in cucina. Tra i componenti biochimici di questo elegante fiore c’è l’alcool feniletico le cui dosi (molto alte) scatenano effetti afrodisiaci. Anche la tradizione erboristica è abbastanza consistente. Tra le informazioni che sono giunte sino ai nostri giorni e che continuano ad essere elaborate ed utilizzate ci sono quelle dei Frati Trappisti e dei Benedettini che ci hanno fatto pervenire molte ricette su come preparare il liquore alla rosa canina utilizzato in pasticceria; le tisane rinfrescanti ed anti-infiammatorie; gli infusi di tea e l’uso degli olii essenziali per i bagni di vapore ai quali solitamente vengono aggiunte alcune spezie provenienti dall’Egitto ottenendo così un composto rilassante e tonificante.
L’origine della Rosa si perde nella notte dei tempi. Gli antichi romani pensavano che, la rosa, fosse una delle piante maggiormente gradita dagli dei Mani ed è appunto per questo motivo che molti personaggi ricchi, nel loro testamento, stabilivano che i loro giardini fossero colmi di piante di rose e che i loro fiori venissero deposti sulle loro tombe ad ogni anniversario della loro morte. La rosa, infatti, per gli antichi romani, rappresentava non solo la natura con la sua bellezza ma anche la precarietà della vita e di tutto quello che rappresentava. Gli antichi romani non solo si adornavano con le rose in occasione di banchetti importanti ma ne apprezzavano anche il sapore. A dare testimonianza di questa predilezione fu Apicio nel suo libro intitolato “De re con quinaria” dove descriveva la passione per questo fiore e le tecniche per l’aromatizzazione del vino e dell’aceto ma anche di appetitose, per quell’epoca, ricette come il pudding di rosa.
Come abbiamo precedentemente detto l’origine della rosa è antichissima. Sembrerebbe che a Nerone ed a Eliogaba, le rose piacessero molto e, talmente tanta la sua passione che arrivò a far “piovere” sui suoi invitati dei petali di rosa. Anche alla bella Cleopatra piacevano le rose al punto che, una volta, avutene tantissime in regalo da Antonio e le fece disporre sul pavimento. Ma non furono solo loro ad amare questo fiore. Sembrerebbe, infatti, che anche Confucio vivesse circondato dalle rose.
Anche i greci ne apprezzavano le caratteristiche e, in base alla loro tradizione, la rosa era originaria dell’isola di Citera, che altro non era che la patria di Afrodite. Anacreonte la faceva discendere da Afrodite stessa, che nel suo splendore, uscita dalle onde fece cadere sul terreno una goccia d’acqua che diede origine alla prima rosa bianca. I fiori che nacquero in seguito furono tutti bianchi, ma un giorno Venere mentre andava in aiuto di Arom si punse ed il fiore colorò con il suo sangue e da quel momento nacquero anche le rose rosse. Un’altra leggenda racconta, invece, che il colore rosso fu provocato dalla vergogna che le rose provarono nel rendersi conto del dolore che avevano causato a Venere.