L’altra guerra in mostra a Castel Ivano. Domenica 23 luglio si aprirà a Castel Ivano la mostra «L’altra guerra – Artisti e scrittori in Tirolo nella prima Guerra Mondiale». I contenuti dell’evento espositivo sono stati illustrati oggi a Trento nell’ambito della piattaforma di comunicazione Cultura Informa da Massimo Libardi che, assieme a Fernando Orlandi e Carl Kraus, ne ha curato l’allestimento. Nella mostra (che successivamente si trasferirà a Bolzano, al Museo civico) si rivisitano alcune vicende: quella di un giornale, la “Soldaten-Zeitung”, diretta dal grande scrittore austriaco Robert Musil; l’opera di un disegnatore dalla mano felice, il fassano Francesco Ferdinando Rizzi che della Soldaten-Zeitung fu illustratore; e le mostre dei “Kriegsmaler”, il corpo austro-ungarico dei pittori di guerra, alle dipendenze del Quartiere della Stampa di guerra.
Orario di apertura dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19 con chiusura al lunedì, dal 23 luglio al 30 settembre 2017.
Furono 283 gli artisti reclutati, alcuni dei quali di grande fama: tra i Kriegsmaler ci furono, infatti, Oskar Kokoschka, Anton Kolig, Oskar Laske e Karl Ludwig Prinz. Altri artisti ancora parteciparono a queste attività e alle esposizioni: tra di loro pittori come Albin Egger-Lienz, il padre del modernismo tirolese, Julius von Kaan-Albest, Thomas Riß, e ancora personalità di fama come Arthur Nikodem, Egon Schiele e Hans Josef Weber-Tyrol. Sempre il Quartiere della stampa di guerra e il Kriegsarchiv, avevano reclutato il meglio della letteratura austriaca: tra gli altri Franz Blei, Franz Theodor Csokor, Paris Gütersloh, Hugo von Hofmannsthal, Egon Erwin Kisch, Robert Musil, Leo Perutz, Rainer Maria Rilke, Franz Werfel e Stefan Zweig.
Certo, l’intenzione del Quartier della stampa di guerra non era quella di promuovere gli artisti e l’arte contemporanea. Liselotte Popelka ha osservato come “attraverso la rappresentazione artistica degli eventi e delle condizioni di vita dei soldati”, si intendeva “rafforzare l’accettazione da parte della popolazione dei sacrifici e delle privazioni che da essa si esigevano e delle necessità di quella grande guerra, che toccavano l’intero stato”.
Anche per questo, nel corso del conflitto il Quartiere della stampa di guerra allestì delle grandi mostre, che si tennero, la maggior parte in Austria-Ungheria, alcune nell’alleata Germania (Berlino, Dresda, Düsseldorf, Lipsia, Monaco di Baviera, Stoccarda), ma anche altre in paesi non belligeranti: a Basilea, Berna e Zurigo, in Svizzera; e poi a Amsterdam e Kristiania, in Norvegia.
La prima mostra si tenne nella Künstlerhaus di Vienna. Inaugurata il 2 ottobre 1915, fece da apripista di una lunga serie di esposizioni, che toccarono non solo le grandi città della Duplice monarchia (Vienna, Budapest e Praga), ma anche centri minori quali Bolzano, Trieste, Graz e Innsbruck.
A Bolzano nei primi mesi del 1917 si tengono due mostre: prima quella organizzata dal Quartier della stampa di guerra e subito dopo quella degli artisti dei Kaiserjäger, visitata anche dall’Imperatore Carlo I e dalla consorte Zita il 22 aprile. Queste due mostre sono al centro della rivisitazione presentata a Castel Ivano.
C’erano gli artisti del corpo dei Kriegsmaler, ma c’erano tanti altri pittori che, allo scoppio della guerra vennero arruolati. Erano dei combattenti. Che continuavano a dipingere, incoraggiati anche dai loro superiori. Sono stati spesso indicati come Regimentsmaler (pittori di reggimento). Francesco Ferdinando Rizzi era uno di questi ultimi. Illustrò la Tiroler Soldaten-Zeitung, partecipò a mostre d’arte di guerra, ma con suo grande dispiacere non riuscì mai a farsi riconoscere come Kriegsmaler ufficiale, a ricevere l’agognata nomina dal Comando supremo d’armata.
I Kriegsmaler portavano come riconoscimento una fascia giallo-nera attorno al braccio con la scritta Kunst (arte) e avevano speciali documenti di riconoscimento. Soprattutto potevano muoversi liberamente in tutti i loro spostamenti. A dimostrazione della loro attività, dovevano consegnare un determinato numero di opere al Gruppo artistico: un disegno per ogni settimana passata al fronte, un quadro al mese in periodo di riposo. La gran parte delle opere che realizzavano rimaneva nella loro libera disponibilità.
Al Quartier della stampa di guerra, non dominavano i pregiudizi: persino delle donne divennero Kriegsmaler, anzi Kriegskünstlerinnen. Furono infatti reclutate, e godevano degli stessi diritti degli uomini, anche le pittrici Johanna Kasimir-Hoernes, Stephanie Hollenstein e Fritzi Ulreich.
Nel corso della Prima guerra mondiale ci sono stati artisti su tutti i fronti. In Gran Bretagna il corpo volontario degli Artist Rifles comprendeva pittori, ma questi erano artisti-combattenti; in Italia una avventura di breve durata la tentarono i Futuristi nel 1915, quando si arruolarono volontari nel Battaglione Lombardo dei Volontari Ciclisti Automobilisti Umberto Boccioni, Anselmo Bucci, Achille Funi, Antonio Sant’Elia, Ugo Piatti, Carlo Erba, Mario Sironi, Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Russolo. Stati Uniti, Francia, Canada e Germania ebbero degli artisti di guerra ufficiali, che per incarico dei rispettivi comandi accompagnarono le truppe al fronte e dipinsero. Ovunque si organizzarono mostre artistiche. Ma quella dei Kriegsmaler austro-ungarici resta una storia tanto originale quanto non ancora pienamente documentata e ricostruita. La mostra “L’altra guerra. Artisti e scrittori in Tirolo nella Prima guerra mondiale” fornisce un contributo alla ricostruzione di questa straordinaria vicenda.
Nella mostra sono esposte opere di: John Quincy Adams, Ferdinand Andri, Hugo von Bouvard, Josef Durst, Albin Egger-Lienz, Karl Fahringer, Paul Grabwinkler, Julius von Kaan-Albest, Luigi Kasimir, Hans Kramer, Attilio Lasta, Maximilian Lenz, Karl Ludwig Prinz, Luigi Ratini, Thomas Riss, Francesco Ferdinando Rizzi, Karl Sterrer, Albert Stolz, Ignaz Stolz, Rudolf Stolz, Ludwig Karl Strauch, Karl Truppe, Hans Josef Weber-Tyrol, Hans Beat Wieland, Augusto Zampiero.