La settimana del festival dedicata alla chitarra elettrica comincia all’Almagià – Martedì 19 giugno, alle 21.30, l’appuntamento con Luca Nostro e Bruno Dorella
Lunga vita a sua maestà la chitarra elettrica: all’icona del rock, capace di avventurarsi in tutti i generi e tutti gli stili, sempre lasciando dietro di sé un’impronta indelebile, Ravenna Festival dedica una speciale sezione di eventi. We Sing the Body Electric non è un revival, ma uno sguardo sul futuro della chitarra elettrica; un viaggio attraverso paesaggi sonori sorprendenti e una festa per tutti – per chi la suona, per chi la ama, per chi ancora non sa di cosa è capace questa regina della musica. Il primo appuntamento a corte è martedì 19 giugno alle Artificerie Almagià, alle 21.30, con Electric Guitar in My Life. Luca Nostro – chitarrista e compositore pendolare tra Italia e America, tra jazz e musica contemporanea – si esibirà in un solo in cinque composizioni, dal repertorio di suoni strappati alla chitarra in Trash TV Trance di Fausto Romitelli alla prima assoluta del brano di Alessandro Ratoci commissionato da Ravenna Festival, dal compositore olandese Jacob TV a Maurizio Pisati e Michele Tadini. A seguire sarà Bruno Dorella, passeggero sul treno del rock’n’roll, a imbracciare lo strumento per il Concerto per chitarra solitaria. Due testimonianze del vivacissimo scambio fra cultura popolare e cultura accademica, fra musica contemporanea e contaminazioni di universi sonori lontani, di traiettorie al cui centro c’è sempre lei, la chitarra elettrica.
We Sing the Body Electric – un titolo omaggio alla poesia di Walt Whitman e al più inquieto disco del gruppo jazz fusion Weather Report – è un programma che racconta, di concerto in concerto, la “diversità” della chitarra elettrica e il suo ruolo, sempre più importante, nella musica contemporanea. Una storia di rumore e perfezione, di partiture accuratamente scritte e di punk rock; una storia da percorrere attraverso una grande varietà di compositori, da quelli storicizzati ai nuovissimi, molti dei quali italiani il cui contributo è riconosciuto in tutto il mondo. E il primo dei “narratori” chiamati sul palco a raccontare questa straordinaria storia è – significativamente – Luca Nostro, a cui Ravenna Festival ha affidato la cura del progetto. “Si tratta di un programma ispirato alla mia esperienza musicale divisa tra due mondi – spiega Luca Nostro – da un lato il jazz, con i dischi che ho registrato in America, dall’altro la musica contemporanea, a cui mi dedico come componente del PMCE, il Parco della Musica Contemporanea Ensemble. Nel jazz moderno si respira un’apertura verso tutti i linguaggi. Non ci sono etichette. Cosa che avviene anche nella musica contemporanea, che ha superato i confini del ‘genere’. Per questo ho provato a mettere in relazione questi due mondi”.
Per il concerto alle Artificerie dell’Almagià, Nostro eseguirà uno dei suoi brani preferiti del repertorio live, Trash Tv Trance di Fausto Romitelli: una partitura di riferimento per la musica contemporanea per chitarra elettrica, eseguita “aggredendo” la chitarra in ogni modo, suonandola con il rasoio elettrico e le bacchette della batteria, staccando cavi e in sostanza liberando un vastissimo repertorio di suoni. Poi Scenario di Michele Tadini, uno sguardo sulla chitarra elettrica dal punto di vista degli autori contemporanei, con tanto di live electronics; di spirito affine anche Nastro di Alessandro Ratoci, una commissione di Ravenna Festival. E ancora War ar Du di Maurizio Pisati, dove alla chitarra si combina la traccia audio-video. Un elemento comune anche a Grab It di Jacob ter Veldhuis, in arte Jacob TV, che ha scritto questo pezzo per sax, mescolando al suono dello strumento campionature di voci di ergastolani. Nostro si esibisce regolarmente a New York, così come in festival e club negli States e in Europa; con PMCE ha partecipato a prime di opere di Steve Reich, Frank Zappa, John Adams; ha lavorato per il film e il teatro – autore delle musiche originali del Re Lear con Ennio Fantastichini. E il suo ultimo cd, Are You Ok? è stato al secondo posto nella categoria jazz di iTunes.
La seconda parte della serata è invece affidata a Bruno Dorella. Dorella ha esordito con i Wolfango, il gruppo rock di Milano che – scoperto da Giovanni Lindo Ferretti – debuttò nel 1997 con un album ricco di provocazioni e non-sense, ma anche di sonorità primitive e testi surreali. Dorella ha oggi all’attivo circa duemila concerti, dischi con varie formazioni, una casa discografica (aperta e chiusa in tre anni) e la direzione della Byzantium Experimental Orchestra, nata proprio a Ravenna nel 2014 per unire rock, avanguardia, jazz e classica. Un concerto in solitaria, invece, ancora mancava al curriculum di Dorella, che ha già deciso di sottotitolare il proprio intervento all’Almagià Dove un viaggio in acque placide diventa un naufragio.
L’elettrizzante settimana del Festival continua sempre alle Artificerie Almagià il 20 e il 21 giugno; le 100 chitarre elettriche invaderanno Palazzo S. Giacomo a Russi il 22 giugno per un grande concerto sotto le stelle, mentre il 23 e 24 giugno l’avventura naviga sul Po fra blues, mare e laguna, prima a Porto Garibaldi e poi nelle Valli di Comacchio. L’intero progetto è realizzato con la partecipazione di PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble, in collaborazione con Fondazione Musica per Roma e Rockin‘1000. Torna inoltre ad affiancare il Festival DECO Industrie, gruppo con oltre 70 anni di storia che nel settore alimentare ha fatto della qualità e del made in Italy la propria missione e la propria forza; non a caso il supporto di DECO si lega a un progetto che – con appuntamenti musicali a Ravenna, Russi e Comacchio – ne riflette la vocazione al dialogo con più territori.
Info e prevendite: tel. 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietto (posto unico non numerato): 12 euro (10 ridotto).
‘I giovani al festival’: fino a 18 anni e universitari, 5 euro