Un viaggio fra sacro e profano, fra dramma e commedia alla scoperta del proprio posto nel mondo
Dopo Venezia, La Santa Piccola di Silvia Brunelli sarà in concorso anche al RIFF come film di apertura del Festival il 18 novembre alle 11.00 (Cinema Troisi).
Realizzato col grant di 150.000€ di Biennale College Cinema, il laboratorio di alta formazione della Biennale di Venezia che sostiene dal 2012 la produzione di opere prime e seconde, il film racconta la storia della fraterna amicizia di Lino e Mario che si incrina quando Mario scopre di provare per Lino qualcosa che va oltre la pura amicizia. Una storia di formazione e identità che si intreccia con l’imprevedibilità della vita all’interno del palcoscenico, a tratti surreale, delle credenze e superstizioni popolari di una Napoli colorata e variopinta. Sullo sfondo un’umanità piccola e delicata prigioniera della propria quotidianità, ancora legata a superstizioni e credenze religiose.
Tappa successiva direttamente Londra il 20 novembre, a Soho, al Curzon Cinemas in occasione del From Venice To London. Mentre il 26 gennaio approda al Museo di Kyoto all’interno del Kyoto Historica International Film Festival in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura. In Italia il film sarà in sala da marzo.
Il film prodotto da Rain Dogs vede l’aiuto sul territorio di Mosaicon Film, Antracine, Nuovo Teatro Sanità e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. La distribuzione internazionale è stata affidata a Minerva Pictures Group e TVCO mentre quella italiana sarà curata direttamente dai produttori in collaborazione con Emera film.
L’ambientazione è quella del Rione Sanità di Napoli con i suoi colori e la sua stravagante umanità. Lino e Mario sono due ragazzi, due amici molto legati fra loro: vivono momenti semplici, muovendosi in giornate sempre uguali. Ma per loro, finché ci sono l’uno per l’altro, non c’è bisogno d
i andare da nessuna parte se non nel loro piccolo quartiere, il loro rifugio un po’ cadente ma colorato. Lino si prende cura della mamma Perla e della sorellina Annaluce. E’ lui l’uomo di casa e, nonostante la sua giovane età, prova a concedersi svago e divertimento; la sua quotidianità va bene così com’è, anche se gli richiede grandi sforzi per mandare avanti la famiglia. Ma tanto il momento di sentirsi libero e leggero arriva sempre quando finalmente passa del tempo con Mario.
Nato dalla suggestione dell’omonimo romanzo di Vincenzo Restivo, La Santa piccola è il racconto dell’inizio di un viaggio, di una fuga inconsapevole da una quotidianità priva di prospettive scritta a tinte agrodolci: un film che parla di primavere senza paura di mescolare i toni del dramma con quelli del sorriso per un’umanità talvolta pittoresca, impastata di simbolismo religioso e superstizione.
“Questa è una storia che racconta di tenerezza e di crudeltà – ci spiega la regista – di bisogno di credere che qualcosa di buono e di superiore possa accadere, di speranza che qualcosa ci salverà dalla quotidianità e dalla sua monotonia.”