Sembra davvero che il nuovo tempo musicale italiano sia sempre più rock e molto meno pop. Le distorsioni de La Stanza di Iris non lasciano scampo a quel modo “crossover” americano che tanto appassiona chi in Italia si sente stretto. Poi le liriche, la voce decisamente pop… in Italia si torna sempre. “Presente Anteriore” è un esordio apolide.
Un esordio… oggi che peso ha secondo voi?
Per noi il peso è la bellezza di vedere finalmente compiuto il nostro sforzo. Poi ovvio speriamo abbia anche un peso e un valore per chi vuole ascoltare.
Bella questa copertina… richiama molto la cultura giapponese o sbaglio?
Grazie.Si è stato un bel lavoro di un nostro amico fumettista (Valerio Galassi) e alla fine ci piaceva dare quel tipo di atmosfera che si trova nella cultura Giapponese.
E restando sulla copertina: nelle proprie stanze mascheriamo le nostre libertà?
E smascheriamo le paure. Come la protagonista della copertina si guarda allo specchio e comincia il suo personale viaggio.
E il vostro suono si attesta su un unico dizionario sonoro per 8 tracce. Non avete pensato di variare qualcosa anche sfacciatamente durante la produzione?
Noi abbiamo una formazione particolare a 3 elementi senza il basso. Non ci piace usare sequenze dal vivo e volevamo dare sul disco l’idea di far capire come suoniamo realmente live. Ovvio che in studio si può fare di tutto ma aggiungere strumenti, parti o altro che poi non possiamo replicare quando siamo sul palco non ci farebbe sentire “onesti” verso noi e verso chi ascolta che si aspetta di trovare un sound e poi magari dal vivo è tutt’altro.
Parlando di produzione: quanto vi ha ispirati il suo del resto del mondo?
Ogni singolo suono che proviene da qualsiasi angolo del pianeta può ispirare qualcosa. Nel disco abbiamo cercato di sfruttare il più possibile la nostra conoscenza musicale accumulata nel tempo. E ne siamo soddisfatti.