La world music dei Kërkim nella tournée che parte dal tacco dello Stivale e arriva in Europa. Un lungo viaggio iniziato a febbraio 2017, 20 concerti e un tour che conta ormai migliai di chilometri percorsi. Continua la fortunata tournée dei Kërkim che partendo dal tacco dello Stivale e dopo aver suonato in gran parte delle Regioni del Sud e Centro Italia, sta raccogliendo grande consenso anche nei Club e Festival Europei dedicati alla world music.
Infatti dopo aver fatto tappa nei mesi scorsi in Germania (Mannheim, Dresda, Vornbach), Uk (Londra), Bulgaria (Sofia, Plovdiv) e Repubblica Ceca (Kolin), a novembre la band presenterà il proprio album in Francia portando sul palco un repertorio ricco di contaminazione e ricerca: sabato 18 al Portail CouCou di Salon de Provence e domenica 19 a Le Moolotov di Marsiglia.
Non mancano i live nel Sud Italia, la band infatti nelle prossime settimane farà tappa il 21 ottobre al Libertine Caffè Boutique di Campobasso, il 22 ottobre al BarFly di Circello (Benevento) e il 28 ottobre a Soleto (Lecce).
Un’idea in continuo movimento, un’appassionata ricerca tra le trame sinuose delle espressioni musicali del Mediterraneo; in viaggio per le capitali europee, sul palco i Kerkim sono Morris Pellizzari alla chitarra, saz e voce, Bruno Galeone alla fisarmonica, Manuela Salinaro alla batteria e percussioni e Gianpaolo Saracino al violino.
Il progetto Kërkim nasce a Lecce nel Novembre del 2012 sulla scia di un percorso di ricerca musicale che vuole legare tutte le terre del bacino del Mediterraneo attraverso lo studio delle sonorità: musica mediorientale, flamenco, Balkan, folk salentino e campano, Grecia e Albania. Da quest’ultima terra prende il nome, nel suo significato di ricerca e osservazione, un continuo movimento reso possibile dal dialogo, essenza della worldmusic.
La band intreccia le esperienze e le provenienze musicali di ogni singolo componente, tracciando una strada comune nel viaggio che dalle coste salentine attraversa la Croazia, fa tappa in Macedonia e dalle fisarmoniche Rom arriva ai clarinetti turchi, saluta la Grecia e infine torna in Italia, portando nelle composizioni quelle frequenze, quei ritmi e quei colori, riletti e riarrangiati.