La vite e le sue proprietà – La vite è un arbusto arrampicante che può raggiungere i 30 metri di altezza. Viene coltivato in tutto il mondo e, i suoi frutti, l’uva, sono ottimi da mangiare, spremuti e fatti fermentare danno vita a moltissime tipologie di vino dolce, secco e frizzante. Della vite si utilizzano praticamente quasi tutte le sue parti. Le foglie che, lavorate, si trasformano in un buon astringente adatto a combattere i disturbi della circolazione e le vene varicose. I viticci sono ritenuti degli ottimi depurativi del sangue mente il succo che sgorga dal legno poco dopo la potatura di primavera è un buon collirio, almeno così lo ritengono i contadini. Ma non è ancora finita. Dai vinaccioli, infatti, viene ricavato un olio molto pregiato che, oltre ad essere un buon rassodante della pelle, è molto usato nel campo dell’alimentazione, in quello estetico ed in quello farmaceutico.
Dai frutti della vite si ottengono, come abbiamo detto precedentemente, vini e distillati ma anche dell’ottimo aceto. Quest’ultimo era molto utilizzato dai nostri nonni non solo come rinfrescante e come dissetante ma anche come disinfettante sulle ferite, per fare degli impacchi sulle contusioni e per far passare il singhiozzo (poche gocce di aceto su una zolletta di zucchero).
Sempre i nostri nonni ci hanno tramandato l’uso del vino caldo con qualche chiodo di garofano, della cannella ed un cucchiaino di zucchero per scaldarci nelle fredde notti d’inverno e per combattere i primi sintomi dell’influenza.
Con i fiori della vite si possono fare degli ottimi bagni decongestionanti ed idratanti e, facendone un decotto, si possono curare le mani screpolate mentre con un decotto di foglie si curano i geloni.
Prima di utilizzare le foglie della vite assicuratevi che non siano state trattate con gli antiparassitari, in caso contrario, utilizzatele solo per uso esterno.
Nella mitologia greca si racconta che Bacco, figlio di Giove, un giorno chiese al suo maestro, Sileno, un modo per fare la guerra senza però usare le armi e quindi senza versare una sola goccia di sangue. Sileno gli suggerì di servirsi dei tamburi per fare molto rumore e dei tirsi che altro non erano che dei bastoni di edera e tralci di vite intrecciati tra loro ma disse anche di trovare un qualche liquido il cui colore assomigliasse al sangue. Sileno aveva sentito parlare di una pianta che dava dei frutti dall’aspetto molto strano ma buoni da mangiare e che se si schiacciavano davano del liquido di un colore molto scuro, simile, appunto, al sangue e che l’aveva chiamata vite. Bacco, seguì i consigli del suo mentore e con i tamburi conquistò le Indie e l’Egitto, dove cresceva quella strana pianta e, dopo aver raccolto i suoi frutti, obbligò tutti i suoi sudditi a mangiarli.
L’origine della vite si perde nella notte dei tempi, le prime tracce di questa pianta sembra siano state rinvenute nelle zone dell’Asia e del Caucaso. Furono trovati anche dei semi, risalenti all’anno 8’000 a.C.. Il ritrovamento ha permesso di far risalire il periodo in cui gli uomini iniziarono a coltivare la vite. Altre tracce furono trovate in Mesopotamia poi, i semi iniziarono, grazie al commercio ma soprattutto al vento, ad approdare in Europa e in tutto il resto del mondo.
I primi a lasciare una testimonianza concreta dell’utilizzo della vite e dei suoi frutti furono gli egiziani con i loro affreschi funerari poi furono i greci che iniziarono a sperimentare le prime tecniche per realizzare il vino attraverso la fermentazione.
Con il cristianesimo e la decadenza dell’Impero romano, il vino cambia veste o, per l’esattezza, ne aggiunge una nuova: la funzione sacrale. Il vino, infatti, inizia ad essere utilizzato nella celebrazione della Santa Messa.
La vite con i suoi grappoli è stata immortalata in moltissimi dipinti sacri e non e questo, ci fa capire, il ruolo che questa pianta ha, da sempre, avuto nella vita del genere umano.